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Occhio secco: chi abita nella Pianura Padana è più colpito

OCCHIO SECCO : NE SOFFRE IL 75% DELLA POPOLAZIONE
 
Chi abita in città è più colpito, soprattutto nella Pianura Padana
 
CHERATOCONO: UNA MALATTIA DEI GIOVANI
Maggiori rischi per i giovani dai 15 ai 25 anni
 
 
IL CIOS, Centro Italiano Occhio Secco di Milano diretto dal Dottor Lucio Buratto in collaborazione con l’Università dell’Insubria di Varese, diretta dal professor Claudio Azzolini ha organizzato negli scorsi mesi di maggio e giugno la 4° Campagna di Prevenzione e Diagnosi patrocinata dal Ministero della Salute e dalla SOI (Società Oftalmologica Italiana). Sono state 745 le persone che si sono sottoposte agli screening gratuiti effettuati nei 16 Centri distribuiti in 11 regioni della penisola. 370 individui esaminati risiedono nell’area della pianura padana mentre 375 vivono in altre zone del Paese.
 
Occhio secco– Il dato più significativo è che le coloro che abitano in pianura padana evidenziano una forma lieve o moderata di Sindrome dell’occhio secco pari all’83% del totale. Quindi più di 8 casi su dieci. La percentuale scende all’73% per il resto delle regioni coinvolte. Più di 7 casi su 10. Siamo a oltre il 75% di persone colpite. Un dato più che preoccupante considerando l’importanza di avere occhi sani soprattutto in un momento storico in cui la vista è sempre più fondamentale e quotidianamente iper-sollecitata.
La Sindrome dell’occhio secco è una malattia degli over 50. E’ stata riscontrata nel 63% del totale dei casi. Oltre all’invecchiamento; sono il sesso (le femmine sono più colpite); le alterazioni ormonali, le patologie sistemiche, fumo e alcol sono i fattori di rischio.
 
Ma insieme a questi e con una incidenza sempre maggiore nell’insorgenza dell’occhio secco ci sono l’inquinamento atmosferico, utilizzo eccessivo dell’aria condizionata e prolungato uso di computer, smartphone e altri dispositivi dotati di schermo luminoso. Condizioni, queste ultime, riscontrabili nelle grandi città soprattutto del nord Italia (Pianura Padana) in percentuale doppia rispetto alle altre zone d’Italia. Si può quindi concludere che in Italia la Sindrome dell’Occhio secco è una patologia metropolitana e soprattutto padana. Per questo è utile, oltre alla campagna di sollecitazione, non trascurare questo disturbo e farsi visitare dal proprio oculista.
Cheratocono– CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico e NEOVISION in collaborazione con l’Università di Verona e l’Università di Chieti-Pescara presentano i dati relativi alla 1° Campagna di prevenzione e diagnosi del Cheratocono svoltasi nei scorsi mesi di settembre e ottobre.

 
La campagna ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Salute e della Società Oftalmologica Italiana.
 
Sono state 317 le persone che si sono sottoposte agli screening gratuiti nei 21 Centri distribuiti in su tutto il territorio nazionale. Il dato più evidente è che l’82% non presenta alterazioni riconducibili a cheratocono, il 10% presenta delle alterazioni riconducibili a sospetto cheratocono mentre l’8% evidenzia modifiche dell’aspetto corneale che rivelavano cheratocono già evidente mai diagnosticato precedentemente. Quindi quasi 2 persone su 10 soffrono o potrebbero sviluppare questa patologia. Una percentuale che essendo una malattia che colpisce i giovani e i giovanissimi desta una certa preoccupazione.
 
Il numero di persone analizzate risulta equamente suddiviso tra maschi (54%) e femmine (46%). Il 32% dei pazienti ha età compresa tra i 15 e i 20 anni, il 24% tra i 21 e i 25 anni, il 22% tra i 26 e i 30 e tra i 31 e 35 anni.
 
Test di Avellino– Per alcune delle persone che si sono sottoposte allo screening è stato possibile avvalersi del Test di Avellino (Labs). Una tecnologia di nuova generazione sviluppata a Menlo Park in California -USA- che consiste in un test genetico per la diagnosi precoce del cheratocono attraverso il sequenziamento del DNA prelevato con un tampone buccale durante lo screening e analizzato successivamente nei laboratori di Avellino Labs e che permetterà a questi pazienti di sapere se sono presenti alterazioni nei cromosomi riconducibili al cheratocono. Questo test è stato recentemente presentato ufficialmente agli oculisti statunitensi in occasione del congresso dell’American Academy Ophthalmology (AAO) 2019.
 
Riconoscimento  – Neovision ha ricevuto recentemente a Parigi il “Practice Management Innovation Prize” come miglior progetto innovativo nell’ambito del congresso dell’European Society of Cataract & Refractive Surgeons (ESCRS), società scientifica con oltre 7.500 specialisti di 130 Paesi. L’edizione di quest’anno ha registrato la presenza record di oltre 9.500 delegati, confermandosi come il congresso di oftalmologia più importante a livello europeo.
 
Il progetto (ideato da Julien Buratto Ceo di Neovision)) premiato per il suo valore innovativo, inaugura un nuovo concetto di assistenza. Prima al mondo Neovision offre la possibilità di accedere ai propri servizi diagnostici attraverso l’acquisto della visita specialistica sulla piattaforma digitale di e-Commerce Amazon.
 
Neovision nasce nel 2017 creata da Lucio Buratto oculista con un’esperienza di oltre quaranta anni nella ricerca, diagnosi e cura delle malattie dell’occhio; fondatore e Direttore scientifico di CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico.
 
“Per vivere meglio si deve vedere meglio”. Una frase semplice che è stata la filosofia di lavoro che haportato CAMO ad essere un centro di eccellenza nella diagnosi e chirurgia oculare e che ora è alla base del lavoro di tutti i Centri NEOVISION di Milano. Una struttura complessa che in pochi anni, è diventata punto di riferimento non solo milanese per tutti coloro che hanno a cuore la propria salute e quella dei propri famigliari.
 
I tre Centri Neovision sono coordinati dalla dottoressa Felicita Norcia che coordina un team di medici oculisti altamente specializzati, infermieri e ortottisti che sono costantemente aggiornati grazie a corsi organizzati da NEOVISION stessa in collaborazione con esperti e strutture sanitarie sia nazionali che estere. Inoltre la esperienza consolidata di CAMO e di chi vi lavora è fonte continua di scambio di conoscenze, informazioni e aggiornamenti tra le due realtà. Le sale operatorie di via Cartesio a Milano sono utilizzate da entrambe le strutture La strumentazione diagnostica e chirurgica è riconosciuta come d’avanguardia non solo in Italia.

Edoardo Stucchi
 

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