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Cinquantesimo Anniversario di Don Lino Maggioni


RecSando ha intervistato per voi, Don Lino

RecSando: cosa ricorda del cammino che l’ha portata all’ordinazione sacerdotale?

Don Lino: Il cammino immediato precedente l’Ordinazione: il clima di gioia e di festa, per la famiglia e per il paese. Eravamo due preti “in contemporanea”. Ai tempi non si usava concelebrare e prima si fece la festa a me che ero il maggiore poi all’altro, don Angelo. Festa di fede, che coinvolgeva proprio tutti, dai paesani impegnati quasi in una gara a ad addobbare le vie per la Processione, ai coscritti, alla gente semplice che non esitava a chiedere di baciare le nostre mani appena consacrate…

RecSando: L’ordinazione è accaduta quasi all’arrivo del Concilio Vaticano II: quali differenze/difficoltà tra le prospettive iniziali e quanto invece si è trovato a  dover mettere in pratica dopo?

Don Lino: L’entusiasmo per la novità era grande specialmente dal punto di vista liturgico. Poi, dopo la primavera del Concilio, cominciarono a spirare i venti della contestazione del ’68. Io insegnavo alle medie e alle superiori, a Lecco, ma le difficoltà erano “annegate” dal prevalente senso di impegno e slancio. Insomma meglio i figli dei fiori che, dopo, il “tempo delle mele”: per qualcosa, almeno, tutti ci si batteva!

RecSando: Quali sono state le tappe fondamentali del Suo Ministero?  C’è un episodio che ricorda più volentieri e uno meno? 

Don Lino: Dopo la luna di miele a Castello sopra Lecco, nel paradiso terrestre di quei monti, ricordo il tuffo entusiasmante nella realtà operaia di Sesto san Giovanni (ero parroco al Villaggio Falk) quando ottenni di portare la benedizione natalizie in acciaieria dopo un decennio. Fondamentale è stato poi il ministero per due decenni a Cesano Boscone dove ho donato gli anni più maturi, con una bella collaborazione tra realtà ecclesiale e cittadina. Un episodio che ricordo meno volentieri? Quelli brutti li ho dimenticati tutti…

RecSando: E’  vero che la Fede, e’ in via di smarrimento……ma Papa Francesco sta operando l’inversione di rotta? 

Don Lino: Tutti, io compreso, dicono di sì. L’inversione si avrà sulla scia del suo esempio, oltre che del suo magistero.

RecSando: Infine, teoricamente al compimento del 75° compleanno, ovvero alla fine del  2015,   potrebbe andare “in pensione” :  che Parrocchia lascerebbe al termine di questo Suo percorso in San Giuliano Martire? 

Don Lino: Questa domanda bisogna rivolgerla ai parrocchiani. Timidamente mi sento di dire di aver dato la mia vicinanza concreta di prete con la gente e fra la gente. Ma alla fine riconosco di aver avuto più di quello che ho dato: gli anni dai 63 ai 75 non possono essere stati gli anni “ruggenti”, ma inevitabilmente calanti. Ma anche i tramonti hanno i loro stupendi colori…

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Foto copertina donlino
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