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RIFIUTI: COMUNICAZIONE ED EDUCAZIONE O REPRESSIONE?

 

Siamo arrivati al dunque: tra poco scatteranno anche nella nostra città le multe per chi non ricicla a dovere.

Ispettori di AMSA frugheranno tra i nostri rifiuti e, se non saranno correttamente differenziati, fioccheranno le sanzioni. Nascono già due fazioni, che si contrappongono anche in diversi gruppi su Facebook: coloro che sono favorevoli (“multare è l’unico modo per far rispettare le leggi, bisogna toccare tutti nel portafoglio”) e chi è invece contrario (“impossibile stabilire a chi appartengono i rifiuti, ci sarà sempre il furbo che getterà il suo sacchetto nel cassonetto di qualcun’altro”). Naturalmente il secondo gruppo appare più nutrito, le multe vengono percepite come l’ultima delle infinite vessazioni alle quali è sottoposto quotidianamente il cittadino.

Altro argomento importante per chi è contrario è la difficoltà ad eseguire una corretta differenziazione dei rifiuti da parte di persone anziane o troppo giovani, oppure straniere e quindi meno informate a causa della differenza di linguaggio. A questo proposito stanno cominciando ad essere affissi anche a Certosa i cartelli multilingue che il Comitato Di Vittorio/Parri/Certosa ha predisposto (con la “benedizione” del Comune) per informare meglio i cittadini sul servizio di raccolta degli ingombranti a domicilio. Se infatti nel nostro Comune la differenziata si ferma solo al 50%, parallelamente prosegue la cattiva abitudine di disfarsi dei rifiuti ingombranti gettandoli per strada. Raramente questi “ecofurbi” vengono colti in flagrante e multati, purtroppo. il Comitato ha deciso di agire sul fronte dell’informazione e noi di “Certosa Today” siamo in perfetta sintonia.

Le multe, a nostro avviso, andrebbero bene solo dopo un periodo di intensa campagna informativa da parte del Comune e di educazione (nelle scuole, nei luoghi di ritrovo, ecc.) e unite almeno ad un sistema di identificazione certa del sacco contenente gli scarti (per esempio utilizzando le chiusure con codice a barre che attribuisce il sacco a un preciso condominio o utente), altrimenti si rischia di sparare nel mucchio. Inoltre una politica repressiva andrebbe messa in atto solo dopo aver fatto di tutto per identificare non chi per sbaglio mette la scatoletta del tonno nella carta o butta nell’indifferenziato un Tetrapack riciclabile nella carta, ma chi getta per strada le macerie e i residui di lavori edili, gli oggetti sgomberati dalla cantina, i materassi vecchi. Se non si riescono a colpire questi che sono veri e propri delinquenti, con che spirito si andranno a multare condomini e villette che commettono errori nella differenziata? Con che animo si andranno a tartassare ancora di più i cittadini/contribuenti che già magari non riescono a pagare le spese di condominio? A noi sembra che si cerchi di passare dove l’acqua è bassa, come si suole dire, e che comunque a una politica basata sulla repressione sarebbe meglio sostituire o per lo meno affiancarne una basata sull’incentivazione. Premiare i comportamenti corretti, permettere di guadagnare qualcosa in prima persona recuperando i rifiuti, invoglierebbe le persone a non disfarsi in modo sconsiderato dei propri rifiuti. Ma le nostre sono parole al vento, dato che sembra che l’Assessore alla partita, Andrea Battocchio, sia ben intenzionato a seguire la linea della repressione pura e semplice. 

 

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