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PD SDM: STADIO MILAN – 3 domande al Sindaco Squeri

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Sindaco Squeri,

Con la sua intervista a Il Cittadino e con le pagine del periodico comunale ha scelto di esporsi e chiarire definitivamente la sua posizione sul tema dello stadio a San Donato, fin qui tenuta incomprensibilmente “nascosta”, in attesa di un progetto che tutti i giornali avevano in mano, e che lei, evidentemente, non aveva ancora visto.
In coda all’intervista, si dice “consapevole del fatto che bisognerà lavorare molto sulla viabilità e sulla mobilità al fine di mitigare gli eventuali disagi”.
Siamo contenti di questa sua consapevolezza, Sindaco, ma avremmo preferito una maggiore “consapevolezza” delle soluzioni messe in campo.
Lasciando per il momento da parte il tema ambientale, paesaggistico e quello della sicurezza pubblica, comunque fondamentali, vorremmo farle alcune domande:

1)  Come si intende risolvere il problema dei posteggi?

A San Siro (con una fermata della metropolitana a meno di 200 metri dall’ingresso) circa il 65% dell’utenza prende l’auto, con 2 persone per auto in media. Se lo stadio avrà 70.000 posti parliamo di almeno 22.750 automobili in cerca di un parcheggio.

Se per ogni posteggio occorrono – da normativa Coni – 20 mq ad automobile, parliamo di almeno 455.000 mq di parcheggi. Anche considerando 3 utenti per auto parliamo di 303.000 mq.
Non è ancora noto quanti parcheggi voglia realizzare la Società nel comparto del San Francesco (che è nel suo complesso di 300.000 mq), o nel Parco Agricolo Sud Milano, ma ogni posto auto non previsto in quell’area significa un’automobile in più nei parcheggi oggi utilizzati dai sandonatesi, per decine di migliaia di auto che entrano ed escono dalla Città nello stesso orario.

2)  Come si intende risolvere il problema viabilistico, dell’arrivo e del deflusso di mezzi e persone?

Se il progetto di Sport Life City, con un’arena da 18.000 posti, poneva criticità serie, come si pensa di risolverle per uno stadio da 70.000 posti?

Al di là della rete stradale, difficilmente potenziabile e che quindi rischia di essere semplicemente congestionata (come accade già oggi, senza uno stadio e senza il Palazzetto che sorgerà a Santa Giulia), qualche dubbio viene sui trasporti pubblici, che dovrebbero trasportare (oltre ai regolari pendolari) gli almeno 25.000 tifosi “rimasti a piedi”.

Quanto alla stazione dei treni: con un treno da circa 1600 passeggeri tra sedute e posti in piedi e con una frequenza massima di una corsa ogni 15 minuti (vista l’infrastruttura), 25.000 persone possono defluire in circa 4 ore, con tempi dimezzati se ipotizziamo che “solo” 10.000 persone prendano il treno.

Quanto alla Metropolitana – che si trova a circa 2 km di distanza dall’eventuale ingresso dello stadio – un treno serve circa 1000 passeggeri, per una frequenza massima di un treno ogni 3 minuti. Con “sole” 15.000 persone, significherebbe almeno 45 minuti per il loro deflusso.
Ovviamente, tutto questo a patto che i 32.000 sandonatesi evitino di prendere automobile e mezzi pubblici durante gli eventi, ovvero – stando alle indiscrezioni – per “soli” 50 giorni all’anno.
Non serviva certo aspettare il progetto per comprendere che una Città di 32.000 abitanti non ha infrastrutture pensate per accogliere 70.000 persone in più.
La destra in Regione ignora da decenni le richieste dei pendolari del sud-est milanese, che ancora aspettano il potenziamento del passante ferroviario e il prolungamento della linea gialla verso Paullo, ma oggi scopriamo che potrebbe essere attivato un binario morto da Rogoredo, per servire i tifosi.
Viene qualche dubbio sui tempi: per la metro a San Siro ci vollero 50 anni, per il Forum di Assago “solo” 20.

3)  Qual è la sua idea di Città?

Che modello di sviluppo è quello che richiede uno stadio da 70.000 utenti per garantire servizi pubblici che sono, comunque, essenziali? Non certo il modello di Mattei, che aveva in mente una Città ideale, che mettesse al centro il benessere dei suoi cittadini.
Il progetto dello stadio ha al suo centro il legittimo interesse economico-finanziario di una Società privata, ma certamente non il benessere dei sandonatesi, con l’Amministrazione pubblica che dovrà farsi carico delle sue enormi conseguenze, con risorse e attenzioni.
Siamo certi che le cittadine e i cittadini sandonatesi aspettino di conoscere le sue risposte e di sapere come intende coinvolgerli, ora che ha bocciato la proposta di un referendum sul tema.

Circolo PD San Donato Milanese

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