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Maggio in Giallo: Una due giorni da paura !!

Sabato 18 e domenica 19 maggio si svolta la “due giorni” della rassegna Maggio in Giallo, presso la Sala Previato a San Giuliano Milanese, sede “storica” questo importantissimo evento culturale del Sud Milano.
 
Come prologo alla manifestazione, Gino Marchitelli, autore e cantautore, ha cantato la sua canzone dedicata alla memoria di Peppino Impastato, che si è recentemente piazzata al quarto posto in una rassegna della canzone d’autore, presieduta nientemeno che da Mogol. 
Dopo questo momento commovente , Alberto Tavazzi ha intervistato lo scrittore pavese ALESSANDRO REALI, autore di “PAVIA SPORCA ESTATE”, un noir profondamente calato nella realtà sociale della provincia pavese, in cui, come purtroppo ormai accade un po’ in tutte le province del Nord, le infiltrazioni mafiose fanno sentire la loro presenza in maniera pressante. Con Alessandro si è parlato quindi della valenza sociale e della “territorialità” del romanzo NOIR italiano, che da sempre lo caratterizzano, rendendolo un genere unico.
 
Anche il secondo romanzo, CHIMICA IMPURA, di Anna Alloca, intervistata dall’ineffabile Manuela Baldi, si svolge in provincia, un po’ più a nord rispetto a quello di Reali, in una provincia ricca e prosperosa, quella di Busto Arsizio, dove l’ispettrice Catania si trova a dover risolvere un intricato caso di omicidio, commesso apparentemente senza ragione. Come ben ha spiegato l’autrice, in questo romanzo la vicenda “gialla” serve più che altro a mantenere una sorta di obiettivo comune nel racconto, che consiste non tanto e non solo nella soluzione del caso, ma quanto piuttosto nel seguire lo svolgimento delle vite dei vari personaggi coinvolti nella vicenda, e dei loro rapporti interpersonali.
 
Con il terzo romanzo, BALFOLK KILLER, di Franco Busato, intervistato da Alberto Tavazzi, ci spostiamo a Milano, nell’ambiente che ruota intorno all’Arci Bellezza e all’Arci Scighera, due circoli ARCI “storici” di Milano, dove, tra un ballo folk e l’altro, viene commesso un omicidio. Franco Busato non si definisce un grande lettore di libri gialli ed è approdato a questo genere letterario per caso, partecipando ad un concorso, dopo aver frequentato un corso di scrittura creativa tenuto da Ezio Gavazzeni. Non è quindi un *professionista del crimine”, ma uno scrittore profondamente legato alle sue radici, appassionato di musica folk, che ha scelto di ambientare una vicenda ispirata ad un fatto realmente accaduto in una parte di Milano che lui conosce bene, quella, appunto, dei circoli culturali legati alla musica popolare. Ancora una volta, quindi, l’accento cade sull’importanza delle radici.
 
A seguire, l’intervista di Manuela Baldi alla famosissima scrittrice ALICE BASSO, autrice “seriale” di cinque libri con al centro la “ghost writer”  Vani Sarca, un’investigatrice un po’ “ a sè”.
Durante la divertente intervista, Alice ha spiegato come il personaggio di Vani, definita dalla stessa autrice come una “antisociale”, subisca nel corso dei cinque libri che la vedono protagonista una lenta evoluzione, fino a diventare, nell’ultimo capitolo di questa sorta di  “Pentalogia”, dal titolo UN CASO SPECIALE PER LA GHOSTWRITER, meno rigida e più “aperta al mondo”.
Alice ha poi spiegato, nella sua maniera coinvolgente e profondamente ironica, che in realtà i suoi libri non possono definirsi gialli veri e propri, anche se è comunque presente un Commissario, che “aiuta” Vani nelle sue investigazioni. Ciò che è importante, per Alice Basso, è il ritmo del racconto, che deve essere costantemente mantenuto per mantenere sempre vivo l’interesse del lettore.
 
La prima giornata si è chiusa con Bruno Morchio, ormai un “veterano” della rassegna, intervistato da Athena Barbera, con il suo ultimo romanzo “UNO SPORCO LAVORO”, una sorta di “Prequel” alla serie dei romanzi che hanno come protagonista l’ispettore Bacci Pagano, in cui l’ispettore stesso racconta la sua prima indagine. A differenza dei romanzi precedenti, la vicenda raccontata non si svolge a Genova, città di origine di Bacci e di Bruno, ma nella Milano degli anni ‘80, la cosiddetta “Milano da Bere”, quella del CAF (Craxi, Andreotti e Forlani) e della “politica del malaffare”, che ci ha condotto, secondo l’autore, nella situazione in cui ci troviamo oggi.
E’ un romanzo incentrato sull’importanza della legalità, in cui non è tanto importante stabilire “chi è l’assassino” ma, come dice Bruno stesso, “ridare dignità alle vittime attraverso la letteratura”. Un romanzo, quindi, dotato di una forte eticità e attenzione verso la dimensione umana della società e degli eventi che la attraversano.
 
E’ toccato a ROSA TERUZZI, intervistata da Paola Sironi, con il suo ultimo romanzo “ULTIMO TANGO ALL’ORTICA”,  aprire la seconda giornata della rassegna, domenica 19 maggio. Ex redattrice de “La Notte”, e giornalista attualmente impegnata nella trasmissione di Rete Quattro “Quarto grado”, Rosa Teruzzi è autrice di numerosi romanzi noir, gli ultimi cinque dei quali hanno per protagoniste le cosiddette “Miss Marple del Giambellino” e cioè, tre donne, nonna, mamma e figlia, molto diverse tra loro, che portano avanti le loro indagini nel famoso quartiere di Milano, dove abitano in un vecchio casello ferroviario in disuso.
La scrittrice ci tiene a sottolineare che queste tre donne non sono ispirate a persone reali, ma ognuna di esse ha in sé una o più caratteristiche che Rosa vorrebbe avere. Ciò che è assolutamente reale, invece, è anche qui, come nei romanzi di tutti gli autori presentati nella rassegna, il territorio,  ancora una volta elemento dominante e caratterizzante del racconto. Il quartiere dell’Ortica, storico quartiere di Milano, è al centro di tutta la vicenda, nella quale le tre donne svolgono le proprie investigazioni prestando attenzione più a quanto non viene detto che all’apparente evidenza dei fatti.
 
La seconda ospite di riguardo della seconda giornata, CECILIA SCERBANENCO, figlia del grande scrittore di romanzi noir ambientati a Milano (Venere Privata, tanto per citarne uno) che ha presentato una biografia del padre, “IL FABBRICANTE DI STORIE”, e “LUNA DI MIELE” un romanzo di Giorgio Scerbanenco, pubblicato nel 1945 e ripubblicato nel 2018 dalla casa editrice La Nave di Teseo. Cecilia ci ha raccontato un po’ la vita travagliata e poliedrica del grande romanziere, con i suoi alti e bassi. Ne è venuta fuori l’immagine di uno scrittore molto interessato alle vicende  e alla psiche umana, alle motivazioni che stanno alla base dei comportamenti degli individui ed ai rapporti interpersonali. Sullo sfondo, la società italiana degli anni 60 (prima Milano, poi il Friuli, dove si era trasferito dopo un periodo di profonda crisi personale) , la società del boom economico, con tutte le sue luci e le sue ombre, le contraddizioni, la malavita, la piccola criminalità come i grandi trafficanti di armi.
 
Di altro genere, invece, la criminalità che sta alla base dei romanzo di MARINA CRESCENTI, “IL BRANCO UCCIDE: CACCIA AL DRAGO GIALLO”, intervistata da Alessandra Zanardi.
Il branco, appunto, un gruppo di ragazzi “problematici” che, per noia, compie tutti i generi di delitti, dallo stupro alla rapina, dall’aggressione all’omicidio. Si tratta di criminali che hanno quasi sempre alle spalle un vissuto di abuso e di violenza e proprio per questo, ci dice Marina, non ha senso limitarsi a condannarli, ma occorre andare oltre, e scavare a fondo per comprendere le ragioni umane e sociali che stanno alla base dei loro agiti, naturalmente non per giustificarli, ma per capire. Si sente, nelle parole dell’autrice, una sorta di “affezione” per i propri personaggi, quasi fossero rappresentazioni di tante diverse parti del “sè”, che si nascondono in ognuno di noi e che, se messe a confronto con una realtà di sopraffazione e abuso, potrebbero scatenare aggressività e violenza anche in persone apparentemente insospettabili.

Circolo Letterario 6×4 – Piera Scudeletti


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