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Il RUGBY a San Donato?

Il RUGBY  a  San Donato?

 

La cosa che più ti colpisce dopo aver ascoltato la storia della società sportiva RUGBY SAN DONATO, raccontata dal suo presidente Massimo Fabbri, da Fabio Fazzo e dalla presidente onoraria Cristina Lentini è  felicità e determinazione. Si… la felicità di aver scoperto quanto possa essere appassionante, genuino e maledettamente divertente giocare in una squadra di RUGBY.
 
“Correva l'anno 2009 quando un gruppo di amici si ritrovava abitualmente a giocare nei prati del Parco Nord a San Giuliano, sa…questa è una passione che non tramonta mai…” inizia così a parlarci il presidente della società sportiva dilettantistica di rugby, una sera nei locali della redazione di Recsando a San Donato.
 
“…ma per iniziare a costruire una squadra  avevamo bisogno di un allenatore e allora contattammo l'uomo che ha tirato su tutte le squadre di rugby a San Donato dal ' 64 a oggi: Raffaele Occhini
così, dopo soli 5 mesi nasce ufficialmente l'A.S.D. Rugby di San Donato…”
 
“…Oggi per noi  è il minirugby e il settore giovanile il fulcro dell'attività dell'associazione con oltre 130 atleti tesserati e 15 fra educatori e allenatori volontari, in piu… siamo certificati FIR e  formiamo bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni per partecipare ai tornei regionali di categoria. Siamo una bella associazione sapete… giocatori e genitori collaboriamo tutti insieme, perchè lo spirito di squadra è fondamentale per crescere e per vincere”.
 
Il rugby gioco di squadra  poco presente sul territorio Italiano e localizzato a macchie di leopardo, tanto nel nord-est, poco nel centro e pochissimo al sud anche se presente ad Alghero e nei dintorni di Catania.
 
Una disciplina sportiva che come dice il grande attore Paolini: “il rugby sta al calcio come la prima guerra mondiale sta alla seconda…per il calcio conta il bliz, fattore tempo, la guerra lampo, al rugby conta solo il fattore terra, linee di terra fino all'ultima estrema linea che non a caso si chiama meta e per arrivarci c'è posto per tutti. Se sei  bello grasso, grosso diventi pacchetto di mischia, se invece sei alto magro leggero e sai correre diventi ala tre quarti, ognuno trova il suo ruolo… ma alle giovanili ti cucchi tutti i ruoli e poi lo sai che il rugby è l'unico sport che ha il terzo tempo? si… quello che alla fine partita mangi e bevi con la squadra avversaria”.   Forse è per questo che i tifosi di rugby non si pestano mai fuori dagli stadi.
 
Le regole di gioco sono ben precise: disciplina in campo, rispetto per l'avversario, contatto fisico, gioco con passione e tanta forza:”vai, vai…apertura apertura, possesso possesso, ma no… cosa fai placcalo, ma dove? alle gambe boia…Allora tusc, mischia, correrre,correre, placcare placcare, allenamento, allenamento…”
 
Chiedo:” dove vi allenate? considerando che in tutta la zona sud Est Milano da Porta Romana sino a Melegnano non ci sono  campi dedicati al rugby.”
 
“Non abbiamo un campo dedicato” dice Fabio Fazzo” ma ci piacerebbe averlo, siamo ormai in tanti ad allenarci”. ” Abbiamo fatto richiesta al Comune di San Donato” continua il presidente Massimo Fabbri,  “vorremmo che dedicassero a questa disciplina sportiva un campo e  lo avremmo anche individuato nel campo di calcio “Picchi” quello in fondo a via Di Vittorio ormai abbandonato ma, abbiamo la necessità di  fare un sopralluogo prima di attrezzarlo… a nostre spese si intende, in un vero campo di rugby. Ora ci alleniamo al campo Mattei e andiamo a Rozzano a fare le partite,  affittiamo una volta all'anno  il campo dell'Omni comprensivo anche se costa molto”.
 
Resto affascinata da quanta passione e convinzione spinge queste persone a dedicare il proprio tempo  ai giovani per amore di questo sport.
Ascoltandoli mi sono ritorna le parole di un amico, giocatore di rugby: “…vedi, questo gioco ti insegna a stare al mondo, ti forgia il carattere e ti insegna che solo attraverso il sacrificio si raggiungono gli obiettivi. Da solo non puoi fare nulla, si gioca e si vince in 15 nel rispetto delle regole e degli avversari. Tutto quello che ricevi dal rugby  da piccolo lo devi insegnare alle giovani generazioni.”
 
Si ho capito ma, allora: “Chi ga vinto?” “non lo so… ma tu gioca”.
Ornella Bongiorni
 

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