21 Marzo 2021 – La Poesia non si ferma
Il Forum delle Associazioni Culturali sandonatesi tiene in vita la poesia del cuore, manifestazione sandonatese che si è sempre svolta in Cascina Roma per la…
Il Forum delle Associazioni Culturali sandonatesi tiene in vita la poesia del cuore, manifestazione sandonatese che si è sempre svolta in Cascina Roma per la…
L’altra veste indossata da Antonella Tamiano, scrittrice salentina dal multiforme ingegno, la rende ancora più splendida di quanto lo sia normalmente.
Perché alla sua arte di scrittrice di romanzi d’amore e gialli misteriosi, aggiunge quella pittorica di illustratrice. La costante in tutte le sue opere è la collocazione geografica delle storie e avvenimenti: la sua terra, il Salento, che avvolge come madre i personaggi e li consola dal loro peregrinare non solo geografico ma spirituale, guarendoli dall’ansietà.
L’altro ingrediente, mai sopito, è l’amore o meglio la sua ricerca spasmodica. Per questo le sue eroine assomigliano a tanti Orlando furioso, non Angelica che sfugge alle insidie amorose. Questo tocco di insania e di follia del senso di libertà inappagato contagia anche la piccola formichina Nerina, che vive felicemente nel suo regno, Boscolandia, ricco di fiori variopinti e inebriante di profumi, accanto ad una miriade di animaletti che condividono con lei un mondo di apparente felicità, forse assuefazione.
Il Delitto di Sant’Ambrogio di Massimo Milone inizia come un film: c’è una sparatoria in pieno centro, a Milano, nei giorni di S. Ambrogio, patrono della città, in cui viene ferito un giovane da un sicario. Melina Laganakis, poliziotta dell’ottavo distretto, si trova nei paraggi e, appena sente gli spari, interviene e spara, uccidendo uno dei malviventi.
“Se proprio ci tenete a biasimarmi per qualcosa, chiedetemi perché racconto tutto questo come se fosse un rito collettivo. Il ‘nostro’ dolore, la ‘nostra’ perdita. Non c’era nessun ‘noi’. Mi sono inginocchiata ai piedi di Patroclo perché ho capito di aver perso uno degli amici più cari della mia vita”. A parlare è Briseide, schiava prigioniera, concessa in premio ad Achille dopo l’assedio e la distruzione della sua città, Lirnesso, alleata di Troia. Tutto ha perso Briseide, unica sopravvissuta alla sua famiglia, al marito e ai fratelli.
E freme mentre sente il clanglore della battaglia a ridosso delle tende e delle navi greche che sono in pericolo, dopo che Achille è entrato in contesa con Agamennone, il grande capo. Un dissidio fra uomini, sembrerebbe, una disputa di potere. Le donne ne pagano le conseguenze, trattate come cose che passano dall’uno all’altro contendente. “Come ragni stavamo raggomitolate al centro delle nostre tele.
Agata è una Portatrice, ossia una delle tante donne che, durante la Prima Guerra Mondiale, supportavano gli Alpini che combattevano in Carnia contro gli Austriaci, portando le loro pesantissime gerle piene di viveri, ma soprattutto munizioni ed armi, lungo gli impervi sentieri di montagna e i camminamenti, fino a raggiungere le trincee.
Un romanzo intenso e complesso. Un giallo ambientato in un paesino di montagna (in omaggio alla terra d’origine dell’autrice, Ilaria Tuti, che lo ribadisce nelle note finali), dove si verificano una serie di delitti e fatti criminali apparentemente senza senso, eppure legati da un filo logico che poco alla volta verrà alla luce, grazie alla tenacia del Commissario di Polizia Teresa Battaglia e del suo vice, Massimo Marini. L’indagine si presenta da subito complicata, resa ancora più difficile dall’atteggiamento al limite dell’ostilità dei paesani, che non collaborano affatto, spaventati, forse, dalla possibilità che vengano alla luce segreti inconfessati e debolezze che si vorrebbero tenere nascoste e “circoscritte” all’interno della propria comunità. Nonostante le difficoltà, comunque, attraverso un paziente lavoro fatto di ricostruzioni, interrogatori ed ipotesi, come si conviene ad un romanzo giallo che si rispetti, alla fine la verità si rivela in tutta la sua crudeltà e disperazione, ed è una verità dolorosa, non solo per le vittime degli omicidi e delle aggressioni, ma per tutti i protagonisti della vicenda, carnefici compresi.
La RiMaflow di Trezzano sul Naviglio (Mi). Storia di una fabbrica recuperata nel racconto di Massimo Lettieri “RiMaflow non è solo una cooperativa, RiMaflow…
SONO MATTIA, SCALA C di Alberto Piazzi – Ed. Le Giraffe
La definizione di ROMANZO DI FORMAZIONE di Wikipedia recita: “Il romanzo di formazione o Bildungsroman (dal tedesco) è un genere letterario riguardante l’evoluzione del protagonista verso la maturazione e l’età adulta, nonché la sua origine storica. In passato lo scopo del romanzo di formazione era quello di promuovere l’integrazione sociale del protagonista, mentre oggi è quello di raccontarne emozioni, sentimenti, progetti, azioni viste nel loro nascere dall’interno. “
Questa definizione calza a pennello per SONO MATTIA, SCALA C, storia di Mattia Castagna, nato negli anni ’60 a Sesto San Giovanni, cuore pulsante, allora dell’industria milanese, sede della Breda, della Falck, della Magneti Marelli e tanti altri colossi della siderurgia, della chimica ecc., città operaia per definizione.
Nell’introduzione alla sua raccolta di racconti “Principianti assoluti” – Giuliano Ladolfi editore, Fabiano Spessi scrive:
“In tempi di fatto in serie e di serialità, il volto di una persona si contraddistingue per la sua unicità. Solo le icone della cultura pop – Warhol insegna – soccombono alla logica industriale dell’infinita riproducibilità, finendo per essere niente più che dei simulacri. Le foto della copertina di questo libro formano invece un caleidoscopio di vite che sono la nostra”.