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Prevenzione e diagnosi precoce del cancro

Prevenzione e diagnosi precoce del cancro
Con la Risonanza magnetica si scandaglia tutto il corpo alla ricerca di piccolissimi tumori solidi.

Un esempio all’IEO di Veronesi e una struttura privata a Castelli di Calepio in provincia di Bergamo.

Avete avuto in famiglia casi di tumore con una determinata predisposizione, oppure siete assillati dal dubbio che il cancro possa presentarsi quando è già troppo tardi per curarlo?

Sicuramente uno stile di vita sano, che comprende dieta mediterranea ed esercizio fisico, oltre ai test di screening per la mammella, utero e colon, possono contribuire a tenere lontano lo spettro del cancro. Ma oggi c’è una possibilità in più.

Un esame diagnostico chiamato Diffusion Whole Bodi (DWB) permette di scrutare l’intero corpo, senza utilizzare raggi o mezzi di contrasto, quindi in piena sicurezza e riuscire a scoprire la maggior parte dei tumori solidi non percepiti con gli screening tradizionali. Si tratta di una più recente evoluzione della Risonanza magnetica (RM) total body, grazie alla quale è possibile effettuare scansioni dell’intero corpo e identificare lesioni fino a 3-4 millimetri di diametro in immagini tridimensionali e assiali ad alta risoluzione.

Ma quali viaggi bisogna fare per sottoporsi a questo test non invasivo?
Non bisogna andare né in Europa e né negli USA, ma l’abbiamo dietro la porta di casa nostra, a Castelli di Calepio, in provincia di Bergamo.
E’ la copia esatta della stessa Risonanza magnetica installata all’Istituto europeo di oncologia (IEO) ma nell’Istituto milanese è dedicata ai casi di malati più gravi e alla ricerca di recidive, quindi persone già malate, che occupano l’intero iter operativo della macchina. A Castelli di Calepio, invece, la macchina e tutta la struttura che ci ruota attorno, personale compreso, sono dedicati alle persone in apparenza sane che vogliono togliersi ogni dubbio, anche se, ci teniamo a dirlo, un piccolo margine di errore esiste sempre, in positivo e in negativo, ma in piccolissime percentuali.
Il test, infatti, è raccomandato una volta all’anno.

L’impianto è di una start up costituita da imprenditori della zona, quell’area tra Bergamo e Brescia denominata Sebino, fucina di imprese che determinano la ricchezza della zona.

Si chiama ASC Italia (Advanced screening centers) della quale è presidente Piera Esposito che col marito e il figlio, impegnati nell’ambito del sostegno alla ricerca oncologica dell’IEO, hanno convinto amici imprenditori a sostenere questo nuovo metodo di prevenzione, in funzione dall’inizio dell’anno. Gli esami saranno gestiti da specialisti formati dall’IEO, con la consulenza degli stessi medici che hanno sviluppato questa nuova tecnologia.
Come tutte le cose nuove, anche in ambito scientifico, il centro è privato e il test costa mille euro, ma Asc non ha scopo di lucro e gli introiti per i primi 4 anni saranno reinvestiti per comperare altre due apparecchiature che faranno abbassare il costo a 600 euro.

In ogni caso, il consiglio di amministrazione del centro ha deciso di destinare il 10% degli esami annui (180) ai meno abbienti, persone con un ISEE inferiore a 15.000 euro che spenderanno soltanto 200 euro.

Tutto è nato da un articolo di giornale che sottolineava la necessità di sviluppare maggiormente la prevenzione primaria del cancro per scoprire tumori sempre più piccoli e più trattabili, si leggeva negli Annals of oncology nel 2014 e successivamente in una intervista sull’Espresso lo stesso Umberto Veronesi diceva che esistono due strade maestre per la diagnosi precoce, l’imaging molecolare per individuare marker tumorali nel sangue e l’evoluzione della Risonanza magnetica, che Veronesi chiamava “scatola magica”. La famiglia di Piera Esposti ha voluto andare a fondo di questa scatola magica e ha sostenuto due ricercatori dell’IEO. Ma quando ha saputo della possibilità di dedicate la “scatola magica” all’individuazione dei tumori nelle persone sane, ha cambiato strategia e ha realizzato ASC, con un investimento di 5 milioni di euro, in parte da imprese private, in parte da finanziamenti europei.

La stessa macchina – spiega Massimo Bellomi, direttore della divisione di radiologia dell’Istituto di via Ripamonti a Milano – è in funzione in due ospedali londinesi, ma già si sta diffondendo in tutto il mondo. La utilizziamo soprattutto per seguire i malati di cancro, chi rischiano recidive, per cercare metastasi, per le donne in gravidanza e i pazienti giovani perché non si usano radiazione né mezzi di contrasto. Ma non possiamo usarla che in pochi casi su persone sane”. La tecnologia di questa macchina, sia pure con nuove configurazioni hardware e software, che ne hanno migliorato le prestazioni, esegue l’esame del corpo in 30 minuti. “Il principio è semplice – dice Giuseppe Petralia, radiologo dell’IEO – e si basa sull’individuazione del movimento delle molecole d’acqua. Quando queste sono intrappolate in un tessuto ipercellulare (tumorale) risultano brillanti alla risonanza magnetica. Nel tessuto tumorale le molecole sono più vicine tra loro e questo permette di rilevare alterazioni cancerose di 3-4 millimetri. Tutto ciò, ovviamente analizzato da personale esperto che può limitare al minimo il rischio di sovradiagnosi, cioè di falsi positivi. La RM non si sostituisce agli altri test di screening, perché i test sono indirizzati nella zona da indagare (mammella, utero e colon) e danno una maggiore capacità di analisi”.

Per maggiori informazioni collegarsi al sito www.asc-italia.it o telefonare allo 035.0433106.

Redazione RecSando – Edoardo Stucchi

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