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Coronavirus: Intervista al Prof. Villani Alberto

Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>IRecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto.

Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

INTERVISTA al Prof. Villani Alberto , Responsabile della UOC di Pediatria Generale e Malattie Infettive dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

 

DOMANDA:

1 ) Buongiorno  Prof. Villani, stiamo vivendo giorni molto difficili. Se però dovessimo trovare una notizia positiva in questa vera e propria tragedia mondiale e, purtroppo per noi, nazionale, dovremmo senza alcuna ombra di dubbio far riferimento a un aspetto ormai evidente e sotto gli occhi di tutti, vale a dire che la terribile malattia di Covid-19, la quale ha colpito e colpisce senza tregua la popolazione anziana, risparmia invece i bambini. Eppure, a naso, ci verrebbe da dire che anche questa parte della società è molto delicata e infatti fin da subito è stata contenzionata e protetta attraverso la chiusura di scuole e asili nido. Cosa possiamo quindi affermare relativamente a questo apparente discutibile paradosso ?

RISPOSTA:

A oggi in Italia sono meno di 3.000 i casi di infezione documentata da SARS CoV 2 nell’età evolutiva (0-18 anni), di questi meno del 7% hanno richiesto il ricovero ospedaliero e sono 2 i decessi verificatisi, in soggetti con gravi e importanti pregresse patologie. E’ stato quindi confermato in Italia il dato iniziale, ricavato dall’esperienza cinese, che i bambini e i ragazzi sono colpiti dal SARS CoV 2, per la stragrande maggioranza dei casi, da forme cliniche meno gravi rispetto a quanto osservato negli adulti e soprattutto negli anziani.  Sono state formulate numerose ipotesi per giustificare quello che sembrerebbe essere un paradosso, ovvero che pur essendo i bambini, soprattutto quelli più piccoli, considerati fragili, contraggano forme meno gravi di COVID 19. Si è pensato che i bambini, già dai primissimi periodi di vita, contraggano infezioni da parte di altri Coronavirus e che questo possa costituire una sorta di generica e aspecifica protezione verso il SARS CoV 2. Altra possibilità presa in considerazione è rappresentata dal fatto che i bambini, grazie alle vaccinazioni a cui sono sottoposti nel rispetto del calendario vaccinale, abbiamo un sistema immunitario stimolato a rispondere alle infezioni in generali, di più e meglio degli adulti. Altra ipotesi è rappresentata da una ridotta di disponibilità di particolari recettori, più abbondanti negli adulti e negli anziani, e quindi minore “accoglienza” da parte dei bambini nei confronti del SARS CoV 2.


DOMANDA:

2 ) Esiste una malattia che colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni e sembra che si stia presentando più frequentemente del solito nelle aree molto colpite dal coronavirus. Lo hanno notato i pediatri inglesi, francesi e americani. In Italia l’allarme è stato dato dai medici di Bergamo. Stiamo parlando della malattia / sindrome di Kawasaki. Vuole spiegarci meglio, se ritiene fondato l’assunto, il legame tra queste due patologie?

RISPOSTA:

La Malattia di Kawasaki è stata descritta inizialmente nel 1967 ed è ben caratterizzata. In breve, la Malattia di Kawasaki colpisce prevalentemente i maschi, soprattutto tra 1 e 5 anni, si manifesta con febbre elevata per almeno 5 giorni con almeno altri 4 dei seguenti 5 segni e sintomi: congiuntivite (occhi arrossati senza secrezioni), esantema (macchie sulla pelle), adenomegalia laterocervicale (linfonodo angolomandibolare), tumefazione delle estremità (gonfiore del dorso delle mani e/o dei piedi), mucosite (rossore delle labbra, fissurazioni delle labbra, lingua a fragola). La complicanza più temuta e pericolosa è rappresentata dalla dilatazione delle coronarie (i vasi che irrorano il cuore, quelli che si ostruiscono nell’infarto).
La malattia descritta dai medici di Bergamo si è manifestata con sintomi e segni caratteristici della Malattia di Kawasaki, ma in bambini più grandi e complicata frequentemente da una miocardite (infiammazione del muscolo del cuore) e non dall’interessamento delle coronarie (vasi cheportano il sangue al cuore). Nel corso dell’epidemia da SARS CoV 2 a Bergamo si sono osservati circa 20 casi, molti dei quali in soggetti con anticorpi positivi per coronavirus. A Bergamo, negli anni precedenti, sono stati osservati, nel periodo di un anno, 5-7 casi di Malattia di Kawasaki. Questa situazione ha determinato la necessità di verificare la presenza di questa situazione anche in altre aree in Italia ed è oggetto di una indagine conoscitiva da parte del Gruppo di Studio di Reumatologia Pediatrica della Società Italiana di Pediatria. Appena disponibili i risultati saranno divulgati.

 DOMANDA:

3 ) E’ da poche ore iniziata la ormai famigerata Fase 2, quella che lentamente dovrebbe portarci verso una normalità che forse però non sarà mai come quella a noi familiare nell’era pre-Covid. I bambini fin dal 20 febbraio scorso sono stati forse i più colpiti, questa volta possiamo dirlo con certezza, dalle conseguenze delle rigidissime norme di clausura imposte dai decreti del Governo. Quali indicazioni si sente di dare a genitori e famiglie in generale nell’ottica di questa tanto agognata ripartenza affinchè sia la migliore possibile ?

RISPOSTA:

Certamente la fase 2 è molto delicata e complessa. Credo sia importante considerare che la necessità di “stare a casa” non è stata la scelta di qualcuno, ma l’indispensabile necessità imposta da una pandemia imprevedibile, straordinaria, causa di tante morti e che ha bloccato il mondo. Le scelte operate in Italia, che inizialmente avevano provocato anche atteggiamenti derisori da parte di altri Paesi, sono poi state imitate e divenute un modello nel mondo. Stare chiusi in casa, scelta necessaria, è certamente stato un sacrificio grandissimo per tutti, per i bambini in particolare. Come Società Italiana di Pediatria abbiamo dato dei suggerimenti, presenti nel sito della SIP. In questa fase 2 è importante ricordare di rispettare sempre rigorosamente tutti i consigli sul distanziamento fisico, sull’evitare gli assembramenti e, laddove indicato, sull’uso delle mascherine di comunità. Purtroppo non è possibile ignorare che il coronavirus ha cambiato e cambierà le nostre abitudini e quindi anche quelle dei bambini. Educare/abituare i bambini a dei nuovi comportamenti favorirà la ripresa di moltissime attività in tempi più brevi.

Redazione N>O>I – Network Organizzazione Innovazione – FM-Staff

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