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#CAPIAMOci

#CAPIAMOci

Questo articolo nasce come una sorta di sfogo nei confronti della dura situazione che il nostro mondo sta affrontando. L’attentato a Charlie Hebdo pare averci colpito nel cuore delle nostre insicurezze ed averci presentato nuovi, terribili, scenari. Un atto così cruento, nel cuore della nostra placida realtà, non può che rammentarci momenti di terrore che già in passato avevano minato la nostra pace.

Tuttavia, le nostre reazioni paiono fortemente miopi non in grado di approcciarsi realmente al dramma.
Tra le voci dei “soliti noti” che affermano di voler cacciare ogni uomo diverso da loro perché ritenuto una minaccia e le voci di chi si schiera, solidale, gridando ‘Je suis Charlie’, non mi sembra si sia fatto alcuno sforzo per comprendere la situazione. Ho avvertito questo ignorare guardando il telegiornale e accorgendomi che i nostri media applicano, a situazioni politicamente, umanamente e storicamente complesse, uno schema Bene/Male degno di un fumetto di Spider-Man.

Il direttore di un prestigioso e assai diffuso giornale, al Tg delle 20:00, ha affermato che costoro che ci hanno attaccato lo hanno fatto perché “l’Occidente esiste, esistono i suoi valori e loro li vogliono distruggere”. Pensavo che questo tipo di morale hollywoodiana attecchisse dai dodici anni in giù e non che un uomo di tale livello potesse rilasciare tali dichiarazioni!

Accogliamo come manifestazioni del fondamentalismo religioso degli assalitori le parole in cui affermano di averlo fatto perché hanno visto gli occidentali massacrare donne e bambini in Afghanistan o in Iraq. Noi lo abbiamo fatto! Inutile nasconderci dietro immagini fasulle simili a quelle inscenate nel nuovo film di Clint Eastwood! Noi non siamo il bene e loro non sono il male. Queste vicende occultano atavici malesseri nei confronti della nostra società. Abbiamo voluto trincerarci nei nostri salotti dorati (quale scenario migliore di Parigi?). Ci siamo illusi del profumo di pace con cui abbiamo irrorato il nostro ambiente così come il mondo a noi circostante. Ed ora? Come nel racconto di Allan Poe “La mascherata della morte rossa” la devastazione che abbiamo ignorato chiudendoci nel nostro castello sta ora penetrando proprio mentre balliamo spensierati. Ma anche all’interno del nostro allegro castello abbiamo sommerso ciò che non ci andava di  vedere sotto una nauseante coltre di profumo. Il “male” è rimasto. Perché gli attentatori provengono dalle Banlieues e non da qualche bel quartiere residenziale? Perché le loro storie sono plasmate nell’abbandono e nell’emarginazione? Certo non è sempre così; l’italiano convertito di Genova, con buone probabilità
deceduto ad Aleppo, è cresciuto in una famiglia che mai gli ha fatto mancare nulla! Ritengo però non sia che un’eccezione. Episodi come quelli a cui stiamo assistendo in questi giorni son espressioni di una rabbia atavica. Una rabbia dovuta alla mancanza di pace, fratellanza e genuina convivenza che il “megadirettore galattico” del famoso giornale ha affermato essere la base del nostro, ipocrita, paradiso.
Il dramma ci spinga a comprendere che è giunto il momento di cambiare. Bisogna operare perché venga cancellata la “rabbia antica di generazione senza nome” che aveva spinto l’eroe di Guccini a lanciarsi in un folle gesto con la locomotiva. E’ giunto il momento che si recuperino le periferie abbandonate perché abbiamo preferito non causarci preoccupazioni. E’ ora che si rivolga lo sguardo al mondo e si comprenda.
 

Alziamo le matite al cielo, rivendichiamo la nostra libertà e allora facciamola realmente nostra!
Non sarebbe male iniziare innalzando per una volta anche la bandiera della Nigeria (ieri Boko Haram, 2000 morti) o dello Yemen (pochi giorn fa l’attentato) o ancora del Pakistan!
Non sarebbe male per una volta essere davvero segnati dalla fratellanza e non dall’ipocrisia.

Redazione RecSando – Alessandro Sicignano

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