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Se Gianni Rodari fosse ancora vivo, cosa racconterebbe di questo Coronavirus ?


 

Sono già passati 40 anni.

Gianni Rodari moriva a Roma il 14 aprile del 1980, pochi giorni dopo il suo ricovero per un intervento alla gamba sinistra a causa di un’occlusione di una vena, avvenuto il 10 Aprile.

Un’operazione che sembrava banale, si rileva invece più difficile del previsto, i medici si accorgono che Gianni Rodari presenta un grosso aneurisma, l’intervento dura circa sette ore e sopraggiunge un collasso cardiocircolatorio. Muore così uno tra i più grandi scrittori e intellettuali della nostra storia, all’età di 59 anni. Gianni Rodari, all’anagrafe Giovanni Rodari nasce a Omegna, sul lago d’Orta il 23 ottobre 1920, è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e tradotto in molte lingue.

All’età di 16 anni nel periodo Maggio 1936 — Dicembre 1936, sul Settimanale “Azione Giovanile”, il settimanale associativo dell’Azione Cattolica di Milano, pubblica otto racconti. Durante la seconda guerra mondiale fu esonerato dal servizio militare a causa della sua salute cagionevole e vinse un concorso come maestro per insegnare come supplente nelle scuole di Uboldo ( Varese ). Dal giugno 1946 al Marzo 1947, assume la direzione del periodico di impronta politica “ Ordine Nuovo”  e collabora con il Corriere Prealpino di Varese pubblicando numerosi racconti sia a proprio nome, sia utilizzando degli pseudonimi.

Sul finire degli anni ‘40 fino ai primi mesi del 1950 scrive su “L’Unità” di Milano la rubrica intitolata “La domenica dei Piccoli” . Si trasferisce  poi a Roma a fianco di Dina Rinaldi a dirigere il periodico per ragazzi “Pioniere”, collabora con la rivista “Noi Donne”. Nel 1951 pubblica “Il teatro del Pioniere”, il “Manuale del Pioniere” e il “Romanzo di Cipollino”. Collabora fino al ’55 con articoli, commedie e storie a “La repubblica dei ragazzi”, una rivista mensile dell’Associazione Pionieri d’Italia e alla rubrica “I canali della televisione”, Radiotelevisione” su “Vie Nuove”. E’ nel 1952 che Gianni Rodari è all’apice della sua creatività: pubblica diversi testi e filastrocche quali: “Le carte parlanti”, “Le avventure di Scarabocchio”, “Il contafavole”, “Il libro dei mesi”, “Il treno delle filastrocche” , Gli animali parlanti”, “Cipollino e le bolle di sapone” (che pubblica sotto lo pseudonimo di Giampiccolo), “Le favole della volpe”, e sul quotidiano “L’Unità” di Roma inizia la sua rubrica “Il Novellino del giovedì”. Nel 1953, dopo il suo recente viaggio in URSS, sposa nel giorno della liberazione, il 25 Aprile, Maria Teresa Ferretti, allora segretaria del Gruppo Parlamentare del Fronte Democratico Popolare. Il 3 Dicembre del 1953 fonda e dirige “Avanguardia” organo nazionale della Fgci, fino alla sua chiusura il 29 luglio del 1956. Nel 1954 esce il suo nuovo libro intitolato “Il viaggio della freccia azzurra”, e nel 1955 cura una rubrica su “L’Unità” di Roma intitolata “Il Libro dei perché”. Esce un nuovo libro nel 1956 dal titolo “ Una scuola grande come il mondo”. Nasce una nuova rubrica “La posta dei perché” sempre sul “L’Unità” di Roma, e nel 1958 inizia sul “Pioniere” la rubrica “L’angolo dei Rodari”. Nel 1958 inizia a lavorare a “Paese Sera” e pubblica “Gelsomino nel paese dei bugiardi”, nel 1960 esce il libro “Filastrocche in cielo e in terra”. Inizia nel 1961 la sua collaborazione con il “Corriere dei Piccoli”, una rivista settimanale di fumetti. Nel 1962 escono diverse pubblicazioni: “Favole al telefono”, “Il Pianeta degli alberi di Natale” e “Gip nel televisore. Favola in orbita”, riceve il premo europeo “La Città di Caorle”. “Castello di Carte” è la sua nuova pubblicazione (1963). La Freccia Azzurra”, “Il libro degli errori”, “Il cantastorie”, sono i suoi nuovi libri, (1964 ) e ha inizio la collaborazione a “Il Giornale dei Genitori”, mensile per l’educazione dei figli diretto da Ada Marchesini Gobetti. Nel 1966 esce “La Torta del Cielo” un libro che dapprima fu pubblicato a puntate su Corriere dei Piccoli, mentre nel 1967 escono, “Gip nel televisore e altre storie in orbita” e “Con Bip e Pip sul pianeta petrolio”.

 Unico vincitore italiano del prestigioso Premio Hans Christian Andersen nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema “fantastico” nonché, grazie alla Grammatica della fantasia del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell’arte di inventare storie.

 

 Vogliamo ricordarlo dopo 40 anni dalla sua morte e 100 anni dalla sua nascita, iniziando con la lettura delle sue bellissime poesie tratte dal libro Favole al Telefono con i podacst disponibili su Radio Rai. Queste favole, diciamolo, non solo per bambini e anche se è passato tanto tempo, sono sempre attuali.

Ma oggi nel 2020 se Gianni Rodari fosse stato ancora in vita, cosa  ci avrebbe raccontato, in questa emergenza pandemica ?

 

Proviamo a metterci, umilmente, nei suoi panni, dedicando a voi tutti questa poesia per ricordare nel futuro questo inizio 2020, e perchè no, imparare da questa esperienza
 

POESIA
RIMANDARE LE COSE È UN PECCATO

È arrivato nell’atmosfera all’inizio dell’inverno
Senza guardare in faccia a nessuno

Ci ha fatto vivere giorni di inferno

Tutti in casa dovevamo restare
Nessuno potevamo toccare,
abbracciare, baciare.

Non è arrivato per caso
Ha scelto luoghi già inquinati
Ha contaminato persone già indifese
La Lombardia ha sostenuto molte spese

Bambini, non temete
Da ogni brutta storia c’è sempre da imparare
Hanno tagliato ogni cosa per risparmiare

Ora i grandi stanno pagando i costi del non fare
E quello che hanno voluto sempre rimandare
Ora lo devono pagare.

È arrivato nell’atmosfera quando era quasi sera,
per un po’ è rimasto, fino a tarda primavera,
L’uomo quindi si è ingegnato, nel frattempo ha letto
Ha ascoltato, e verso il telelavoro si è orientato

Si è vero ci ha fatto vivere giorni di inferno
Ora però, l’uomo ha imparato,
rimandare le cose è un peccato.

NON FATE MAI LA GUERRA !  PIUTTOSTO , TUTTI GIU’ PER TERRA !
 

Redazione N>O>I – Network Organizzazione Innovazione – FC-Staff

 

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