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#Coronavirus: Riflessioni di un recluso over 70

SAN DONATO MILANESE – CORONAVIRUS –  RIFLESSIONI DI UN RECLUSO  DELL’ULTIMA RAMPA

Noi over 70 abbiamo vissuto questi mesi di reclusione attraverso le immagini che ci arrivavano dai media, grazie alle chat organizzate tra amici e parenti, che ci hanno permesso di mantenere un contatto seppur virtuale con il resto del mondo.
Eppure il dover restare a casa ci ha creato non poca difficoltà nel farci distinguere i giorni che scorrevano e devo dire che ci sono apparsi tutti uguali, scanditi dal ritmo dei numeri che arrivavano quotidianamente dalla Protezione Civile e che influenzavano i nostri stati d’animo.

Questa è la preoccupazione che abbiamo vissuto noi, i più fragili, quelli “cosiddetti” dell’ultima rampa: ” Una salute negata”, ovvero un senso di grande incertezza dovuto a visite sospese, interventi rinviati, pronti soccorsi no covid vuoti, con conseguenze drammatiche specie su pazienti oncologici e cardiopatici rimasti senza cura

 
L’ATTESA PER I DATI – LA CORONA VIRTUALE

Quante riflessioni, quanti pensieri alla pubblicazione dei numeri quotidiani; purtroppo i nostri dati di San Donato Milanese, in proporzione,sono analoghi a quelli della Lombardia e ci creano non poche preoccupazioni considerate le dimensioni della città.

Nessuna notizia da parte del Comune di San Donato Milanese sui quartieri della città più penalizzati è questo è inspiegabile, a mio vedere, in tempi di trasparenza.

Non siamo neanche stati messi a conoscenza di chi ha prestato in questa emergenza il suo tempo, adoperandosi per una qualsiasi forma di solidarietà umana, come se avessimo a che fare con degli appestati.

Purtroppo in un periodo di pandemia, sono fatti naturali.
Speriamo ora, che tutto a poco a poco sta rientrando, che l’ Amministrazione Comunale faccia la sua parte e mostri interesse e si preoccupi delle famiglie devastate dal dolore, offrendo loro al momento opportuno una “corona “ virtuale, simbolica ma doverosa e necessaria per ricordare tutti i nostri sfortunati cittadini, che in questa emergenza ci hanno lasciato senza un funerale dignitoso.

Alle Parrocchie chiederei di organizzare dei funerali collettivi per ricordare persone che ci hanno lasciato senza una carezza, un abbraccio e consentire a  tutti Noi di partecipare al dolore alle famiglie.
 
I SANTI DELLA PORTA ACCANTO

Poi  bisogna trovare il tempo per ricordare i santi della porta accanto morti per curarci, mi riferisco non solo ai medici, infermieri ed ai  sanitari, occorre anche ricordare le tante persone che ci hanno aiutato a vivere la “ clausura “ in primis la Croce Rossa, che ci ha consegnato i medicinali a casa e tanto altro. Un ringraziamento va anche ai supermercati, ai mercatini della frutta e verdura.

Questo aiuto lo dobbiamo a nostre iniziative personali, proprio nel momento in cui l’ordine di restare a casa era imperativo ci siamo trovati in forte disagio per l’assenza della politica e non solo, ma anche della Chiesa.

Per fortuna la sensibilità delle persone ha saputo trovare la giusta umanità.

Un grazie affettuoso a Papa Francesco che ogni mattina da Santa Marta ha saputo confortarci con le sue brevi riflessioni,ricordando fatti ed aspetti importanti della nostra vita legati al Coronavirus e non solo, alimentando speranza e dialogo.
 
TUTTO NON SARA COME PRIMA

Una cosa credo che tutti abbiamo percepito che  “ tutto non sarà come prima “ cambieranno molte cose , in primis I rapporti interpersonali.

Dobbiamo abituarci a convivere con il virus fino a quando non sarà trovato un vaccino, non saranno possibili per noi over 65 scorciatoie, dovremo rispettare le regole che ci saranno impartite.

Viaggiare non sarà come prima, sia per gli alti costi, sia per i rischi di contagio.
Cambierà la sanità, più medici di prossimità, più medici in periferia  e prenderanno piedi sempre di più gli strumenti per curarsi da casa. Avremo altresì, meno ricorsi agli ospedali.

Dovrà cambiare la politica. Non è più possibile vivere in un mondo incapace di trovare unità nemmeno dinnanzi a una situazione drammatica come quella della pandemia.
Cambierà il lavoro; si darà più spazio al lavori da casa e a orari diversi nel corso della giornata e si arriverà ad un più razionale uso della mobilità.
Cambierà la scuola; ci sarà più uso dei computer, più lezioni on line.
E poi si dovrà necessariamente istruire tutti ad un maggior utilizzo delle tecnologie, delle app, di modi diversi di comunicare e di ricevere informazioni. Occorre abbattere con forza il digital divide che coinvolge soprattutto i più fragili (over 65 ).

La Politica deve assumere un impegno morale ad aiutare i più fragili ad usare gli strumenti informatici e noi tutti dobbiamo impegnarci ad aiutare i nostri anziani a partecipare alla politica per consentirci una vita migliore.

OSSIGENO

Nei giorni più neri , quelli più preoccupanti assistevamo inermi alla morte di centinaia di persone ( triste ricordo quelle bare trasportati da camion militari ) nel paese delle tenebre e dei morti una cosa cercavamo disperatamente OSSIGENO, l’ossigeno per un nuovo rinascimento, un nuovo respiro con la speranza che  si sia accesa la luce per consentirci di scrivere una storia nuova.
–    Ossigeno per I polmoni per salvare vite umane  quanti morti per mancanza di ossigeno
–    Ossigeno per l’anima che viveva una condizione di solitudine che il nostro Arcivescovo non ha mancato in ogni festività di alimentare con la sua presenza on line alimentando speranza e dialogo
–    Ossigeno per le relazioni umane , interpersonali quelle che ci hanno consentito di vivere nel paese delle tenebre

Carlo Lungaro

 


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