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Andrea Cinquetti – Fotografo per passione
Come nasce la passione per la fotografia?
A.: Sono sempre stato appassionato di fotografia, sin da bambino quando i miei genitori mi hanno regalato la mia prima macchina fotografica con la quale ho iniziato ad immortale i fiori in giro per casa. Poi, pian piano, ho incominciato ad approcciarla con criteri un po’ più tecnici anche se, è soltanto negli ultimi anni, con l’avvento delle macchine fotografiche digitali, che ho potuto migliorare sia la mia tecnica sia il mio bagaglio personale di esperienza. Essendo completamente autodidatta è stato per me un balzo in avanti notevole vedere immediatamente dopo lo scatto il risultato sul quale ragionare per poi migliorare lo scatto successivo.
Quali soggetti prediligi?
A.: All’inizio sono partito con i paesaggi fino a fare scatti un po’ più complicati utilizzando filtri ND e lunghe esposizioni. Ho fotografato animali ed eventi sportivi per poi concentrarmi sulla macrofotografia e sulle foto in studio di oggetti. Soltanto con più esperienza e anche grazie alla condivisione dei miei lavori e delle mie idee con altri fotografi sia amatoriali, come ad esempio “i miei colleghi” del Semicircolo fotografico PARVUM di Balbiano che frequento, sia professionisti ho incominciato a mettermi in gioco nei ritratti e negli eventi come le cerimonie dove i miei parenti e la mia famiglia si sono prestati “volontariamente” come cavie. A tal proposito voglio e devo assolutamente ringraziare mia moglie Simona e i miei figli Luca e Nicole per l’enorme pazienza che hanno portato con l’auspicio che continueranno a farlo anche nel futuro.
Naturalmente mi piace molto anche la fotografia di strada ed i reportage ma onestamente sono due generi che ho praticato molto poco perché sono tipologie che secondo me richiedono molto tempo e capacità di spostarsi rapidamente, cose che al momento non riesco a realizzare.
Insomma per farla breve mi piace praticamente tutta la fotografia a 360°!
Che strumenti utilizzi?
A.: Scatto con una reflex e, oltre alla mia amata Nikon, con me ho sempre una serie di obiettivi che magari possono cambiare in base alle circostanze, il mio cavalletto (molto importante anche nelle foto di paesaggi diurni) e un flash esterno. Ovviamente non mancano filtri, gelatine e tante batterie…
La mia famiglia quando sono solito uscire con lo zaino completo mi prende in giro perché con lo zaino sulle spalle sembro una lumaca ingombrante che si sposta tra la gente!
Cosa pensi degli apparecchi digitali e delle foto con dispositivi?
A.: Ovviamente, visto il percorso che ho fatto e che sto portando avanti, non posso che essere grato all’era digitale perché altrimenti da autodidatta con la macchina a pellicola sicuramente certi scatti non li avrei “portati a casa” però a sua volta questo ha comportato il fatto che molti fotografi hanno chiuso o dovuto cambiar mestiere perché questa nuova era digitale ha fatto sì di ridimensionare l’apporto tecnico e/o artistico che molti fotografi della vecchia scuola hanno dato al mondo della fotografia. Ovviamente è anche grazie all’era digitale se certi scatti oggi sono possibili quando una volta non erano magari neanche immaginabili, soprattutto nella macrofotografia.
Detto questo comunque io penso che ci sia un limite che non sono disposto a superare tant’è vero che non sono un’amante della post produzione spinta dove molte volte si supera il limite della fotografia e si entra nell’arte digitale. Di sicuro però un conto è l’arte digitale e un conto è scattare senza curare troppo la tecnica per poi sistemar le foto con Photoshop.
Tanto basta un click con il mouse!
Questo è un concetto che non sono disposto ad accettare!
Due o tre anni fa con il circolo fotografico abbiamo allestito un set fotografico in oratorio per dare modo a chi fosse interessato potesse mettersi in posa per essere “immortalati” nei nostri scatti seguendo le nostre precise indicazioni.
L’esperimento ha avuto un buon successo e vorrei fare una considerazione in merito all’era digitale che ha di fatto reso il mondo ancora più veloce ma anche forse più povero. Pensiamo ad esempio alle foto pubblicate sui social, condivisibili all’istante e pronte ai vari “like”, dopo pochi secondi gli apprezzamenti sono davvero notevoli ma chi si ricorderà di quella foto condivisa??
Per questa ragione faccio fotografie perché mi piace e non per il giudizio e apprezzamento degli altri.
In generale che approccio hai con l’immagine?
A.: In generale quando voglio affacciarmi su qualche aspetto per me nuovo della fotografia il mio personale modus operandi è per primo di farmi un’idea su come realizzare lo scatto, poi di fare qualche scatto di prova e in base ai risultati provare ad intervenire ragionandoci sopra su come miglioralo. Prezioso per me è il confronto con il circolo fotografico. Sono sempre in cerca della perfezione e quindi provo e riprovo. Come detto in precedenza la mia famiglia mi sostiene ed è la critica più onesta e sincera, grande fonte preziosa per i miei esperimenti.
Riesci sempre a catturare ciò che colpisce il tuo occhio?
Dipende… a volte al primo tentativo porto a casa uno scatto che ti stupisci da solo per il risultato ottenuto, a volte sono necessari diversi tentativi con modifiche di impostazioni tecniche e del set oppure diverse visite al luogo da fotografare in attesa delle condizioni ambientali perfette. Penso che questo dipenda da molti fattori: prima di tutto l’esperienza acquisita in situazioni a volte anche completamente diverse dall’ambiente nel quale ti trovi che ti permette però di attingere per risolvere il problema che stai affrontando, la capacità di osservare prima e durante lo scatto che comunque migliori man mano che fai pratica e la capacità di “immedesimarti” nello scatto che stai facendo sia per la situazione ambientale nella quale ti trovi sia per quella interpersonale con il soggetto se stai scattando ad una persona. Naturalmente ogni tanto un pizzico di fortuna non guasta mai!
Una cosa è certa, imparando ad osservare con “l’occhio del fotografo” a volte noti particolari, situazioni ed espressioni che alla maggior parte delle persone sfuggono anche solo semplicemente perché non abbiamo più il tempo di fermarci ad osservare oppure la voglia di farlo. Io personalmente ormai ho imparato andando in giro per borghi, paesi e campagne che mentre cammino è importantissimo girarsi e vedere cosa lasci alle spalle perché mi è capitato più volte che quello che ho dietro è molto più interessante da fotografare rispetto a quello che vedo davanti!
Qual è la foto migliore che hai fatto finora?
A.: Ad essere sincero questa domanda me la pongo ogni tanto… ti dirò…forse la foto migliore è quella che farò domani…
Se volete visionare le fotografie, splendide, di Andrea potete farlo consultando
www.eyeem.com/u/andrea_5tti
lo trovate anche su instagram
@andreacinquetti72
di Carla Paola Arcaini
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