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Pete Gabriel – Signal To Noise

Peter Gabriel - Signal To Noise - il significato di questo brano ancora attualissimo

Quando il segnale è vita, e il rumore è ciò che ci uccide.
Un brano visionario e ancora attualissimo, che ci interroga su cosa significhi comunicare, resistere e sperare in un mondo travolto dal caos.

Testo originale e traduzione

You know the way that things go
When what you fight for starts to fall
And in that fuzzy picture
The writing stands out on the wall
So clearly on the wall
Send out the signals, deep and loud
And in this place can you reassure me
With a touch, a smile while the cradle’s burning
All the while the world is turning to noise
Oh, the more that it’s surrounding us
The more that it destroys
Turn up the signal
Wipe out the noise
Send out the signals, deep and loud
Man, I’m losing sound and sight
Of all those who can tell me wrong from right
When all things beautiful and bright sink in the night
Yet there’s still something in my heart
That can find a way to make a start
To turn up the signal
Wipe out the noise
Wipe out the noise
Wipe out the noise
You know that’s it
Receive and transmit…

Conosci il modo in cui vanno le cose
Quando ciò per cui lotti inizia a crollare
E in quella visione confusa
La scritta spicca sul muro
Così chiaramente sul muro
Invia i segnali, profondi e forti
E in questo luogo, puoi rassicurarmi
Con un tocco, un sorriso mentre la culla brucia
Mentre il mondo si trasforma in rumore
Più ci circonda
Più distrugge
Alza il segnale
Cancella il rumore
Invia i segnali, profondi e forti
Amico, sto perdendo udito e vista
Di tutti quelli che possono dirmi cosa è giusto e cosa sbagliato
Quando tutte le cose belle e luminose affondano nella notte
Eppure c’è ancora qualcosa nel mio cuore
Che può trovare il modo per ricominciare
Per alzare il segnale
Cancellare il rumore
Cancellare il rumore
Cancellare il rumore
Lo sai, è così
Ricevi e trasmetti…

Interpretazione del messaggio di Peter Gabriel

“Signal to Noise” non è solo una canzone: è un grido potente e disperato contro il caos che inghiotte il nostro mondo. Un’opera monumentale in cui Peter Gabriel si confronta con la perdita di senso, la crisi dei valori e la confusione che ci impedisce di distinguere ciò che conta davvero.

Il segnale: ciò che è vero. Il rumore: tutto il resto.

Nel linguaggio tecnico delle telecomunicazioni, il “segnale” è l’informazione pura, mentre il “rumore” è la distorsione, l’interferenza. Gabriel usa questa metafora per parlare della nostra epoca: un’era in cui il rumore – mediatico, politico, culturale – ha preso il sopravvento sul segnale, offuscando la verità, le emozioni autentiche, i valori fondamentali.

Un mondo che brucia mentre restiamo immobili
Con l’immagine della culla che brucia, Gabriel ci mette davanti a un’immagine forte: il futuro (la culla) è in fiamme, ma noi cerchiamo rassicurazione in un sorriso, in un gesto umano.

Con l’immagine della culla che brucia, Gabriel ci mette davanti a un’immagine forte: il futuro (la culla) è in fiamme, ma noi cerchiamo rassicurazione in un sorriso, in un gesto umano. È un invito all’empatia, alla connessione, all’ascolto, mentre tutto intorno a noi crolla. E intanto “il mondo si trasforma in rumore”.

L’immagine della “culla che brucia” è devastante. Evoca l’idea di un’umanità che non protegge più il futuro, che lascia consumare i suoi simboli di innocenza e rinascita. E nel mezzo del disastro, Peter Gabriel  chiede conforto, anche solo un sorriso o un tocco umano — piccolo ma profondamente significativo.

Smarriti, ma ancora capaci di reagire

“Sto perdendo suono e vista” dice Gabriel, come se avesse perso ogni punto di riferimento. Eppure, nonostante tutto, resta qualcosa nel cuore: un impulso alla speranza, un’energia per ripartire. È l’umanità che resiste. L’idea che, se riusciamo a riconoscere il segnale, possiamo ancora salvarci.

“Man, I’m losing sound and sight / Of all those who can tell me wrong from right” — Peter Gabriel esprime la perdita delle guide morali, dei riferimenti etici che un tempo ci aiutavano a distinguere il bene dal male. La bellezza e la luce affondano nella notte: è una visione fortemente critica dell’epoca moderna, dove il senso del giusto si perde nel rumore assordante del mondo.

Un seme di speranza: alza il segnale, cancella il rumore

Nonostante il quadro cupo, il brano contiene un barlume di speranza: “Yet there’s still something in my heart / That can find a way to make a start”. È come se Gabriel ci dicesse che anche nei momenti più bui, dentro di noi esiste ancora un impulso vitale, una scintilla che può generare un nuovo inizio, se solo riusciamo a filtrare il rumore e alzare il segnale.

Il mantra finale: “Ricevi e trasmetti”

Il mantra finale — Receive and transmit” — non è soltanto una frase: è una chiamata all’azione, un invito potente a rompere il silenzio dell’indifferenza. Non possiamo più limitarci ad assorbire il mondo come spettatori. Dobbiamo diventare ricettori attivi di verità, di bellezza, di giustizia… e poi, inevitabilmente, trasmettitori. Ognuno di noi è un ponte vivo tra dimensioni interiori e realtà esterne, tra il visibile e l’invisibile. Siamo antenne umane, capaci di scegliere ogni giorno se diffondere rumore o segnale.

Nel crescendo finale, quasi rituale, la ripetizione ipnotica di “receive and transmit” si trasforma in un’esperienza catartica. È come se Gabriel ci accompagnasse in una sorta di purificazione collettiva, guidandoci verso una nuova consapevolezza. Il mantra non è solo ascoltato, è vissuto, incorporato, interiorizzato. Ci invita a diventare strumenti limpidi, capaci di comunicare con autenticità, empatia, verità.

Non basta più ascoltare in silenzio. Dobbiamo prendere parte alla sinfonia della realtà, rilanciare ciò che è significativo, dare voce all’essenziale. Gabriel non ci chiede di essere perfetti, ma di essere veri. Di lasciarci attraversare dai messaggi che contano, e poi, con coraggio, restituirli al mondo, trasformati dalla nostra coscienza, amplificati dalla nostra umanità.

"Signal to Noise" è un brano che parla con forza e poesia al nostro tempo:

“Signal to Noise” è un brano che parla con forza e poesia al nostro tempo: denuncia la sovrabbondanza di informazioni e disinformazione, il rumore che annienta la comunicazione autentica, la confusione morale e il disorientamento collettivo. Ma non è una resa: è un richiamo potente a tornare umani, a ritrovare il segnale, a ricevere e trasmettere messaggi di senso, di speranza e di verità.

Con “Signal to Noise”, Peter Gabriel ha anticipato molte delle crisi del nostro tempo: l’iperinformazione, il collasso dei punti di riferimento morali, l’inquinamento del pensiero e del sentimento. Ma non è un brano di rassegnazione: è una chiamata all’azione poetica, un inno a non perdere l’umanità nella confusione.

La collaborazione con Nusrat Fateh Ali Khan

“Signal to Noise” è uno dei brani più intensi dell’album Up, pubblicato da Peter Gabriel nel 2002 dopo un lungo silenzio discografico. Il brano venne registrato diversi anni prima, e originariamente includeva la voce di Nusrat Fateh Ali Khan, il maestro pakistano del qawwali, che morì nel 1997. La sua performance, registrata nel 1996, fu inserita postuma nel brano come un grido ultraterreno, che aggiunge profondità spirituale e drammaticità alla composizione.
Ascoltare questa canzone oggi è più urgente che mai.

Fabrizio Cremonesi – RadioCodaRitorta

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