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Ma chi è Iqbal Masih ? Perchè il parco di Via Morandi / Via Gramsci gli è stato dedicato ?

Iqbal Masih

Muridke (Pakistan) 1983 –   Muridke 1995
Fulgido esempio per adulti e bambini

Iqbal Masih - Parco Via Morandi / Via Gramsci - San donato Milanese

«Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.»

A San Donato Milanese il piccolo parco situato tra via Morandi e Via Gramsci è stato intitolato a Iqbal Masih. C’è solo una targa con il suo nome, ma mollti non lo conoscono. Un peccato che non sia stato messo un cartello vicino al nome che racconti la storia di questo ragazzo, “eroico bambino” simbolo della lotta per il riscatto dalla schiavitù.

È nato in una famiglia povera. All’età di 4 anni fu mandato a lavorare in una fornace e a 5 anni è stato venduto dal padre a un imprenditore di tappeti, per pagare i debiti del matrimonio di una delle sorelle.
Schiavizzato, malnutrito e incatenato al telaio per 10-12 ore al giorno.  Fattori che ne compromisero la crescita.  Nel 1992 uscì dallo stabilimento per unirsi a una manifestazione organizzata dal Fronte di Liberazione del Lavoro. Tornato in fabbrica ,  si rifiutò di lavorare, nonostante le percosse del padrone.
Fu minacciato assieme alla famiglia e dovette lasciare il villaggio.
Continuò a lottare contro il lavoro che rendeva schiavi migliaia di bambini e per il  boicottaggio dei tappeti pakistani.
Ricevette diversi premi internazionali. Grazie al suo impegno e alla sua lotta, molte fabbriche pakistane di tappeti con bambini lavoratori, furono chiuse.
La sua instancabile opera, però, dava fastidio a molti e il 16 aprile 1995, a soli 12 anni, fu ucciso.

La storia della sua vita

Iqbal Masih nacque nel 1983 a Muridke, in Pakistan, da una famiglia molto povera. A quattro anni lavorava già in una fornace, a cinque fu venduto dal padre ad un venditore di tappeti per pagare un debito che aveva contratto per i festeggiamenti del matrimonio di una delle sorelle. Qui vi sono discrepanze, poiché, secondo alcune fonti la somma era di 600 Rupie, meno di 8.20 Dollari americani, altre indicavano di meno, intorno a 5-6 dollari altre che arrivarono ad oltre 18. Fu quindi costretto a lavorare da 10 a 12 ore al giorno, incatenato al telaio e malnutrito, tanto da riportare un danno alla crescita.
Nel 1992 uscì di nascosto dalla fabbrica, partecipando insieme ad altri bambini, a una manifestazione del Bonded Labour Liberation Front (BLLF), Fronte di liberazione del lavoro, organizzazione fondata da Eshan Ullah Khan, movimento in grado di ottenere nello stesso anno l’approvazione del Bonded Labor System Abolition Act. Legge sull’abolizione del sistema di lavoro vincolato. Ritornato nella fabbrica di tappeti, si rifiutò di continuare a lavorare malgrado le percosse. Il padrone sostenne che il debito anziché diminuire fosse aumentato di diverse migliaia di rupie, pretendendo di inserirvi lo scarso cibo dato a Iqbal, supposti errori di lavorazione, e così via. La famiglia fu costretta dalle minacce ad abbandonare il villaggio; Iqbal, ospitato in un ostello della BLLF, ricominciò a studiare.
Dal 1993 iniziò a viaggiare e a partecipare a diverse conferenze internazionali, sensibilizzando nel Pakistan l’opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori e contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell’infanzia.
Alla fine del 1994 si recò a Stoccolma, partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani volta a mettere pressione sulle autorità di Islamabad.
Nel dicembre del 1994, presso la Northeastern University di Boston, ricevette il premio Reebok Human Rights Award. Vista la giovanissima età venne creata una categoria apposita: Youth in Action, ovvero Gioventù in azione .
Nel frattempo, sia per la pressione internazionale che per l’attivismo locale, le autorità pakistane presero una serie di provvedimenti, tra i quali la chiusura di decine di fabbriche di tappeti, salvando migliaia di bambini dalla schiavitù. Nel febbraio 1995 partecipò ad un incontro tra i rappresentanti del BLLF e dell’industria dei tappeti, su invito del giornale The Nation, in cui il confronto raggiunse toni duri.
Le testimonianze circa gli avvenimenti dell’ultima giornata della sua vita, il 16 aprile 1995, giorno di Pasqua, sono in buona parte imprecise e contraddittorie. Due cugini che l’accompagnavano, Faryad e Lyakat, riferiscono che ad un certo punto, nel tardo pomeriggio, Iqbal non prese l’autobus che doveva portarlo nella capitale allontanandosi con loro in bicicletta. Il tredicenne venne colpito alla schiena da Ashraf Hero, un eroinomane in visita a parenti nel villaggio di Muridke.
Secondo il rapporto della polizia e la testimonianza iniziale dei cugini, uno dei quali fu ferito nella sparatoria in cui Iqbal Masih venne ucciso, ad assassinarlo fu un lavoratore agricolo, a seguito di una breve lite Il BLLF però accusò subito dell’accaduto la “mafia dei tappeti”. Un rapporto pubblicato il mese dopo da un noto gruppo indipendente di difesa dei diritti umani, la Human Rights Commission of Pakistan, la Commissione per i Diritti Umani Pakistana, affermò tuttavia che non vi era alcuna evidenza che dietro la morte di Iqbal vi fosse l’industria dei tappeti. A distanza di tempo permangono diversi dubbi sull’accaduto. Anche i due cugini poche settimane dopo ritrattarono la loro testimonianza iniziale.
A seguito della sua morte, il tema del lavoro minorile, in special modo nell’industria pakistana dei tappeti, ha ricevuto ancora maggior attenzione, rendendo Iqbal un vero e proprio simbolo di tale causa.

fonte: Wikipeia

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