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Sciopero Mondiale per il Futuro – #15Marzo2019 #SaveTheDate


Scendiamo in piazza per il Clima il 15 marzo,
una giornata di mobilitazione globale che avverrà in oltre 40 Paesi. Tutti insieme, dobbiamo far vedere che la situazione è grave e deve essere affrontata.
Tre anni dopo la firma dell’Accordo di Parigi, le promesse che ci sono state fatte devono ancora trasformarsi in azioni. Dobbiamo accelerare la transizione verso un’Italia senza emissioni di gas serra. Sono sempre più numerosi i cittadini che vogliono aria più pulita, meno plastica nei nostri oceani, più energia da fonti rinnovabili, un futuro sostenibile per i bambini, in breve più risolutezza politica per il pianeta!

Il 15 Marzo facciamo appello per una politica climatica più ambiziosa a livello globale, europeo e nazionale. Gli scienziati sottolineano che il riscaldamento globale non deve superare 1,5°C, al fine di evitare grandi disastri. Ci resta poco tempo.
Un gran numero di Paesi e organizzazioni già richiede misure senza precedenti, in modo che questo limite possa essere rispettato. E questo attraverso una transizione socialmente giusta, su misura per tutte le persone. Scendiamo in piazza per la giustizia climatica, in Italia e nel mondo.
Sarà un evento storico, un evento per studenti e professori, un evento per famiglie e per tutti coloro che hanno a cuore il clima, un evento pacifico e non violento. Saremo tutti uniti per il clima! Tutti uniti per garantire un futuro!

Abbiamo solo 11 anni per salvare il pianeta

“La lotta contro i cambiamenti climatici è una questione di vita o di morte: non agire sarebbe un suicidio.”
Antonio Guterres (Segretario generale delle Nazioni Unite, Dicembre 2018)

“Molte altre lotte sono legittime. Ma se questa verrà persa, nessun’altra potrà essere condotta.”
Appello pubblico di scienziati e uomini di cultura (Le Monde, Agosto 2018)

Le nuove generazioni vedono un futuro sempre più oscuro. Un futuro in cui città come Venezia saranno sommerse.
Bellezze come la Grande Barriera Corallina non esisteranno più. Animali come gli orsi polari saranno estinti. Milioni di persone fuggiranno da siccità, carestie, epidemie. E molto altro….
 

TUTTO QUESTO SE NON AGIAMO SUBITO!

L’ULTIMO APPELLO DEGLI SCIENZIATI

L’ultimo rapporto IPCC afferma l’urgenza di contenere il riscaldamento globale entro +1,5 °C. Per farlo, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030, e azzerarle entro il 2050. Un compito titanico.

CHE COSA POSSO FARE?
Serve una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. Un cambio di paradigma.
Dobbiamo smettere di pensare solo a noi stessi e ai nostri bisogni immediati. Dobbiamo pensare che tutto ciò che facciamo ha un impatto, e agire secondo ciò che è bene anche per gli altri e per questo mondo.

Dobbiamo pretendere che chi ci governa agisca per il bene comune e che le imprese, come ad esempio quelle legate ai combustibili fossili, smettano di danneggiare il pianeta.

Sono decenni che gli scienziati sanno cosa comporta emettere gas serra nell’atmosfera, ma fino ad ora non sono stati ascoltati abbastanza.

È tempo di cambiare rotta e agire. E anche in fretta.

Le Nostre Richieste

50% Emissioni al 2030 zero emissioni al 2050

Chiediamo di attuare oggi stesso la transizione dal modello delle fonti fossili a quello delle energie pulite rinnovabili, per evitare al Paese gli effetti degli sconvolgimenti climatici, il declino economico, industriale e sociale, obiettivo Zero emissioni al 2050.

Cosa vogliamo ottenere?

Attraverso le iniziative di Fridays For Future, noi studenti e cittadini chiediamo un forte rilancio delle energie rinnovabili, per elettricità, trasporti e termiche, sostanziosi interventi per il risparmio e l’efficienza energetica, per i consumi civili e industriali, un rafforzamento della gestione sostenibile delle foreste, misure di contrasto al consumo di suolo, il taglio dei 16 miliardi di incentivi ai combustibili fossili (dati 2017 del Ministero dell’Ambiente), nonché un taglio ai sussidi agli allevamenti e altre attività agricole non sostenibili economicamente e ambientalmente.

Riteniamo che il riuso, il ripristino e la messa in sicurezza delle infrastrutture e dei territori sia un passaggio fondamentale per un cambio di paradigma nella maniera in cui ci relazioniamo con quelli che sono i beni naturali comuni.

E’ infatti necessario tutelare quelle risorse che sono organiche e fondamentali per la riproduzione della vita sul nostro Pianeta.

E’ altresì necessario un ambizioso processo di rigenerazione energetica del patrimonio edilizio; nei trasporti è necessario puntare a una rilevante riduzione dei consumi di benzina e gasolio, offrendo alternative efficienti a milioni di pendolari; investire nelle città e nel trasporto pubblico, ripensare la fiscalità per ridurre e spostare la mobilità verso l’elettrico puro e a zero emissioni.

Al Governo italiano chiediamo di attuare oggi stesso la transizione dal modello delle fonti fossili a quello delle energie pulite e rinnovabili, per evitare al Paese gli effetti degli sconvolgimenti climatici, il declino economico, industriale e sociale. Il settore è tecnologicamente maturo per una sostanziale transizione e raggiungere l’obiettivo Zero emissioni al 2050.

VALORIZZAZIONE DELLA CONOSCENZA SCIENTIFICA

Gli Scienziati conoscono questi problemi da molto tempo e…

 

Cosa dice la SCIENZA

Raccomandazioni che i decisori politici dovrebbero recepire per limitare l’innalzamento delle temperature sotto la soglia di 1,5°C

L’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, che fa parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), certifica che nel 2018 il clima italiano si è surriscaldato come mai prima da 218 anni, superando il precedente record del 2015 e che siamo in presenza di cambiamenti climatici importanti per il nostro Paese, considerando il fatto che, tra i 30 anni più caldi dal 1800 a oggi, 25 siano successivi al 1990.

L’Istituto nazionale per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), all’interno del suo ultimo rapporto: “Gli indicatori del clima in Italia”, segnala che l’anomalia della temperatura media nel 2017 era stata di +1,30°C nel nostro Paese e di +1,20°C a livello globale, rispetto al valore di riferimento 1961-1990.

Lo “Special Report on 1.5 degrees Celsius”, presentato in Corea lo scorso mese di ottobre dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC),suggerisce le raccomandazioni che i decisori politici dovrebbero recepire per limitare l’innalzamento delle temperature sotto la soglia di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Secondo la NASA, dopo il 2016, 2017 e il 2015, il 2018 è stato l’anno più caldo dal 1880, gli ultimi cinque anni sono stati, collettivamente, gli anni più caldi in assoluto.

Per contrastare questi fenomeni, l’Unione Europea ha formulato il Pacchetto Energia pulita, con obiettivi di riduzione di gas serra al 2030, chiedendo a tutti gli Stati membri di presentare un Piano nazionale su clima ed energia che preveda una serie di azioni per concorrere al raggiungimento di tali obiettivi, che secondo la stessa Commissione Europea saranno in grado di ridurre le emissioni solo dell’80% entro il 2050. Il rapporto IPCC emesso ad ottobre 2018, invece, evidenzia che èindispensabile raggiungere il 100% di riduzione, quindi Zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale.

più risolutezza politica

Cosa fa il nostro Governo?

Il Governo italiano ha inviato l’8 gennaio scorso a Bruxelles la Proposta di Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima, su cui la Commissione europea esprimerà una valutazione di coerenza con l’obiettivo europeo vincolante di riduzione dei gas serra e con gli altri obiettivi al 2030, in attuazione dell’Accordo di Parigi per il clima, e a dicembre 2019 sarà approvata la versione finale.

La proposta del PNIEC italiano sembra indicare come obiettivo strategico l’impiego di gas metano, facendo diventare l’Italia un hub del gas, sempre un idrocarburo di origine fossile, per sostituire l’energia prodotta dalle centrali a carbone che andranno chiuse entro il 2025, di contro c’è una traiettoria di crescita contenuta per le rinnovabili elettriche.

Questa strategia appare in sintonia con le scelte politiche, dell’attuale e dei precedenti Governi italiani, che vanno in questa direzione. A conferma ci sono l’approdo in sud Italia di vari metanodotti provenienti da Paesi esteri, le numerose autorizzazioni concesse per prospezioni nel mar Mediterraneo per la ricerca di idrocarburi, gli ingenti investimenti in tutto il mondo della compagnia petrolifera ENI, di cui il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e CDP (Cassa depositi e prestiti) detengono complessivamente il 30.10% di azioni, il ritardo della principale azienda automobilistica italiana verso l’innovazione con modelli a trazione elettrica, preferendo a questi i motori con propulsore a metano. Di contro, la traiettoria di crescita per le rinnovabili elettriche è debole, contraddicendo anche le indicazioni dell’UE, che lo scorso anno ha approvato la Renewable Energy Directive (RED II).

Tra i punti fermi della normativa c’è proprio quello di sbloccare il potenziale di energia rinnovabile legato alla autoproduzione e all’autoconsumo dei cittadini, i cosiddetti energy citizens, come fatto notare da Greenpeace.​
 

“Abbiamo certamente bisogno di speranza. Ma l’unica cosa di cui abbiamo bisogno più della speranza è l’azione. Una volta che iniziamo ad agire, la speranza si diffonde. Quindi, invece di cercare la speranza, cerchiamo l’azione. Allora e solo allora, la speranza arriverà.”Greta Thunberg

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