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Riforma sanitaria per le cronicità

Su invito dei sindacati dei pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILPensionati di San Donato Milanese, giovedì pomeriggio si è tenuta un’assemblea informativa in cui il relatore Michele Lomonaco, segretario politiche sociosanitarie SPI-CGIL Milano, ha esposto come sta proseguendo l’applicazione della legge regionale 23/15 di riforma della sanità in Lombardia e in particolare cosa sta cambiando per i malati cronici.
L’approccio sindacale di chi rappresenta i pensionati è quello di garantire la migliore assistenza e cura possibile dei malati. Questo può avvenire attraverso un rafforzamento della sanità pubblica, con la riqualificazione ed una maggiore efficacia/efficienza del servizio sanitario pubblico.
Si tratta di riequilibrare le scelte della Regione negli ultimi 20 anni, che hanno privilegiato prevalentemente le strutture private indebolendo quelle pubbliche.
L’attività di contrattazione che si sta svolgendo nei confronti delle strutture regionali mira proprio ad evitare i problemi più significativi che potrebbero coinvolgere larghe fasce di popolazione.
Sono infatti circa 3 milioni e 300mila in Lombardia le persone affette da cronicità, di cui 1 milione e 50mila nel solo bacino di Milano.

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La questione più immediata è quella relativa alla presa in carico dei malati cronici ed alla riduzione delle liste d’attesa, a fronte dei cambiamenti nell’organizzazione territoriale. Al posto delle precedenti 15 ASL, ora ci saranno 9 Ats (Agenzie di tutela della salute), fra cui quella di Città metropolitana che riguarda Milano e Lodi – San Donato inclusa – e vengono sostanzialmente ridotte da 98 a 27 le Asst (Aziende sociosanitarie territoriali), di cui fanno parte i Pot (prevalentemente, i presìdi ospedalieri) e i Presst (presìdi sociosanitari territoriali), cui spetterà il compito di erogare le varie prestazioni.
Si tratta di una concentrazione e contemporanea riduzione delle strutture disponibili sul territorio, con un conseguente aumento dei disagi per parecchi malati in particolare anziani, ma non solo, visto che purtroppo le cronicità interessano anche fasce di cittadini di tutte le età.

Ma ciò che lascia maggiori spazi di incertezza nell’applicazione, è la questione della presa in carico dei malati cronici e la loro possibile scelta fra i cosiddetti “gestori” e gli “erogatori”. Gestore è chi ha la responsabilità di prescrivere annualmente, per le cronicità dei singoli pazienti, un piano di assistenza integrato, cioè della programmazione di visite, cure e prestazioni che verranno poi erogate dalle strutture ospedaliere o ambulatoriali. La scarsissima adesione dei medici di base all’attività di “gestore” (si parla di un’adesione solo del 30% circa per l’Ats di Milano) potrebbe creare notevoli problemi e criticità, con il rischio di spingere ancora di più i cittadini verso il privato o peggio ancora a non curarsi perché non in grado di sostenere i costi delle prestazioni private.

Siamo ancora nella fase iniziale di applicazione della riforma, ma le difficoltà con cui si affrontano questi primi problemi non sono per nulla incoraggianti per la futura situazione sanitaria in Lombardia. Tanto più se si considera che non sta avvenendo la sostituzione del numero molto alto di medici di base che è ormai prossimo alla pensione e che in una certa misura è poco incentivato ad affrontare nuove tipologie di impegni burocratici ed organizzativi. Quindi, fra i tanti rischi di malfunzionamento, ci sarà anche quello di un aggravio nell’intasamento dei pronto-soccorso del territorio.
E’ poi intervenuto il Dott. Marco Zampieri, che svolge da molti anni la sua attività di medico di base a San Donato, per spiegare quali sono le difficoltà che si possono incontrare nell’affrontare i piani di cura e la prenotazione delle relative prestazioni, a meno che il singolo medico non si organizzi con un minimo di attività di segreteria e, ancora più difficile da ottenere, con particolari accordi con gli ospedali della zona. Il dott. Zampieri ha raccontato la sua esperienza personale che lo ha portato a partecipare ad una sperimentazione in cooperativa con altri medici e che quindi ha aderito come “gestore” ma che, nonostante questo, prevede grosse difficoltà nell’applicazione di questa parte della riforma.
L’incontro è poi proseguito con le risposte del relatore a diverse domande di chiarimenti da parte dei numerosi partecipanti all’incontro e con l’assicurazione che i sindacati si impegneranno a vigilare ed a porre la massima attenzione nel controllare e nel collaborare con le strutture regionali affinché le prossime fasi applicative della riforma avvengano con l’obbiettivo di garantire al meglio possibile la cura dei malati, nonché un aumento di percorsi per la prevenzione e l’educazione sanitaria.
In chiusura, Isolina Fortini a nome dei sindacati dei pensionati CGIL, CISL e UIL sandonatesi, ha informato che il prossimo incontro, previsto per il 5 aprile, tratterà un’altra importante novità contenuta nella riforma sanitaria lombarda: i Poliambulatori medici di famiglia.

In considerazione dell’importanza degli argomenti discussi, la Redazione RecSando ritiene utile mettere a disposizione la registrazione audio dell’incontro, che può essere ascoltata in podcast da chi fosse interessato.

Luciano Monti – Redazione Recsando


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