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Rivoluzione a San Martino: da crocevia a rondò

Al via i lavori per la sperimentazione del futuro assetto viabilistico dello svincolo al confine con il territorio milanese

Da complicato crocevia a ordinata rotonda. L’Amministrazione comunale riscrive il futuro della viabilità cittadina, intervenendo in uno dei punti nodali di tutto il Sud Milano. Sono iniziati in questi giorni i lavori per avviare la sperimentazione del nuovo sistema viabilistico dello svincolo di San Martino. L’intervento serve a testarne la funzionalità in vista di quello che sarà l’assetto definitivo.

Dopo alcuni piccoli lavori preliminari, in corso in queste ore, i tecnici dei due Enti (San Donato e Milano) si incontreranno nei prossimi giorni per definire gli ultimi dettagli dell’intervento, con l’obiettivo di introdurre il nuovo sistema viabilistico tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Attraverso la posa di new jersey in cemento armato verrà creato un rondò, interrompendo i due segmenti stradali che oggi attraversano il crocevia. Le auto provenienti dalle quattro vie (cavalcavia tangenziale, Emilia direzione nord e sud, Bonarelli) che attualmente confluiscono nello svincolo saranno convogliate in una rotatoria europea, con precedenza, dunque, per chi la sta già percorrendo. La nuova viabilità sarà evidenziata dalla segnaletica verticale e orizzontale che sarà posata a corredo dei lavori.

«Grazie alla collaborazione con il Comune di Milano – dichiara l’Assessore ai Lavori Pubblici Andrea Battocchio – intendiamo semplificare uno degli svincoli nevralgici, non solo di San Donato, ma di tutto il Sud Milano. Interveniamo con l’obiettivo di elevare la sicurezza in un luogo di grande passaggio, spesso teatro di incidenti, purtroppo, anche mortali».

«La sperimentazione – aggiunge il Sindaco Andrea Checchi – ci consente di modificare fin da subito l’assetto, testandone la bontà ed evidenziandone gli eventuali limiti in vista dell’opera definitiva che presuppone un investimento economico rilevante e il perfezionamento di un iter burocratico necessariamente lungo, intervenendo in un’area a confine tra due Comuni»

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