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“Nerina giramondo”, favola esopica della salentina Antonella Tamiano

L’altra veste indossata da Antonella Tamiano, scrittrice salentina dal multiforme ingegno, la rende ancora più splendida di quanto lo sia normalmente.
Perché alla sua arte di scrittrice di romanzi d’amore e gialli misteriosi, aggiunge quella pittorica di illustratrice. La costante in tutte le sue opere è la collocazione geografica delle storie e avvenimenti: la sua terra, il Salento, che avvolge come madre i personaggi e li consola dal loro peregrinare non solo geografico ma spirituale, guarendoli dall’ansietà.

L’altro ingrediente, mai sopito, è l’amore o meglio la sua ricerca spasmodica. Per questo le sue eroine assomigliano a tanti Orlando furioso, non Angelica che sfugge alle insidie amorose. Questo tocco di insania e di follia del senso di libertà inappagato contagia anche la piccola formichina Nerina, che vive felicemente nel suo regno, Boscolandia, ricco di fiori variopinti e inebriante di profumi, accanto ad una miriade di animaletti che condividono con lei un mondo di apparente felicità, forse assuefazione.

Ecco che in lei si smuove qualcosa. L’ansia della conoscenza la spinge a varcare i confini del suo mondo e di inoltrarsi nella giungla vera dove, indifesa, incontra pericoli a cui sfugge, per es. il ragno bavoso che assume le sembianze del lupo in Cappuccetto rosso. Le sue inside fortunatamente vengono sventate e lei, ormai conscia del mondo dell’aldilà, fa felicemente ritorno nella sua terra, dove tutti l’accolgono con una grande festa e il grillo persino con un coro improvvisato.

La storia di Nerina la formichina si dipana esplicitata dalle illustrazioni realizzate dalle mani di Antonella Tamiano con pastelli su carta, che faranno la gioia dei più piccoli, variopinte come i fiori e con una serie di animaletti che svolgono funzioni umane. Il racconto quindi sale di intensità e di meraviglia nel coniugare scrittura e visione, ben oltre le apparenze, fino a sondare le minuscole ragioni che muovono anche i piccoli esseri che convivono nel nostro universo, verso i quali – fa capire la scrittrice – ci vuole rispetto perché anche in loro batte un grande sentimento di libertà e d’amore. “Per poter comprendere siffatta caparbietà (delle formichine), che è per certi aspetti eroica, – scrive Verga in Fantasticheria – bisogna farci piccini anche noi, chiudere tutto l’orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori”. Proprio a compiere questo piccolo ma significativo gesto ci spinge con la sua sensibilità e nobiltà d’animo la brava scrittrice/artista. Pav Edizioni, Roma, Ottobre 2020, pp. 42, € 12,00.

di Paolo Rausa

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