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White Mask Gang: le maschere bianche, esperimento antisociale

White Mask Gang: le maschere bianche, esperimento antisociale

 
di Claudia Sposini, psicologa esperta in Criminologia e in Psicologia dei Nuovi Media
 
Tra i più giovani, la devianza è spesso espressione di malessere esistenziale e di disturbi del comportamento. Fenomeni come la White Mask Gang possono coincidere con un’autosoddisfazione nella violenza e perfino con un’assenza razionale di motivi: «Era uno scherzo, una candid camera», affermano i ragazzi, autori dell’«esperimento» che, a quanto pare, sembra diffondersi anche in altri luoghi della provincia milanese.

In questo fenomeno si nota l’aspetto sadico dell’azione commessa e quindi la perversione del godimento: il branco che insegue una persona nel buio della notte per spaventarla dietro a maschere inquietanti e mazze da baseball. La vittima, di solito, è una persona giovane di sesso maschile. È stato definito «esperimento sociale»; sarebbe più adeguato definirlo «esperimento antisociale»: non vi è alcun senso comunitario, amicale e amichevole, ma solo violenza gratuita, scambiata invece per «comportamenti fuori dal comune».
Mascherare il godimento perverso dietro la razionalizzazione dell’esperimento sociale al fine di negare la colpa: siamo giunti alle nuove frontiere della meschinità. È questa la vera maschera.
Il fenomeno della White Mask Gang è grave non tanto per la tipologia degli atti commessi, ma per il disagio sotteso a questi comportamenti e per i possibili sviluppi, tra cui l’imitazione da parte di altri coetanei, che non sempre si ferma al gioco. Come nella rapina di venerdì sera scorso a San Donato Milanese, dove una donna è stata assalita da una persona incappucciata e con la maschera bianca: magrolino, non tanto alto, «doveva essere solo un ragazzo» dichiara la madre di famiglia. Si osserva,
inoltre, come il disagio dei più giovani, rispetto a questo fenomeno, stia prendendo una brutta piega: ci sono ragazzi che scrivono sui blog di essere terrorizzati e angosciati . «Se capitasse a me?» si chiedono.
Non è stigmatizzazione, ma non si può negare che «l’esperimento» messo in atto dalla White Mask Gang abbia un effetto infausto per la società e per i suoi modelli educativi. Il desiderio di misurarsi con le proprie capacità psichiche e fisiche ha scaturito l’esatto opposto: l’attuazione di un comportamento estremo e antisociale, la ricerca di un piacere perverso, il senso di onnipotenza e di controllo verso la vittima. Non solo: si tratta di una violenza subdola perché non ha effetti eclatanti, fisici, e quindi evidenti sul corpo, ma rappresenta una delle forme più distruttive di esercizio del potere sull’altro.

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