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Maggio in giallo… 24 autori, 18 intervistatori… un grande successo

Maggio in giallo….o forse in nero…potremmo dire, riprendendo una dicotomia che ha costituito uno dei (tanti) leit motiv della rassegna del noir organizzata, finanziata e promossa dal Circolo Culturale Il Picchio a San Giuliano Milanese e che, come ormai da alcuni anni, ha visto impegnati ben 24 autori di romanzi noir o gialli (o mistery), intervistati da 18 tra giornalisti,  blogger oppure semplici lettori amanti di questa letteratura di genere.

Un mese intenso, ricco di dibattiti, cene in giallo, incontri e aperitivi in libreria, per promuovere (se ancora ce ne fosse bisogno) e arricchire di spunti e nuovi punti di vista questo genere letterario che, a dispetto di chi ancora lo considera un sotto-genere, assume ogni anno che passa un’importanza sempre maggiore nel panorama culturale italiano e non solo.

Delle cene in giallo e degli aperitivi in libreria si è già parlato in articoli precedenti.

Maggio in Giallo: Erica Arosio e Giorgio Maimone intervistati da Sergio Farci di Libropoli
Vincenzo Maimone e Alberto Minnella, due siciliani a San Giuliano Milanese
Cena con gli autori: Maggio in Giallo a Eterotopia, intervista di Alberto Tavazzi
Aperitivo con l’autore Fabio Mundadori, intervistato da Sergio Farci di Libropoli
Ottimo inizio per la rassegna Maggio in Giallo, alla Trattoria La Primavera

 

Quella che segue è invece la cronaca delle due giornate finali, in cui abbiamo potuto ascoltare e applaudire 15 dei 24 autori, che si sono avvicendati senza soluzione di continuità al tavolo della Sala Previato, incalzati dagli intervistatori ed accompagnati dalle musiche di due bravissimi chitarristi, Marco Sonaglia e Giorgio Fassi.

A rompere il ghiaccio, sabato 26 maggio, è stata la scrittrice Paola Sironi, autrice di “Donne che odiano i fiori” intervistata da Flavio Mantovani: ricordando Philip Roth, il grande scrittore americano scomparso qualche giorno fa, si è parlato dell’amore per la scrittura, della libertà che deriva dallo scrivere (Joyce) e della necessità, soprattutto in un genere letterario come il noir, di operare, attraverso la scrittura appunto, una sintesi di ciò che attraverso il romanzo si vuole comunicare, dando allo stesso tempo sfogo alla propria immaginazione, necessaria non solo per scrivere, ma anche per leggere.

Con “Rosso Notte”, di Ezio Gavazzeni, intervistato da Manuela Baldi, ci siamo addentrati nel mondo del pugilato e del gioco d’azzardo, spesso collegati, anche nella vita reale, in un sorta di ripresa cinematografica di Milano, protagonista comprimaria in questo romanzo e “location”di molte delle storie raccontate in questa rassegna. Una Milano, quella di Gavazzeni, dai colori al tempo stesso tenui (il grigio dell’inverno) e accesi (il rosso delle insegne intermittenti al neon di quella che negli anni 80 era la famosa “Milano da bere”), una Milano dei contrasti e delle contraddizioni, come tutte le grandi metropoli mondiali.

E’ invece un viaggio nella memoria e nella provincia quello che ci invitano a fare Anna Maria Castoldi e Miriam Donati, autrici a quattro mani del romanzo “Delitti nell’orto”, ambientato in un paese inventato, Maranese, che però è facilmente identificabile con qualsiasi paese della provincia italiana, popolato da tutta una serie di personaggi che sicuramente tutti, prima o poi nel corso della propria vita, hanno incontrato e che rappresentano un po’ tutte le generazioni e le classi. Il romanzo presenta tante storie parallele, tenute insieme dalle tre indagini principali, condotte da tre investigatori “anomali”: Onorina, a detta delle stesse autrici una erede diretta di Miss Marple, una bibliotecaria e un giovane ispettore immigrato, insomma, tre “investigatori per caso”.

Ben diversi sono invece gli investigatori protagonisti dei romanzi di Roberto van Heughten autore di “il Silenzio di Ada”, e  Maurizio Lorenzi, “Il Comunicatore” , intervistati da Erika Innocenti. Anche loro,  comunque, sono investigatori  un po’ per caso, un biografo di vite altrui, Gianluca Vanetti, nel primo caso, e un poliziotto, nel secondo, preposto ad accompagnare grossi e pericolosi criminali nei viaggi di ritorno nei loro Paesi di origine (che peraltro svolge la stessa professione del suo autore). Questi due investigatori si muovono su piani e in ambienti diversi.
Tutti questi romanzi, però, hanno una caratteristica comune e cioè quella di indagare l’animo umano e le ragioni profonde che spingono i personaggi ad agire, sia che si tratti delle vittime, dei carnefici o degli investigatori.

Lo stesso vale per il protagonista di “L’estate degli inganni” di Roberto Perrone, intervistato da Manuela Baldi. Annibale Canessa e’un personaggio “tutto d’un pezzo”, che non si lascia impressionare più di tanto dalla realtà che lui, ex carabiniere dell’antiterrorismo, si trova di fronte nel momento in cui, dopo anni di assenza dalle “scene del crimine”, si ritrova coinvolto in una indagine su una serie di omicidi avvenuti nel mondo del calcio. Canessa e’ abbastanza diverso dal classico investigatore  protagonista dei romanzi noir: è un po’ tormentato, ma non troppo e non ha storie complicate con donne bellissime ecc. ecc. si allontana, insomma, dai cliché. In questo romanzo, a differenza di quelli fino ad ora presentati, e’ molto presente la politica e si svolgono fatti direttamente riconducibili alla realtà italiana degli anni 70/80.

A chiudere la prima giornata, ci ha pensato un grande redattore di Radio Popolare, Renato Scuffietti, che ha intervistato un altrettanto grande scrittore italiano, Bruno Morchio, autore di “Un Piede In Due Scarpe”, ambientato a Genova, incentrato sul commissario Ingravallo: e qui è d’obbligo il riferimento a Gadda e al suo ispettore omonimo: qui il noir si addentra se possibile ancora di più nella psicologia e nei meandri dell’animo umano, in una storia dove ogni protagonista ha il proprio contraltare, e dove si ritrova uno degli obiettivi fondamentali di chi scrive noir: per dirla con Morchio stesso, quello di “dare un senso alla vita e alla morte”,piuttosto che “scovare l’assassino” che è invece lo scopo principale del romanzo giallo.
Nella conclusione della prima serata, insomma, abbiamo ritrovato uno degli interrogativi che si erano posti all’inizio e cioè, quale sia la natura del giallo e del noir, e soprattutto fino a che punto queste narrazioni facilitano l’ introspezione psicologica.

LO SLIDESHOW

Maggio in giallo... 24 autori, 18 intervistatori... un grande successo

Nella seconda giornata, tutti questi temi sono stati ripresi e arricchiti di nuovi spunti e nuovi punti di vista….

Ad aprire le danze, Luigi Guicciardi, autore di “Non c’è posto per nascondersi”,intervistato da Alessandra Zanardi.  Il commissario Cataldo, protagonista di tutti i romanzi di Guicciardi, deve questa volta condurre un’indagine per un delitto commesso,  nel mondo del calcio. Con Luigi si è parlato di tanti aspetti del romanzo in generale e del noir in particolare, della caratterizzazione dei personaggi, indagati (e questo è proprio il termine giusto) soprattutto nella loro psicologia e nel loro modo di essere, prima di tutto, esseri umani, con le proprie debolezze e i propri punti di forza; e anche di una caratteristica peculiare del noir, in particolare quello italiano ( noir mediterraneo) e cioè la location, nel caso di Luigi , Modena e provincia, che quasi sempre coincide con la terra di origine dello scrittore stesso, e che a volte è essa stessa co-protagonista, insieme ai personaggi veri e propri.

Di questo aspetto si è discusso anche con lo scrittore successivo, e cioè Fabrizio Borgio, autore di “Morte ad Asti”, intervistato da Valeria Giacomello. Fabrizio, autore eclettico (è scrittore di noir, giallo, romanzi horror, gioca a scacchi ed è un sommelier), sottolinea l’importanza di scrivere di ciò che si conosce, a partire dal luogo di appartenenza, Asti, in questo caso, che il lettore impara a conoscere attraverso la narrazione e dalla quale si parte poi per sviluppare una riflessione più ampia, che analizza la realtà italiana nel suo complesso, senza dare giudizi, perché questo non è compito dello scrittore, che non deve e non vuole insegnare nulla a nessuno.

E una scrittrice che scrive sicuramente di ciò che conosce è Paola Varalli, con il suo romanzo “Incroci Obbligati”, che ha origine dalla passione di Paola stessa ( e dì suo padre) per l’enigmistica. Paola è stata intervistata da Marco Maccari. I personaggi, principali, due “investigatrici per caso” (figure ricorrenti nei noir targati Italia)  e il commissario vero e proprio, sono tratteggiati seguendo linee che riconducono all’autrice stessa, per sua stessa ammissione, o a persone realmente conosciute. Non sono, questi, eroi o eroine tutti d’un pezzo, Superman o Wonder Woman, ma esseri umani che non appartengono a nessun cliché precostituito.

Alessandro Bastasi, quarto autore della seconda giornata, con il suo romanzo “ Notturno Metropolitano”, ci riporta a Milano, una Milano contemporanea, visitata nei suoi aspetti più neri, che si manifestano dovunque, indipendentemente dalla zona di Milano in cui ci si trova. Ancora l’importanza della localizzazione, vera e propria protagonista della storia. Non mancano, in questo romanzo, rimandi all’attualità italiana, seppure senza giudizi o commenti diretti da parte dell’autore. Ad intervistarlo Mirko Giacchetti, blogger giornalista.

E là realtà italiana è anche al centro delle opere di un grande giornalista e scrittore italiano, Piero Colaprico, che con la sua presenza ha portato un ulteriore valore aggiunto a questa bellissima rassegna. Colaprico, ora capo redattore di Repubblica per la pagina milanese, giornalista conosciuto al pubblico soprattutto per le sue inchieste degli anni ‘90, in piena Tangentopoli, e autore di tanti romanzi, alcuni scritti insieme a Pietro Valpreda, ha presentato a San Giuliano “la strategia del gambero”, l’ultimo in ordine di tempo. Ad intervistarlo, Gino Marchitelli, promotore e organizzatore della rassegna, nonché scrittore di noir e tanto altro, e Claudia Pinelli, figlia di Giuseppe Pinelli.
Ed è proprio partendo dalla sua esperienza come giornalista che Colaprico ci ha accompagnato in una lunga chiacchierata su come è cambiato il rapporto del giornalista con l’oggetto della sua indagine, nel passaggio dalla carta stampata al giornalismo televisivo, sulla realtà italiana che viene raccontata anche nei romanzi, sulla scrittura che non è necessariamente consolatoria o liberatoria, ma che semplicemente serve a parlare di ciò che ci piace. Sullo sfondo, l’ Italia e le sue contraddizioni (“patria di San Francesco e al tempo stesso dei Borgia”cit.), definita da Colaprico un luogo bellissimo in cui sostanzialmente chiunque può fare ciò che vuole, sia in senso  positivo che negativo, FINCHÉ … succede qualcosa che cambia tutto.

L’ultima intervista della giornata ha avuto come protagonisti due autori “a cavallo dell’Appennino” e cioè Simone Togneri di Firenze e Roberto Carboni, intervistati da Giusy Giulianini. Anche loro artisti eclettici, soprattutto Simone, legato al mondo delle arti figurative e della musica, nei loro romanzi “Dio del Sagittario”(Togneri) e “Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove” (Carboni) ci conducono per le strade di una Firenze ancora traumatizzata dalla vicenda del “mostro” ed una Bologna segnata ancora profondamente, a tanti anni di distanza, dalla strage alla stazione, avvenuta nel 1980. in queste città ferite, si muovono killer spietati e investigatori al di fuori degli schemi (e come abbiamo visto questa è una caratteristica comune un po’ a tutti gli investigatori protagonisti di questi noir).  Eppure, anche parlando di delitti, assassini e morte, la scrittura rivela tutta la sua magia e, a tratti, la sua follia,

A conclusione di questa lunga cronaca ( e del resto, data la ricchezza degli interventi e dei romanzi presentati, non poteva essere altrimenti), ciò che più ci preme di sottolineare è l’unicità e l’enorme importanza culturale e sociale di questa rassegna, non solo per San Giuliano, ma per tutto il Sud-Milano. La speranza è che anche l’anno prossimo Maggio in Giallo venga ad arricchire le nostre menti e le nostre coscienze e a divertirci con le sue fantastiche narrazioni, gialle o noir che siano. Purtroppo circolano voci secondo cui questo potrebbe non avvenire e ciò sarebbe un vero e proprio delitto, un assassinio culturale.

Ascolta il Podcast integrale della II^ Giornata con l’intervista Gino Marchitelli e Claudia Pinelli a Piero Colaprico.

Circolo Letterario 6×4 – Piera Scudeletti

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