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NEXT Generation ... Tre ingredienti

Emozioni forti, nuove amicizie e scoperta di un mondo straniero: questi sono tre dei tanti ingredienti che stanno animando l’anno all’estero di due ragazze italiane di Faenza. Le diciassettenni Edith Zambianchi e Maddalena Quadalti, nonostante la pandemia di Covid 19, sono partite rispettivamente per Mudersbach, cittadina della Germania e Fisher, città rurale negli USA.

Edith è partita con l’agenzia italiana “accademia britannica”, che è gemellata con quella tedesca DFSR mentre Maddalena ha scelto di affidarsi all’agenzia italiana “Mondo Insieme”. Abbiamo avuto modo di intervistare le due ragazze per scoprire qualcosa delle loro esperienze.

Siete in famiglia o in un college?

Edith: sono in una famiglia composta da tre persone e devo dire che sono stata molto fortunata perché mi sostengono mi aiutano ogni volta che lo chiedo. Sono stati sin da subito molto gentili e mi hanno anche aiutato a superare la nostalgia iniziale

Maddalena: sono in famiglia composta da sette bambini di età comprese tra i 7 e 12 anni e i “nostri” genitori. Sin da subito si è creato un clima di affetto e complicità sia coi genitori che coi fratelli. 

Perchè avete deciso di partire ?

Edith: quello che mi ha spinto più di tutto è l’idea di imparare la lingua al meglio delle mie possibilità. Il grande sogno sarebbe in un futuro venire a frequentare l’università qua e chissà magari rimanerci per sempre. Fare quest’anno mi ha permesso di vedere se il mio sogno mi si addice o meno.

Scoprire esperienza unica

Maddalena: la spinta iniziale proviene da mio fratello che anche lui ha fatto questa esperienza qualche anno fa nella quale è riuscito a comprendere meglio i suoi interessi e ne è tornato con un’idea precisa sul futuro.

Prima di partire mi trovavo senza alcuno stimolo e il mio desiderio era lo stesso di mio fratello , oltre a questo sentivo il bisogno di uscire dalla mia confort zone e, seppure in minor misura, migliorare il mio inglese.

Al momento sono entusiasta di ciò che sto imparando e dei nuovi orizzonti che si stanno aprendo

Come funzionano i viaggi in tempo di pandemia?

Edith: sono partita senza problemi e per quanto ne so è ancora possibile, per lo meno per la Germania. Quello che ho sempre sentito dire ai telegiornali tedeschi é che una cosa che voglio evitare è chiudere le porte all’istruzione, ciò significa che le scuole sono le ultime a chiudere e chi ha voglia e coraggio di affrontare un’esperienza del genere è ben accetto. Quando sei stata a scuola in presenza e quando a distanza da quando sei là? Ho avuto la fortuna di fare fine agosto fino alle vacanze natalizie in presenza tenendo anche conto di un periodo prima delle vacanze autunnali nel quale non portavamo più la mascherina a scuola. Dopo Natale però siamo passati in disostruire online fino al 22 settembre e poi di nuovo in presenza con norme ben precise. In presenza sono tornati però solo chi frequenta gli ultimi due anni del liceo.

Maddalena: sono partita ad inizio settembre 2020 sfruttando un visto per studente all’estero grazie al quale sono salita su quattro voli senza sottopormi ad alcun controllo e senza attendere giorni in quarantena.

Come sono strutturate le lezioni solitamente?

Edith: io frequento un liceo, fortunatamente in presenza, che dura un anno in meno rispetto al solito e mi trovo nel mio stesso anno come se fossi in Italia. Si va a scuola dal lunedì al venerdì e si fanno dalle 34 alle 36 ore settimanali, quindi molti pomeriggi si rimane a scuola. Rispetto all’Italia vi sono alcune differenze, infatti hai l’opportunità di scegliere i corsi che vuoi frequentare e questo mi ha permesso di avere sia lingue che materie scientifiche all’interno del mio orario e non ho dovuto sciogliere un ambito preciso come in Italia. Per esempio abbiamo due corsi principali e i miei sono inglese e chimica poi ho potuto sciogliere materie come biologia fisica e storia.

Maddalena: partendo dal presupposto che è necessario ottenere un numero di crediti, che corrispondono ad un determinato quantitativo di ore, entro fine anno sulle materie base ( storia matematica, geografia, inglese..) ai quali si aggiungono lezioni ulteriori di vario tipo a scelta dello studente. Durante il  primo quadrimestre ho seguito le lezioni di inglese, storia americana, matematica, leadership dell’agricoltura, introduzione l’aviazione, economia e la classe per creare l’annuario. Nel secondo quadrimestre che sto frequentando ora sto studiando diritto, public speaking, sociologia e nutrizione oltre alle materie di base.

Il rapporto prof-alunno è diverso rispetto alla scuola in Italia?

Edith: si, io penso sia molto diverso la maggior parte dei casi. Il sistema di principio è completamente diverso. Innanzitutto le lezioni non sono frontali come in Italiano ovvero l’insegnante spiega e noi prendiamo appunti tutta l’ora ma l’insegnante pone un quesito sul tema da svolgere e sono gli alunni che alzando la mano piano piano costruisco tutte le informazioni che fanno parte di quel tema con ovviamente la guida del professore e questo ti permette di interagire di più con un professore ma anche con i compagni stessi perché capita spesso che ci si scontri quando si hanno opinioni diverse su uno stesso tema.

Maddalena: nella mia scuola i professori si fidano molto degli alunni e e con i docenti il rapporto è molto aperto e confidenziale. I professori permettono agli alunni di sentirsi a proprio agio a scuola creando un ambiente di dialogo e confronto non solo su temi scolastici ma anche delle vicende quotidiane dei ragazzi. I docenti sono molto disponibili tanto da dare ripetizioni gratuitamente a chiunque ne avessi necessità nel pomeriggio. Per quanto mi riguarda la mole di stress legata alla scuola è diminuita drasticamente rispetto al sistema di istruzione italiano.

Il rapporto con i compagni invece ?

Edith: Il rapporto con i compagni è fantastico. Appena arrivata pensavo di essere solo il nuovo giocattolo del mio corso che tutti volevano provare ma alla fine ho capito che in realtà sono veramente così i ragazzi. Non essendoci le sezioni tutti i ragazzi della mia età é come se facessero parte della stessa classe una formata da una cinquantina di persone e sin da subito mi hanno fatta sentire parte di questa grande famiglia che loro hanno costruito già da 7 anni.

Maddalena: ho stretto molte amicizie e sin da subito mi sono sentita a mio agio, adoro scherzare con i miei amici con i quali più passa il tempo più aumenta la complicità.

Come pensate in generale sarebbe stata la vostra esperienza senza il covid?

Edith: quello che un po‘ mi manca è poter uscire la sera con gli amici o semplicemente stare insieme in un bar o nell’aula studio del liceo che invece a causa del COVID non è possibile. Ciò nonostante durante il periodo di didattica a distanza con un gruppetto di persone che abitano qua vicino ci incontravamo in una sorta di piazzetta e anche se dovevamo indossare la mascherina ci divertivamo comunque anche solo a parlare e scherzare insieme.

Maddalena: Penso sarebbe stato molto più bello nonostante sia un’esperienza incredibile anche in questa situazione. In febbraio ci sarebbe dovuto essere il ballo della scuola, oppure a fine dicembre una gita a sciare, tutto ciò è stato annullato. Uno degli eventi più importanti a scuola, l’homecoming che si sarebbe dovuto svolgere ad ottobre, dove si festeggiano le prime partite in casa della squadra di football e di pallavolo della scuola, fortunatamente siamo riusciti a fare la festa il giorno precedente con l’elezione del re e reginetta in perfetto stile americano ma la partita di football è stata annullata per via di un caso di positività nella squadra. Per quanto riguarda il basket che è lo sport che pratico ci sono limitazioni come l’obbligo di mascherina durante il gioco.

Quali sono le norme anti covid? Vengono rispettate?

Edith: inizialmente ad agosto erano quasi inesistenti. Ho iniziato la mia esperienza in tour con i miei genitori ospitanti che sono musicisti nel nord della Germania e ho potuto visitare molte città come Amburgo o Lubecca e sentirmi limitata dal COVID. Come già avevo accennato poi verso fine settembre avevamo anche smesso di portare le mascherine a scuola e potevamo girare per la città fare shopping o andare al ristorante. Intorno a Natale le cose sono cambiate drasticamente e purtroppo ora ci si sente un po‘ in gabbia. Ma sentendo i miei compagni in Italia ho capito che devo sentirmi fortuna anche solo a poter andare a scuola. Si le norme vengono rispettate più che alla lettera ma penso sia solo che un bene

Maddalena: Nella mia zona le persone sono abbastanza noncuranti riguardo l’uso dei dispositivi di protezione, ad esempio il Dakota del nord ha imposto l’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi due mesi fa. Il Minnesota non ha subito chiusure totali come in italia, questo ha causato molti morti ma le vaccinazioni stanno procedendo a ritmi serrati.

Per quanto riguarda la lingua dopo quanto siete migliorate se siete migliorate?

Edith: la lingua è stata la sorpresa più grande e anche più bella per me quest’anno. Già a fine settembre riuscivo a parlare un buon tedesco di base e a capire praticamente tutto da lì in poi è andata solo che meglio. La grande svolta per me è stata quando ho iniziato a sognare in tedesco all’inizio mi ero un po‘ spaventa ma poi avevo capito che era solo una cosa positiva. Fino ad arrivare ad oggi che se parlo in tedesco penso anche in tedesco e che piano piano sto dimenticando anche l’italiano: per esempio molte volte penso a un vocabolo prima in tedesco e in italiano magari non mi viene nemmeno. Il mio obiettivo è quello di poter parlare non solo tedesco ma anche un tedesco di un certo spessore che possa poi essermi d’aiuto se farò veramente l’università qua. La mia famiglia ospitante dice che anche se magari mi mancano vocaboli che si improbo quando si è madrelingua ho un buon livello se voglio azzardare penso di poter essere arrivata anche ad un livello C1

Maddalena: al momento sto addirittura facendo fatica nel parlare italiano tanto che mi sono abituata al suono dell’americano nonostante ancora non abbia la padronanza totale della lingua. Ho notato inoltre che America nella lingua colloquiale la forma grammaticale non ha grande importanza, gli stessi americani sbagliano le coniugazioni verbali.

Che cosa state imparando con questa esperienza?

Edith: all’inizio pensavo che un anno potesse volare ma non è così. Appena arrivata ho avuto qualche giorno di crollo in cui pensavo solo di voler tornare a casa ma invece ora sento di essere diventata molto più forte di quello che ero. L’indipendenza é un’altra cosa che si impara in fretta. Nonostante la mia famiglia sia molto disponibile molte volte mi sono dovuta arrangiare per fare abbonamenti del treno, visite mediche, burocrazia varia per poter essere legalmente qua un anno e soprattutto si diventa molto indipendenti a livello economico.

Maddalena: Sento di aver raggiunto una grande consapevolezza di me partendo dalla grande indipendenza che sto dimostrando in questi mesi che non pensavo di riuscire a sviluppare, fino ai più piccoli aspetti della quotidianità come la passione per la cucina o per la corsa. Vivere qui mi ha insegnato e mi sta insegnando a giudicare molto meno il mondo che mi circonda vivendolo con più leggerezza.

Come affrontate i momenti di sconforto lontano da casa?

Edith: solitamente cerco di pensare ad altro quindi o leggo o guardo un film raramente faccio delle sport ma cerco in tutti i modi di non pensarci. In più ho la fortuna di potermi a prudé da questo punto di vista anche con un paio di amicizie forti che ho qui in Germania che mi aiuta più di ogni altra cosa.

Maddalena: Durante i momenti di sconforto ho sempre avuto il sostegno dei miei genitori ospitanti, Sonia ed Andrew, con i quali ho un bellissimo rapporto. Riescono a tirarmi su cucinando i miei cibi che più mi piacciono oppure un giorno Sonia, che lavora come counselor (un ruolo simile alla psicologa) nella mia scuola mi ha portato in classe il mio Caffè preferito direttamente da Starbucks. Le piccole attenzioni che mi riserva la mia famiglia ospitante mi tirano su e mi fanno sentire a casa

E Quali sono le differenze fra Italia e Germania e tra Italia e Stati Uniti?

Edith: Beh la Germania è un po‘ come la immaginiamo senso gli stereotipi su di essa ma quello che mi ha stupito più di tutto è quanto le persone siano aperte a conoscermi e instaurare un rapporto con me.

Maddalena: ho notato un differenza riguardo l’impiego dei giovani, infatti  gli adolescenti iniziano a lavorare già dai 14 anni, i negozi e le attività sono molto aperte nell’assumere ragazzi. Ciò che più mi ha lasciato esterrefatta è la possibilità di conseguire la patente già all’età di 16 anni cosa impensabile in Italia. Infine un’abitudine che non riuscirò mai a comprendere è quella di bere acqua costantemente ghiacciata, non mi spiego come nonostante le temperature molto basse in casa e nei ristoranti l’acqua sia servita con cubetti di ghiaccio.

di Chiara Perini & Caterina Penazzi

RedAzione N>O>I – STAFF-FM

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