La sindrome dell’intestino irritabile chiamata erroneamente colite è un disturbo funzionale dovuto ad un’alterata motilità della muscolatura intestinale. Se questa si contrae poco si andrà incontro a stitichezza, al contrario se si contrae troppo si andrà incontro a diarrea. Il dolore appare quando le contrazioni intestinali sono prolungate (spasmi).
Fu Ippocrate (460-377 a.C.) che registrò per primo gli effetti negativi del cibo, osservando che il latte in alcune persone provocava disturbi gastrici ed orticaria, egli ha scritto “per molti, l’inizio di una malattia grave è stato segnato dal fatto di mangiare due volte al giorno lo stesso cibo preso abitualmente una volta al giorno….”
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità i diabetici sono più di 346 milioni e questo numero è destinato a raddoppiare entro il 2030. Il diabete, secondo la medicina tradizionale, può essere classificato in:
Si chiama ernia iatale la migrazione di una porzione di stomaco nella cavità toracica attraverso lo iato esofageo, ovvero l’apertura sul diaframma che consente il passaggio dell’esofago.
Esistono diversi tipi di ernia iatale:
Ernia iatale da scivolamento: che è il tipo più comune, in cui l’ernia va su è giù, entrando e uscendo dalla cavità toracica. Queste ernie di solito sono piccole e non causano problemi né sintomi importanti.
Ernia iatale fissa (o paraesofagea): in cui la parte superiore dello stomaco rimane intrappolata nella cassa toracica. Anche in questa situazione i sintomi possono essere trascurabili. Tuttavia, c’è maggior probabilità di avere problemi all’esofago.
Ernia iatale complicata o mista (più rara), in cui l’ernia può assumere diverse forme, fino al caso limite in cui tutto lo stomaco forma un’ernia nella cassa toracica. È molto probabile che per questo tipo di ernia sia necessario l’intervento chirurgico
L'ernia iatale è una condizione di molti, ma acerrima nemica di pochi, poiché i suoi fastidiosi sintomi sono silenti. Il manifestarsi o meno, di essi, dipende dalla presenza di reflusso esofageo.
Gli interventi per riqualificare il quartiere Kennedy
Il sindaco di San Donato Milanese Andrea Checchi con gli assessori Gianfranco Ginelli (Partecipazione) e Andrea Battocchio (Lavori pubblici) hanno presentato nel corso di un’assemblea pubblica presso la scuola Mazzini gli interventi in corso e quelli proposti per migliorare la qualità della vita del quartiere di via Kennedy, al confine tra San Donato e Milano. Alcuni già avviati, come il rifacimento e ampliamento del parco Tadini (per una spesa di 264mila euro), e la riqualificazione energetica della scuola Mazzini con la risistemazione degli spazi esterni (per un costo stimato sui 700mila euro) in programma dopo la fine dell'anno scolastico in corso. Ma gli argomenti principali affrontati giovedì sera sono state le 3 ipotesi progettuali studiate dall'Ufficio Tecnico e proposte dalla Giunta per affrontare i disagi che gli abitanti di via Kennedy soffrono da anni, legati alla viabilità, ai marciapiedi dissestati e alle barriere architettoniche. Le tre soluzioni (con un costo stimato intorno al milione di euro) variano per la diversa modulazione dei corsi di marcia dei veicoli (senso unico parziale, totale o doppio senso di circolazione), per la collocazione del percorso ciclabile (in sede propria o meno) e per il numero di parcheggi sacrificati. Sono inoltre previsti dissuasori per limitare la velocità a 30 kmh e una ZTL (negli orari di punta) per limitare l'accesso ai non residenti (è stata rilevata una media di ben 968 passaggi di attraversamento nell'ora dalle 8 alle 9 del mattino).
Il lattosio Che cos’è?E’ il principale zucchero del latte. Dal punto di vista chimico è una molecola di glucosio e una molecola di galattosio legate insieme. Quali sono gli alimenti che contengono lattosio?
Latte materno
Latte animale (mucca, capra, pecora ecc..)
Burro
Panna
Formaggi freschi (formaggi stagionati e grana ne contengono meno)
Cosa significa essere intolleranti al lattosio? Per digerire il lattosio e sfruttarlo come fonte di energia, il nostro corpo si serve di un particolare enzima chiamato Lattasi. Chi è intollerante al lattosio soffre di una carenza di questo enzima, per cui non è in grado di far assorbire quantità importanti di lattosio al proprio intestino. Il lattosio non digerito che passa nell’intestino (in particolare nel duodeno) viene attaccato dalla flora batterica, che scatena i sintomi fastidiosi dell’intolleranza. Quali sono i sintomi di un’intolleranza al lattosio? Non è detto che ogni persona intollerante al lattosio manifesti gli stessi sintomi, ma i sintomi più comuni sono: gonfiore addominale, flatulenza, diarrea, crampi addominali poco dopo aver assunto alimenti che lo contengono. A cosa è dovuta la scarsa produzione di lattasi? Evidenze scientifiche dimostrano che l’enzima in grado di digerire ed assorbire il lattosio (lattasi) svolge il suo compito principale nella prima infanzia, ma dopo lo svezzamento la produzione di questo enzima cala drasticamente, fino a scomparire quasi del tutto tra i 5 ed i 10 anni di vita. Come mai allora non siamo tutti intolleranti al lattosio? A livello globale circa il 35% della popolazione adulta non presenta intolleranza al lattosio. Questo è dovuto ad una mutazione vantaggiosa avvenuta circa 7mila anni fa. La migrazione dell’uomo dall’Africa verso i paesi più nordici ha consentito a chi aveva la pelle più chiara la capacità di assorbire il lattosio anche da adulto, in modo da approvvigionarsi vitamina D e calcio attraverso il latte, anche dove la radiazione solare è meno intensa. Ricerche scientifiche dimostrano infatti che gli Asiatici, gli Africani e gli Indiani d’America sono i popoli maggiormente intolleranti al lattosio.