Magro come un salame
Questa affermazione può apparire un paradosso, ma l’aggiornamento dei dati nutrizionali dei salumi italiani parla chiaro:
i prodotti dei giorni nostri sono molto più magri di quelli del 1993. L’Istituto Valorizzazione Salumi (IVSI) e l’Istituto Salumi Tutelati (ISIT) hanno aggiornato le analisi sui prodotti di salumeria.
I dati dello studio evidenziano quanto i miglioramenti di condizioni d’allevamento e di processo produttivo abbiano inciso positivamente sui prodotti, riducendo i grassi. Non ultimo, la legislazione in materia e l’istituzione dei marchi DOP e IGP garantiscono la qualità, difendono la tipicità e la rispondenza a rigidi disciplinari di produzione.
Benché il termine salume derivi proprio dal sale, che storicamente è il conservante maggiormente usato, grazie alle ottime condizioni igieniche di preparazione e stagionatura, le concentrazioni di cloruro di sodio sui prodotti si sono potute ridurre sensibilmente: sempre rapportati ai dati del 1993 si va dal meno 4% della coppa al meno 45% della pancetta.