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… e L’UE è (dis)FATTA!

27 maggio 2019: segnatevi questa data!

Carissimi SandoEuropei, riceviamo da un nostro Fondatore, fondatore di RecSando, Franco Oriti e volentieri pubblichiamo.  Lo ringraziamo per aver contribuito a fornire a tutti noi spunti di riflessione sul futuro dell’Europa, che dipende dal nostro voto, dalla nostra partecipazione.
L’immagine realizzata da Franco Oriti, molto rappresentativa a nostro avviso, ci viene gentilmente concessa per accompagnare questo articolo sull’Europa. Un Grazie da tutto lo staff RecSando

di Franco Oriti
Dal 27 maggio 2019 l’Unione Europea (UE) non sara’ piu’ la stessa.
O rinasce con le riforme o perisce dopo oltre 60 anni e noi europei, dovremo forse cambiare completamente le nostre abitudini, i nostri approcci commerciali e il nostro modo di vivere.
I fatti e gli eventi non sono piu’ solo locali, regionali o nazionali ma ormai ci coinvolgono anche quegli eventi che accadono nei luoghi piu’ remoti del nostro piccolo continente e sul nostro unico pianeta.
Il populismo, il sovranismo e il nazionalismo ci sono sempre stati fin dai tempi antichi ma esistono anche oggi in un periodo che oggi denominano “globale”.
Possono i cittadini di questo mondo, populista, sovranista e nazionalista, co-esistere pacificamente e progredire con i “cittadini del mondo” in questa era globale?
Alle idee, convinzioni, forze, movimenti e partiti nazionalisti, antieuropeisti, razzisti e xenofobi dei primi si contrapporranno in queste elezioni europee quelle europeisti, solidali, ecologici, liberali e democratici; entrambe le parti dovranno tenere conto di quanto accaduto in questi quasi 70 anni di pace, sviluppo e benessere e soprattutto nell’ultimo decennio, dalla crisi economica quasi mondiale del 2008 ai giorni nostri passando per i flussi migratori, il terrorismo internazionale, cambiamenti climatici e l’aumento sempre maggiore del divario tra ricchi sempre piu’ ricchi e poveri sempre piu’ poveri.
Gli elettori dovranno poi considerare l’inadeguatezza delle risposte date fino ad ora da parte delle classi politiche e/o dei governanti messi li’ a decidere e a governarci a livello locale, regionale, nazionale ed europeo e non dovranno sottovalutare nemmeno le aumentate richieste di autonomie regionali e locali.
Per oltre 70 anni abbiamo vissuto in Europa in civile convivenza di pace, benessere e prosperita’ seguendo quegli  ideali di liberta’, eguaglianza, solidarieta’, giustizia e democrazia che molti nel mondo ci invidiano.
Abbiamo grazie alla libera circolazione delle persone fatto circolare studenti dei suoi paesi membri in giro per l’Europa (vedi Erasmus) facendoli arricchire sia dal punto di vista culturale che di conoscenze delle lingue e delle abitudini altrui.
Esiste dal 1979 un organo parlamentare sovranazionale (unico al mondo) eletto dai suoi cittadini in modo democratico.

Esiste dal 2002 una moneta unica (l’euro), pur senza Stato e governo centrale, che permette di confrontare costi tra merci e servizi nei 19 Paesi membri permettendo anche di risparmiare sui costi di cambio e sull’aggio bancario e stimolando, quindi, al suo interno la competizione e la concorrenza nel settore privato.
Certamente in passato molto si e’ sbagliato e tanto si e’ fatto per progredire ma la via per migliorare e riformare e’ sicuramente ancora possibile.
E’ convinzione unanime che questa Europa, o meglio questa Unione Europea cosi’ come e’ non va ma chi vuole la sua dissoluzione devo dirlo chiaramente e apertamente per ritornare all’Europa della  prima meta’ del XX secolo dove gli Stati nazioni si combattevano e si alleavano l’uno contro gli altri a secondo delle mire espansionistiche di ognuno.

Ecco perche’ le elezioni europee del 24-26 maggio 2019 saranno decisive per il futuro non solo dell’UE e dei suoi paesi membri ma anche per il mondo intero.

I partiti politici e i loro candidati che si presentano alle elezioni del prossimo Parlamento Europeo, unico organo sovranazionale al mondo eletto democraticamente dai suoi cittadini con, pero’, ancora deboli poteri legislativi, devono dirci chiaramente se intendono:
–        abolire il diritto di veto, presente, ahime’!, ancora in diverse decisioni e che bloccano l’iter legislativo e normativo dell’UE prevedendo la maggioranza qualificata e/o semplice in tutte le decisioni da adottare ;
–        completare, dopo l’’Unione monetaria, anche quella economica e fiscale dotando l’UE di un proprio bilancio e di risorse proprie per finanziarsi, senza dover dipendere dai capricci dei propri Stati membri, introducendo una tassa indiretta dell’UE (potrebbero essere la cosidetta WebTax, la CarbonTax, la Financial Transaction Tax, la Plastic Tax o altro) che la renderebbe finanziariamente autonoma e indipendente ma ovviamente controllata dal Parlamento Europeo;
–        modificare o abolire gli attuali Trattati dell’UE per scriverne solo uno piu’ snello e meno burocratico; in altre parole, promulgare una Costituzione europea secondo i principi che hanno fatto unica l’UE nel mondo e cioe’ quelli della solidarieta’, responsabilita’ e sussidarieta’ e scrivendo, nero su bianco, gli ideali democratici della divisione dei poteri secondo i pensieri di Locke, Montesquieu e Hobbes tra il legislativo, esecutivo e giudiziario, creando finalmente quel organo di governo (attualmente lo e’ la Commissione ma che risponde ai singoli Stati nazionali e non al PE) e lasciando all’attuale Consiglio dei ministri europei un ruolo propositivo di mera guida politica e conferendo al Parlamento europeo quel potere legislativo che le spetterebbe;
–        completare la rete digitale/informatica europea per permettere lo scambio di servizi, merci e pagamenti sicuri e veloci, dopo aver introdotto il roaming europeo uguale per tutti;
–        adottare un Politica di sicurezza e di difesa comune per affrontare insieme il terrorismo internazionale e nostrano e, in modo solidale, anche i flussi migratori non solo verso l’UE creando un sistema di accoglienza, smistamento e integrazione paritetica ma anche per affrontare le migrazioni all’interno della stessa UE e verso l’esterno, istituendo anche un corpo di Polizia europea, una Intelligence europea e una Guardia costiera europea;
–        adottare una vera Politica estera comune (c’e’ gia PEC ma non e’ sufficiente) per avere piu’ voce e valore su problematiche di livello continentale e mondiale e chiedendo, fin da subito, un seggio unico al Consiglio di Sicurezza dell’ONU al posto di quello francese (Francia permettendo) e dove in questo seggio si siedera’ il Presidente della Commissione o meglio il capo dell’esecutivo europeo (figura e organo ancora da creare ma auspicabile);
–        rispettare il Trattato di Schengen per permettere la libera circolazione delle persone all’interno dell’UE;
–        riformare o declassare o abolire il Trattato di Dublino sul diritto d’asilo;
–        promuovere e creare uno Stato sociale europeo per diminuire le disparita’ di trattamento nei costi sanitari, nelle erogazioni degli stipendi e delle pensioni, ecc. e introdurre un salario minimo europeo uguale per tutti per fare aumentare ai propri cittadini il senso di appartenenza ad un’unica comunita’ sociale europea;
–        last but not least, preparare un progetto di Unione europea a piu’ livelli e velocita’ in modo che i paesi membri che hanno la volonta’ di procedere piu speditamente verso l’Unione Federale dell’Europa (UFE) possano aderire senza essere rallentati da coloro che, invece, sono contrari o che non sono ancora pronti, prevedendo la possibilita’ di poter entrare e uscire dall’UE, dall’euro e dall’UFE.
Segnatevi questa data: 27 maggio 2019, cioe’ l’inizio della disfatta di 70 anni di pace e di aumento del benessere dei suoi abitanti oppure la continuazione sulla via della costruzione di una UE diversa e piu’ democratica?
Sarebbe auspicabile che l’UE procedesse insieme e unita verso una riforma aggiornata ai tempi e in base agli errori commessi in passato ma se cosi’ non fosse si prospetta una UE a piu’ velocita’ perche’ gli Stati membri che desiderino maggiormente integrarsi e andare oltre l’unione economica, con un solo inno, bandiera e moneta per giungere ad un’Unione economica, fiscale, sociale, di difesa, di risorse proprie con un organo esecutivo che risponde al Parlamento europeo (Camera dei deputati eletti dai suoi cittadini) e al Consiglio europeo (Senato composto dei capi di Stato e di Governo in vigore) dove le decisioni vengono adottate a maggioranza ma poi vincolanti per tutti.
Questa sarebbe la Federazione Politica dell’Europa, cioe’ gli STATI UNITI d’EUROPA che potrebbe essere imitata anche dagli altri continenti del nostro Pianeta per giungere alla Federazione mondiale per una civile convivenza e per il progresso di tutti i popoli senza distinzione di razza, religione, colore, lingue e per affrontare insieme i cambiamenti climatici, le migrazioni, il terrorismo e la fame nel mondo.
Ora se essere definiti populisti, sovranisti e nazionalisti vuol dire essere a favore del popolo europeo e della nazione europea e della federazione mondiale, sarei ben lieto di essere annoverato tra costoro perche’ fin dalla sua nascita i padri fondatori di questa UE (prima CE e ancora prima CEE) avevano in mente i disastri, la fame e i morti (militari e civili) della Prima e Seconda Guerra Mondiale e volevano quindi evitare che in futuro cio’ si ripetesse.
Chi, invece, desidera additare tutte le colpe a Bruxelles e a Strasburgo (pur avendoli frequentati o perlomeno avendone fatto parte) per motivi di proprie incapacita’ gestionale e per ritorni elettorali di breve periodo pensando di aumentare deficit, di introdurre dazi e/o di innalzare muri, saranno coloro che faranno  aumentare conflitti e ripicche tra gli Stati membri a discapito dei suoi cittadini.
L’UE dovra’ essere riformata per essere piu’ unita, democratica, responsabile, solidale e per parlare con una voce sola e autorevole per affrontare a pari livello USA, Russia, Cina e mondo arabo.
Molto dipendera’ quindi dagli elettori europei di quale Parlamento Europeo voteranno (potrebbe essere l’ultima volta?) e di quale Europa geografica (disgregata e sempre piu’ divisa o piu’ unita e solidale?) verra’ disegnata dal 27 maggio 2019.

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