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La nostra salute è in pericolo ?

Serata Sanità

La nostra salute è in pericolo? A una manciata di giorni dalla parziale approvazione da parte dello Stato centrale della riforma sanitaria voluta dall’asse Fontana/Moratti, la nostra associazione si è posta questa domanda fondamentale e ha deciso di sviscerare l’argomento con due personalità che potessero affrontarlo sia da un punto di giustizia sociale che da quello più prettamente organizzativo.

 

Così, in sala Matteotti a Peschiera Borromeo, ha chiamato in cattedra Massimo Gatti, ex consigliere provinciale e per 3 volte sindaco di Paullo, la professoressa Maria Elisa Sartor, docente di Organizzazione sanitaria presso l’università Statale di Milano e come moderatore Flavio Mantovani, Vicepresidente dell’Associazione N>O>I – Network Organizzazione Innovazione

Il Presidente di N>O>I Fabrizio Cremonesi  ha introdotto la serata raccontando ai presenti gli scopi dell’Assocazione, da sempre in prima fila sul territorio del Sud Est Milano nell’organizzazione di eventi con l’obietitvo di informare i cittadini sui temi di attualità e ha espresso il suo pensiero su questa riforma che, una volta di più, penalizza la sanità pubblica a favore di quella privata e non tutela le fasce più deboli.

La Lombardia è solo all’apparenza un’eccellenza italiana, è noto a tutti che per fare una visita specialistica urgente, possono passare anche diversi mesi; passa la parola all’ Ing. Flavio Mantovani che attraverso delle slide introduce il tema della serata per consentire ai presenti di valutare l’impatto di questa riforma sul sistema sanitario locale e introduce i relatori.

 

Nella sua approfondita disamina la professoressa Maria Elisa Sartor ha evidenziato, punto per punto, tutti i passaggi che negli ultimi 30 anni, dal governo Formigoni in avanti, hanno portato a un progressivo smantellamento della sanità pubblica a favore delle lobby private che hanno potuto così arricchirsi.

«Siamo tutti testimoni degli esiti di questo processo – ha dichiarato – di cui oggi mai come oggi si sta pagando il prezzo. Il sistema sanitario lombardo è sempre stato posto a modello senza porsi il problema di quali fossero le fonti che sfornavano i dati e quali fossero gli indicatori su cui si basavano le valutazioni. Il Covid ha squarciato il velo e ha rimesso in discussioni impostazioni date per scontate».

L’analisi precisa di quanto è accaduto negli ultimi 30 anni e delle sue ricadute sulla salute pubblica, frutto di un complesso lavoro di ricerca, è riportata sul libro scritto dalla professoressa Sartor «La privatizzazione della sanità lombarda dal 1995 al Covid-19» di cui consigliamo la lettura.

Nello stesso libro è descritta anche la vicenda della ex Azienda Ospedaliera di Melegnano a cura di Emiliano Zambarbieri e dei processi che negli ultimi venti anni hanno portato al ridimensionamento, alla privatizzazione e alla ibridazione della funzione pubblica.

Il commento politico è stato lasciato a Massimo Gatti, che ha ben evidenziato il caso del polo sanitario di Paullo, un’eccellenza del territorio grazie al lavoro certosino svolto negli anni dagli amministratori pubblici che si sono succeduti e ora tristemente depauperato di gran parte delle sue funzioni.

«Occorre ribaltare il modello proposto – ha dichiarato – che penalizza gravemente le fasce più deboli della popolazione e i redditi più bassi. È nostro dovere civico e morale lottare per un forte governo pubblico della sanità con una chiara programmazione, La medicina territoriale deve essere organizzata in bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute, le Case e gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici e finalizzati a risultati reali di salute e non su utili economici, le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento un obiettivo primario anche attraverso l’assunzione straordinaria di personale presso le strutture pubbliche, la libera professione all’interno delle strutture pubbliche va eliminata e le Rsa devono essere parte integrante del servizio sanitario nazionale».

 

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