Le chiese e i criminali di guerra
Le chiese ed i criminali di guerra
Una cosa di cui si è parlato troppo poco negli ultimi anni di questo dopoguerra è l’atteggiamento assunto dalle chiese, in particolare la cattolica e la confessione evangelica, nei confronti dei criminali di guerra nazisti.
Questo lavoro per l’argomento che tratta e per le persone, o meglio le personalità che via, via, citeremo e chiameremo in causa, risulterà un lavoro decisamente a sfondo politico e diversamente non potrebbe esserlo dato l’argomento trattato. Non ci soffermeremo sulle infinite persone della società tedesca che in questo dopoguerra si sono adoperate per far amnistiare, far espatriare (o meglio far fuggire) molti dei criminali nazisti oppure hanno svolto un’attiva opera per fare commutare condanne a morte, riuscendoci, ai più feroci aguzzini di quel barbaro regime. Accenneremo solo a qualche nome di avvocati, di nobili e di ecclesiastici delle varie chiese che più si sono prodigati in quest’opera certamente non meritoria, almeno nei confronti dei milioni di vittime sacrificate sull’altare della ferocia del nazismo, senza per questo dimenticare che, aiutati in questo lavoro continuo ed addirittura petulante rispetto ai comandi ed ai tribunali alleati da eminenti personalità, costoro, con le loro incaute dichiarazioni spesso hanno fatto dell’apologia del regime nazista.
Infatti una dichiarazione “ che i tribunali americani ci ricordano quelli nazisti”, che “i metodi adottati nella fase istruttoria dei processi di sono metodi criminali e che violenze sono state usate contro gli imputati “! che poi non risulteranoo vere, cosa altro non sono se non un’apologia del nazismo?
Persone, a suo tempo perseguitate dal nazismo, incarcerate e successivamente deportate nei Lager e che quindi avevano sperimentato sui loro corpi la ferocia e la barbarie di quel regime le troviamo nel dopoguerra fra i massimi protettori di carnefici, di responsabili di stragi, di sfruttatori di mano d’opera coatta e di quella della deportazione. Persino gli appartenenti all’operazione T4, come era chiamata la operazione eutanasia che cessò grazie all’intervento dell’arcivescovo cattolico di Muenster, von Galen[1], vennero difesi ed aiutati in tutti i modi da esponenti delle chiese a cui si unirono politici a suo tempo anche loro arrestati ed esponenti della nobiltà tedesca[2]che si mosse in modo particolare quando l’arrestato, il criminale incarcerato dalle potenze Alleate, era un appartenente a qualche casato tedesco.
La difesa di questi criminali assunse spesso degli aspetti di rara comicità, anche se riguardandoli adesso per gli effetti che ebbero dobbiamo dire che erano davvero tragici! L’uccisore di centinaia di migliaia di persone, nel Lager che comandava, era dipinto come “un uomo di fede”, l’ufficiale che comandava l’unità che sterminava villaggi era “un uomo pio che frequentava da ragazzo la comunità ecclesiale,” Altri, come ad esempio il “boia di Praga” (Ernst Gerke) vennero assunti dalla comunità evangelica come consulenti legali o direttori amministrativi, altri ancora capi di “Sonderkommandos” di quei reparti incaricati di sterminare ebrei e popolazioni nell’est europeo, addirittura come professori in un liceo evangelico dove uno di loro fu incaricato dell’insegnamento di storia ed educazione civica !
Ma l’attività delle chiese non si esaurì nella sola difesa di questi criminali, nel cercare testimoni,nel provvedere ad assoldare i migliori avvocati della Germania; si spinse molto oltre sino a provvedere a quelli che volevano emigrare e nascondersi in paesi ospitali i documenti, ovviamente falsi, gli appoggi necessari per raggiungere Roma o Genova dove con altri documenti rilasciati in buona fede (?) e con nomi falsi forniti sempre dalle organizzazioni religiose che garantivanp per loro ottenevano i passaporti della Croce Rossa Internazionale.
Non si trattava di far lasciare l’Europa ed emigrare ad alcune decine di persone; furono migliaia gli esponenti del Terzo Reich, della Gestapo, delle SS e dei boia dei campi di concentramento nazisti che lasciarono così il loro paese per varcare gli oceani e rifarsi una vita senza pagare alla giustizia il conto della loro ferocia e dei loro misfatti.
Dopo il discorso di Churchill a Fulton, con il quale si inaugurò quello che verrà chiamato il periodo della ” guerra fredda ,” in Germania si comprese che il vento stava cambiando, che prima o poi gli Alleati avrebbero avuto bisogno di dare una definitiva
sistemazione politica a quello che era stato il terzo Reich e che i tedeschi potevano divenire alleati preziosi in quel conflitto, per il momento solo verbale e propagandistico, che si stava sviluppando con l’Unione Sovietica. Allora l’aiuto ai criminali nazisti assunse la forma di una gara, anche fra le chiese tedesche, fra chi dava loro il maggior aiuto possibile. Una grande colpa di quello che avvenne in quel periodo in Germania ricade anche sulle potenze alleate, sulle stesse comunità ebraiche sparse per il mondo che non fecero sentire in maniera forte le loro proteste contro chi aveva sterminato gran parte della popolazione ebraica europea. Ma soprattutto appare ambigua la figura del generale americano Mc Cloy il cui agire non si comprende quanto fosse dettato da ragioni politiche decise dal governo americano e quanto avesse invece deciso liberamente nella sua veste di alto commissario statunitense della zona di occupazione militare tedesca al quale era demandata anche la possibilità di graziare i condannati.
Nello stendere questo saggio non ci possiamo esimere dal mettere in evidenza delle
cose che al lettore sembreranno incomprensibili: il 5 giugno 1945, quello che fu un grande avversario del nazionalsocialismo e pagò con il carcere e con la deportazione la lotta che intraprese con la chiesa confessante contro quel regime, il pastore Martin Niemoeller, liberato il 3 maggio dalla deportazione, dichiarò in una conferenza stampa a dei giornalisti stranieri che il popolo tedesco non aveva bisogno di un governo democratico e che egli all’inizio della guerra aveva inoltrato una domanda di arruolamento volontario nella marina da guerra dal Lager di Dachau dove si trovava deportato.
Questa dichiarazione di Niemoeller è indubbiamente la prima dichiarazione di un tedesco che lascia perplessi: dopo quella data troveremo a iosa dichiarazioni, interventi, aiuti di tutti i tipi che le chiese daranno ai criminali nazisti. Non certo ai semplici militi delle SS oppure agli impiegati d’ordine di municipi e regioni, ma ad ufficiali suoeriori, a comandanti delle famigerate “Einsatz” che si distinsero nei territori occupati per lo sterminio di intere popolazioni, ebraiche e non, a comandanti ed aguzzini dei Lager e ad un certo momento come vedremo addirittura a favore del generale delle SS Pohl il “padrone” dei campi di concentramento.
Decisamente queste prese di posizione delle chiese non sono, come qualcuno potrebbe essere indotto a pensare, campate per aria: le chiese comprendono perfettamente la situazione politica che si è venuta a creare in Germania con la disfatta militare e con la caduta del regime nazista e sanno che il consenso all’hitlerismo aveva assunto proporzioni gigantesche per cui, abbandonando al loro destino i criminali nazisti in fuga o quelli incarcerati dagli alleati, avrebbero dovuto pagare il loro disinteresse verso costoro con l’affievolimento o addirittura il distacco di grosse frange della popolazione dalla comunità ecclesiale. Tutte le dichiarazioni dei notabili delle varie chiese sulla carità cristiana, sulla misericordia divina, poi, fanno a pugni con le altre prese di posizione dalle quali traspaiono posizioni di gretto nazionalismo come se con la difesa di questi “compatrioti” essi riuscissero a dare una identità dignitosa alla nazione tedesca ed alla sua storia. Troveremo infatti dichiarazioni di sacerdoti e pastori che tentano già allora di relativizzare, precorrendo di quarant’anni gli storici revisionisti, i delitti di gran parte dei criminali nazisti arrestati dalle truppe di occupazione chiamando in causa i bombardamenti delle città tedesche ignorando del tutto che i primi bombardamenti sulle popolazioni civili – da Guernica a Coventry ed a Londra, tanto per citarne qualcuno – erano stati effettuati dall’aviazione tedesca tanto che la stampa fascista aveva in quegli anni creato un nuovo vocabolo “coventrizzare La cosa più sorprendente, per chi si avvicina ad esaminare questi comportamenti, è dato anche dalla difesa e dall’aiuto che viene dato agli sterminatori di ebrei e le parole con le quali si tenta, quasi sempre con successo di liberare questi aguzzini.
Queste organizzazioni, questi centri di assistenza sorgono già nel 1946. Il primo in ordine di tempo è il “soccorso silenzioso” promosso da una nobildonna, Più tardi, troviamo operante sul suolo tedesco ( ed anche italiano ) la Pontificia Commissione di assistenza che opererà anche con un congruo e continuo contributo che riceve dal War Relief Service della Conferenza Cattolica di Washington, cosicchè troveremo una contaminazione che rasenta l’assurdo: i cattolici americani con i loro oboli aiutano, assistono, i criminali nazisti che le loro autorità in Germania internano ed incarcerano fra i quali si trovano anche quelli che sono accusati di aver ucciso dei piloti e dei prigionieri di guerra americani! Tra le innumerevoli organizzazioni di soccorso create nell’immediato dopoguerra troviamo l’ EHD , il “soccorso ai camerati”, il “Comitato per l’aiuto ecclesiastico dei detenuti”, “L’assistenza spirituale cattolica per stranieri” questa a Roma, la Croce Rossa Internazionale che fornisce i passaporti per l’espatrio su segnalazione di organizzazioni religiose, l’IRO ( International Refugee Organisation), la Caritas tedesca, quella svizzera, quella olandese ed infine una necessaria segnalazione merita il cosidetto “Archivio Legale di Norimberga[3]” che, per il livello delle persone che vi appartenevano e per la diretta conoscenza che le stesse avevano dei crimini dei loro difesi, si può considerare come la più vergognosa delle associazioni sorte in difesa di quei criminali.
Accanto all’azione della Federazione delle Chiese Evangeliche Regionali Tedesche (EKD) che dall’agosto 1945 inizia i suoi interventi difendendo a spada tratta nazisti di basso rango e grandi criminali, senza operare alcuna distinzione, ma con una tenacia ed una grinta degna di una miglior causa, troviamo la Caritas e centri di solidarietà ed amicizia. L’opera di costoro non conosce sosta; inoltre, accanto ad ognuno di questi centri agiscono preti, pastori, vescovi e cardinali e in qualche raro caso anche il Papa[4].
Le prese di posizione di questi personaggi, le loro intromissioni in quella che è l’amministrazione della giustizia, sono state sempre pesanti. D’altra parte, bisogna dar loro atto che sono stati gli unici ad aver compreso con largo anticipo che si stava andando verso uno sgretolamento dell’alleanza che aveva portato alla vittoria le armate dei due fronti, quello orientale e quello occidentale, e che, quindi, il problema della Germania al di là di quella divisione in zone, era destinato ad essere risolto e che si sarebbe potuto quindi ottenere un trattamento diverso per i tedeschi. La condanna poteva senza indugi essere mitigata sino a terminare in qualche archivio senza aver prodotto danni notevoli. Così pure – tirando per le lunghe i processi prima di arrivare a condanne definitive – era destinata a morire almeno nella memoria dell’opinione pubblica, che era quello che maggiormente contava a quel tempo, la campagna contro il collaborazionismo delle grandi industrie con il nazismo.
Chi dopo qualche anno dalla fine della guerra e dai processi ai Krupp, ai Flick, alla I.G. Farbenindustrie si sarebbe ricordato dell’enormi responsabilità dei grandi gruppi industriali e dei loro dirigenti nella morte di decine di migliaia, o addirittura delle centinaia di migliaia di deportati sfruttati sino alla loro morte da quei grandi gruppi?
Chi si sarebbe ricordato dei 25.000 deportati morti di stenti, di fame di bastonate e di malattie della Buna (IG) di Auschwitz, chi dei 20.000 di Dora, chi delle altre migliaia di morti nelle fabbriche della Junker, della Messerrschmitt, della BMW della Volkswagen ecc. ecc. tanto per ricordare delle industrie operanti ancor oggi ?
Oppure, chi si sarebbe ricordato delle migliaia di cavie morte nel corso degli esperimenti che le grandi e piccole case farmaceutiche, con la scusa che, come scriveva l’Istituto Robert Koch: ,” dato che l’esperimento sull’animale non consente una sufficiente valutazione, gli esperimenti debbono essere effettuati sull’uomo[5]”?Chi si sarebbe ricordato i nomi dei professori delle università tedesche che richiedevano sperimentazioni ai vari reparti istituiti in parecchi Lager ?
Agli organismi di assistenza discorsi del genere non interessavano affatto, ne si ponevano delle domande sull’etica del loro comportamento. Loro erano impegnati in grande stile a sottrarre “dei buoni cristiani”, ” degli uomini pii”, delle persone che nonostante avessero un tempo dato formale adesione all’ateismo ora ritornavano o volevano “ritornare in grembo alla chiesa”.
Nessuna miglior difesa degli incarcerati ed internati era quella di diffamare i custodi, mettere in dubbio la serietà e rettitudine dei testimoni e, all’occasione di rifarsi anche al paese d’origine o al ceppo razziale del giudice americano. Troveremo così, sin dal 1946, dei giudizi duri espressi da sacerdoti sui custodi tedeschi dei campi d’internamento; sono, si dice in un loro documento, “degli ex- deportati dei Lager nazisti, ma non per motivi di avversione politica al nazismo, ma per il fatto di essere stati dei cattivi cittadini ” . A fine ottobre 1948 il vescovo ausiliario di Monaco,J. Neuhaeusler, eleva una protesta col OMGUS a proposito del processo che si era svolto a Dachau contro le SS e gli aguzzini del Lager di Flossenbuerg e delle condanne emesse dal tribunale in quella occasione, nella quale definisce i testimoni a carico come “omosessuali, stupratori di bambini, ruffiani, comunisti e Berufsverbrechers” (criminali di professione). Non è da meno il nunzio apostolico A. Muench al quale resta la consolazione che in”questa faccenda come si vede dai nomi non sono stati dei veri americani a condurre gli interrogatori preliminari!”
Quando non si sa più che pesci pigliare l’avvocato difensore ritiene che la condanna a morte poggiava si su elementi incontrovertibili, ma – soggiunge – nei vari processi si erano andate formando due concezioni diverse, contrapposte, una moderata ed una ” soggetta ad una forte influenza ebraica.” Erano trascorsi solo poco più di tre anni dalla fine dello sterminio degli ebrei!
A fine luglio 1948 si ebbe la conclusione dei processi contro la IG-Farben e contro la Krupp. Questo, con la condanna di Alfried Krupp a 12 anni di carcere è l’ultimo dei processi contro i gruppi ed i grandi industriali tedeschi che avevano collaborato col nazismo ed avevano sfruttato sino alla morte contingenti massicci di deportati.
In quel preciso momento la guerra fredda aveva raggiunto il massimo della violenza, alcune settimane dopo avremo il blocco di Berlino e l’inizio del ponte aereo per il trasporto degli aiuti e dei mezzi militari nella città, divisa in quattro zone, ma che in era in effetti un “enclave” dentro la zona sottoposta all’amministrazione delle truppe sovietiche.
Dopo pochi giorni si scatenano preti, frati, vescovi, pastori e cardinali con interventi di vario genere: il 20 agosto un vescovo scrive al cardinale Frings che i criminali incarcerati a Spandau stanno morendo[6] di….fame! il giorno seguente riscrive allo stesso cardinale che la revoca della sospensione delle esecuzioni ha provocato l l’impiccagionee di alcuni prigionieri.
Sempre il 20 agosto gli internati di un Lager della Bassa Sassonia in attesa di venir estradati nei paesi dell’est ed essere ivi processati per i delitti compiuti durante l’occupazione nazista di quelle regioni, inviano una supplica all’alto commissario americano affinchè rigetti la richiesta di estradizione per delle persone che ” abbiano combattuto con convinzione il bolscevismo “. Subito dopo, in settimana, la conferenza episcopale tedesca è turbata e si rivolge al GMA americano perchè secondo i vescovi ” i tribunali americani assumono l’odiato carattere dei tribunali speciali “.
L’aspetto politico, sia nelle perorazioni a difesa dei criminali nazisti, sia nell’aiutarli ad emigrare, o a riparare all’estero ( si noti che abbiamo usato due verbi emigrare e riparare che sostituiscono un verbo solo: fuggire) prende via, via il sopravvento e spesso si trovano delle frasi pronunciate dagli ecclesiastici in cui si accenna più o meno velatamente, quando addirittura non lo si dichiara apertamente, della necessità di tener conto che si stanno giudicando persone che hanno combattuto il bolscevismo[7]. Che costoro si siano macchiati di crimini nefandi ha poca importanza per chi li sostiene, importa solo ricordare ai tribunali che li stanno giudicando che sono persone buone per tutte le stagioni della politica.
Come si è sempre verificato le Chiese intuiscono prima dei politici che il vento è cambiato e premono con insistenza sia sulle autorità alleate di occupazione che sui tribunali delle stesse affinchè revochino le condanne già pronunciate o trattino quei “buoni cristiani” con benevolenza considerando la non improbabile necessità di averli dalla loro parte nella lotta contro il bolscevismo.
Il ponte aereo per rompere l’accerchiamento e poter rifornire Berlino aveva prodotto i suoi frutti. La crisi coreana che nel 1950 darà inizio alle operazioni militari americane in quella regione aveva raggiunto l’apice quando avvennero due fatti di grande interesse politico che investirono la Germania e di rimando anche i criminali nazisti incarcerati oppure internati. Nella primavera del 1950 arrivò in Germania una commissione americana,presieduta da un giudice della Corte Suprema statunitense, David W. Peck, alla quale era stato affidato dal governo americano il compito di esaminare le domande di grazia. La commissione lavora a tambur battente, rivede le sentenze, accetta l’esibizione di nuove prove, introduce una riduzione delle pene ai criminali che nel carcere hanno mantenuto una condotta disciplinata che consiste praticamente nello sconto di un terzo della pena comminata, ecc. ecc. Qualche mese dopo i ministri di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia dispongono il riarmo della Germania. Però, nelle carceri tedesche, si trovano detenuti con condanne anche pesanti un numero consistente di ufficiali superiori, generali compresi, per l’aiuto dei quali si sono da tempo mobilitate le varie organizzazioni di soccorso che hanno inviato con insistenza, e direi con petulanza, petizioni ai vari comandi e tribunali alleati.
Come il lettore facilmente comprenderà, non riesce difficile a tutte queste organizzazioni di soccorso, in primo luogo la EKD, ad inviare il suo massimo rappresentante assieme a dei politici[8][9]della nuova Germania dal generale americano Mc Cloy a perorare la causa dei condannati a morte inserendo velatamente in questo colloqio anche l’idea di un ricatto. Mc Cloy è lesto a commentare: ” se i nostri rapporti sono legati a questi casi, l’ amicizia tedesco-americana è davvero appesa ad un filo”.
Qualche giorno dopo, sempre nel gennaio 1951, il vescovo Neuhaeusler, perora presso il generale Mc Cloy la causa dei condannati a morte ricordandogli che se la nuova Germania, cioè la Repubblica federale, è destinata a trasformarsi in una trincea contro l’assalto del bolscevismo ” gli Stati Uniti devono commutare le condanne a morte non ancora eseguite in pene carcerarie”.
In quei giorni avviene l’occupazione di Seul da parte dei Nordcoreani. Molti militari americani vengono fatti prigionieri dai nordcoreani e quest’avventura bellica genera discussioni e battaglie politiche non solo negli Stati Uniti: i suoi riflessi fanno capolino in Europa e specialmente in Germania col risultato che, qualche giorno dopo l’occupazione di Seul, Mc Cloy emette un decreto contenente la concessione di grazia per 142 dei 192 detenuti condannati nei vari processi di Norimberga. Questa concessione di grazia non provoca un aumento delle simpatie tedesche verso gli americani: vengono solamente tollerati come il male minore che la sconfitta ha riversato sulla popolazione tedesca. Nemmeno il vanto che le chiese ed i pastori menano per questa che considerano una “loro” conquista riesce ad impressionare l’opinione pubblica quanto il sapere che i grandi industriali,”gli artefici della guerra nazionalsocialista per la quale hanno prodotto cannoni e carri armati ” come scrive un giornale. sono ritornati in libertà. Poveretti! Nella prigione di Landsberg si trovavano tanto male che avevano invitato i loro difensori a chiedere di venir trasferiti in una ridente località dei Tauri! Ed una decina d’anni dopo, quanto si discuterà dei risarcimenti dovuti ai deportati ed ai lavoratori coatti, i dirigenti di una di quelle industrie, la IG Farben, dichiarerà che il Lager di Monowitz (Auschwitz III ) era un “campo destinato ai convalescenti!”[10].
Nel dopoguerra, nella città-simbolo del Terzo Reich, nella città che aveva visto le adunate oceaniche delle folle osannanti al nazismo, nella città che aveva dato nome alle leggi più turpi che mente umana avese mai partorito, a Norimberga, ebbero luogo i processi contro gli esponenti di quel regime nefasto che tanti lutti e tante macerie procurò al mondo intero. ( A questo proposito mi sembra opportuno ricordare che Wilhelm Stuckart, Segretario di Stato al ministero degli Interni che fu nel 1935 l’estensore delle leggi di Norimberga, uscì di prigione, graziato, già nel 1949. La chiesa evangelica, i pastori che nell’aprile del 1933 accettarono, anzi applaudirono l’emanzione dell’Arierparagraph col quale si escludevano gli ebrei dalle pubbliche amministrazioni, si diedero un gran daffare per far uscire dala prigione questo “cristiano modello.”Il suo vice, (il Prof. Hans Globke) quello che aveva creato la base giuridica per le persecuzioni razziali, qualche anno dopo, nel 1953, diverrà Segretario di Stato in un governo di Adenauer).
Il processo più importante, per le personalità che sedevano sul banco degli imputati, cioè coloro ch e avevano diretto la politica nazista e la condotta della guerra, i grandi criminali a cui venivano addebitate le colpe della dittatura e del sangue versato, si protrasse per un anno intero dall’autunno del 1945 a quello del !946 e terminò con undici condanne a morte[11], tre condanne all’ergastolo, tre condanne a pene detentive e tre assoluzioni.Due dei grandi criminali nazisti, il Maresciallo Goering ed il Dr. Ley si erano suicidati in carcere.
Questo processo contro i grandi criminali di guerra fu anche l’unico condotto in comune dalle quattro potenze vincitrici. Gli altri processi verranno condotti separatamente, in ogni zona di occupazione, dalle forze armate che la occupa.
A questo processo seguiranno in breve tempo altri processi importanti che vedranno assieme agli imputati sorgere in loro difesa in maniera massiccia, le chiese.
Di questi dodici processi, tenutisi a Norimberga, noi esamineremo il primo, quello contro i medici dei Lager, il quarto, quello contro il generale delle SS responsabile della gestione dei Lager, Oswald Pohl e quello degli industriali e dei dirigenti delle grandi industrie, vere fabbriche della morte dedite al potenziamento dell’industria bellica nazista, direttamente o indirettamente che tante vittime ha provocato tra i deportati nei Lager e tra i lavoratori coatti.
Altri processi verranno tenuti a Wiesbaden,[12]a Dachau[13]a Duesseldorf,[14]a Francoforte, a Hagen e, per l’uccisione di soldati alleati prigionieri di guerra, se ne sono celebrati un po’ in tutte le quattro zone tedesche soggette all’occupazione militare.
Proviamo quindi osservare cosa è avvenuto in quegli anni, con i vari interventi delle chiese nella difesa di questi criminali arrestati, con pesanti imputazioni, dalle forze armate alleate.
a) i processi contro coloro che proditoriamente hanno ucciso militari alleati.
Uno dei processi più importanti, seguito con estremo interesse da parte dell’opinione pubblica degli Stati Uniti fu quello che vide sul banco degli accusati membri della I divisione corazzata delle SS, la “Leibstandarte-SS Adolf Hitler”, per un fatto avvenuto nel dicembre 1944 durante la controffensiva tedesca nelle Ardenne. Da uno squadrone di questi mezzi corazzati , al comando del colonnello Peiper- vengono catturati vicino alla cittadina belga di Malmédy una settantina di soldati americani, alcuni dei quali feriti, che vengono passati per le armi immediatamente. Nello spazio di un mese,il reparto comandato dal colonnello Peiper[15] uccide oltre un centinaio di civili belgi e quasi 400 soldati americani caduti nelle mani di questo sanguinario reparto. A fine guerra gli americani riescono ad individuare il reparto e, dopo una lunga inchiesta, anche i colpevoli nonostante che tra le SS si assista ad un vergognoso scaricabarile in cui chi si difende accusa il compagno di aver partecipato a quelle uccisioni o a chi pure avendovi partecipato nega anche l’evidenza dei fatti, spesso incolpando un compagno. Il tribunale americano emette nel luglio 1946 la sentenza che si articola in 43 condanne a morte ed in 23 condanne all’ergastolo. Le chiese non possono rimanere indifferenti di fronte a una condanna che ha avuto una grande risonanza in tutto il mondo e che non incolpa dei piccoli trafficanti della politica ma addirittura un colonnello delle SS, ufficiale di una delle più famose divisioni di combattimento del terzo Reich, più volte citata nei bollettini per il suo valore dimostrato sui campi di battaglia ed allora ecco che scende in campo il vescovo bavarese della chiesa evangelica Meisner che paragonando gli interventi fatti dalla sua chiesa durante il regime nazista, mette in dubbio tutta la procedura seguita lungo il decorso del processo affermando che le ” confessioni sono state estorte attraverso orribili torture e che essi ( le SS) sono delle povere vittime della giustizia dei vincitori “.
Le proteste sullo svolgimento degli interrogatori hanno dato luogo alla nomina di una commissione d’inchiesta da parte del Senato americano presieduta dal senatore Raymond E. Baldwin la quale appurerà che non si è trattato delle torture e delle sevizie di cui parla tutta la stampa tedesca ed estera, ma sono stati inscenati da parte di membri della commissione d’inchiesta sui crimini di guerra dei finti processi invitando gli imputati a confessare o ad accusare dei compagni.
Nonostante l’accuratezza e la profondità con cui viene svolta l’inchiesta, di sevizie e di torture non ne appare neanche l’ombra.
Nel 1948 si muove anche la Segreteria di Stato Vaticana che eleva una protesta, indirizzata al presidente Truman, per le condanne comminate dal tribunale a proposito degli eccidi a Malmédy Ritengo superfluo aggiungere che negli anni seguenti quelle condanne saranno ridimensionate con buona pace dei soldati americani e dei civili belgi assassinati proditoriamente. Perchè di assassini veri e propri si è trattato.
b) i processi contro i medici, sia di quelli che si occuparono degli esperimenti nei Lager che di quelli che parteciparono all’operazione T4 (eutanasia).
In questi processi troviamo implicati dei medici, purtroppo non tutti, che si dedicarono con le loro capacità e la loro preparazione professionale alle più turpi e nefande prestazioni che il nazismo richiese loro, tradendo i principi per i quali avevano giurato fedeltà, cioè l’aiuto all’ammalato. Per loro il paziente, sano od ammalato diventava una cavia, non più un essere umano, un membro del consorzio civile al quale loro stessi appartenevano, ma qualcosa di simile ad un porcellino d’India o, peggio ancora, una bocca superflua da eliminare per sostenere l’economia del terzo Reich in guerra.
L’intervento delle chiese a favore di questi buoni cristiani fu pesante ed oggi che possiamo conoscerlo nei suoi più intimi particolari non esitiamo a dire anche vergognoso.
Nell’operazione Eutanasia (T4) troviamo implicati medici come Karl Brandt, che responsabile massimo di quell’operazione divenne negli ultimi anni di guerra la più alta autorità tedesca nel settore sanitario oltre ad essere nominato anche generale delle SS; accanto a lui troveremo tutta una serie di medici quali Hans Hefelmann, Gerhard Bohne, Werner Villinger e tanti altri che nel castello di Hartheim, a Hadamar a Bernburg, Graefeneck, Sonnenstein, Brandenburg ed in altre cliniche provvidero ad eliminare decine e decine di migliaia di tedeschi handicappati, alcolizzati, malati cronici, malati psichici ecc. ecc.. Il numero esatto non lo si saprà mai: le stime effettuate dopo la fine della guerra erano molto approssimative, si stimavano le vittime entro un cifra che andava dalle 80.000 alle 200.000 persone appartenenti a tutte l’età. Studi più completi risalenti agli anni ottanta fanno invece ascendere il numero dei tedeschi eliminati con questa operazione a circa 230.000.
Non rientra nei nostri scopi analizzare questa operazione, ma nelle nostre ricerche ci siamo imbattuti anche in un nome che ci è purtroppo familiare, Dietrich Allers, che come dichiara lui stesso al tribunale di Francoforte ha passato qualche anno negli uffici della Tiergartenstrasse, prima di essere trasferito a Trieste dove comanderà anche la Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio dell’Europa occidentale. Per il lettore ignaro di cosa fosse l’ufficio della Tiergartenstrasse, 4 a Berlino, occorre spiegare che l’indirizzo corrispondeva ad una ” caritatevole società per il trasporto degli ammalati”, che in effetti era il nome di copertura dell’operazione eutanasia che prende il nome di T4 (Tiergartenstrasse,4 ) proprio da quell’indirizzo.
Pareccchi di questi medici assieme a qualche infermiere loro collaboratore verrano condannati a morte, ma subito dopo l’emissione della sentenza noi incontreremo il lavorio incessante delle chiese o per farli emigrare o per attenuare le sentenze emesse dai tribunali militari. Altri come il fanatico propugnatore ed esecutore dell’eutanasia ( e incidentalmente della deportazione degli ebrei ) il Gauleiter dell’Assia, Jacob Sprenger, si suiciderà in cella nel 1945 e l’ideatore dell’operazione Gerhardt Wagner, alto commissario dela sanità, morirà prima della guerra.
Dopo l’emanazione della sentenza in cui si trovano accomunati medici con diversi capi d’accusa, condannati all’impiccagione, si trova subito chi si preoccupa di aiutarli. Infatti nel caso particolare di Brandt si mobilita l’organizzazione di soccorso della chiesa evengelica ed in particolare il suo dirigente Eugen Gerstenmaier[16] il quale sostiene che l’eutanasia ” in nessun caso può essere considerata crimine di guerra, e che quindi il tribunale di Norimberga non deve essere considerato la sede competente per giudicare Brandt”. Secondo un’ altro pastore egli, il Brandt, avrebbe cercato ” di contenere il più possibile il numero degli ammalati in questione ” Nonostante questi come altri interventi Brandt, nel giugno del 1948 viene impiccato nella prigione di Landsberg assieme ad altri medici. Sarà Dietrich Allers che raccoglierà e divulgherà lo sproloquio che Brandt pronuncerà sul patibolo.
In altri casi interviene la Chiesa cattolica che da Roma, attraverso i suoi sacerdoti riesce a far espatriare in Argentina uno degli organizzatori della T4, Gerhard Bohne. Hans Hefelmann, responsabile delle stragi di bambini handicappati, verrà aiutato dalla nunziatura apostolica di Vienna prima e dalla Caritas italiana poi ed emigrerà anche lui in Argentina. Lì, Hefelmann, si troverà in buona compagnia; lavorerà nella redazione di una rivista nazista che si avvale anche della collaborazione del vescovo cattolico Alois Hudal, quello che neanche dieci anni prima vedeva nel nazismo il movimento “tutto teso a creare il nuovo Homo Germanicus “ e che nel dopoguera sarà il massimo esponente della chiesa a Roma nell’organizzazione delle fughe dei criminali nazisti. In un articolo che verrà pubblicato da quella rivista e che susciterà una vasta eco nel mondo essendo ripreso da molti giornali stranieri, Hudal fra l’altro scrive: ” non credete neppure incondizionatamente a tutti gli atti dei processi di Norimberga, Landsberg e di altri tribunali. Passerà soltanto qualche anno e inizierà la grande revisione dellq storiografia tedesca degli ultimi trent’anni….A molti di voi ho potuto offrire il mio aiuto nei giorni più duri della loro permanenza a Roma…La distruzione dell’eserito tedesco il migliore del mondo è da considerarsi un vero e proprio delitto politico…”
Un altro caso in cui la chiesa interviene è quello che riguarda una dottoressa che dichiara di aver sempre avuto interessi per la chirurgia, Herta Oberheuser, la quale nel Lager femminile di Ravensbrueck si dedicava sulle deportate agli esperimenti sulla cancrena gassosa e sulla rigenerazione delle ossa. Viene interessato il vescovo Wurm perchè è:”una crudeltà che la dottoressa Oberheuser non possa assistere i suoi genitori di salute cagionevole”. Questo, dopo che la stessa dottoressa aveva ricevuto dal generale Mc Cloy una riduzione a metà della pena da scontare!
Lo scandalo, per tutto il mondo della deportazione, nasce nel 1952, quando viene graziato e scarcerato Hans Eisele, il famigerato medico che Eugene Kogon descrive nel suo bellissimo libro ” Der SS – Staat ” con queste parole:”le sue azioni dal 1940 al 1943 superarono di gran lunga ogni malvagità perpetrata dai medici delle SS” Io stesso ricordo nel mio libro: ” Il medico delle SS Eisele durante l’estate (del 1941 ) assassinò con iniezioni di Evipan oltre un centinaio di deportati sospetti di esere tubercolotici. Lo stesso medico praticava in quei tempi vivisezioni allo stomaco di persone sane “
Di Eisele, Kogon nel suo libro racconta ancora:” Senza alcun bisogna procedeva ad operazioni ed amputazioni di arti. Di anestesia della vittima non se ne parlava neanche” “.
In soccorso di Eisele arrivano da tutte le parti preti, pastori e vescovi tanto che grazie all’aiuto do questi ecclesiastici viene graziato, scarcerato e ritorna a Monaco a fare il medico già nel 1952!
Altri medici vengono impiccati nel carcere di Landsberg assieme al medico e generale della SS Karl Brandt. Tra questi troviamo Waldemar Hoven, uno dei medici ai quali era demandata la sperimentazione su cavie umane, in questo caso i deportati di Buchenwald, di molti preparati prodotti dalle industrie farmaceutiche tedesche, tutte legate da rapporti più o meno stretti, se non addirittura filiazioni, della IG Farben. Hoven, nonostante che le chiese gli avessero messo a disposizione i giuristi dell’Archivio legale di Norimberga, non riuscì a sfuggire al suo castigo.
Una cosa che però deve far meditare è il fatto che nessuno dei dirigenti di quelle case farmaceutiche, di piccole o grandi dimensioni, che richiedevano le sperimentazioni sui deportati li troviamo nell’elenco dei processati.
c) il processo contro il generale delle SS (Obergruppenfuehrer) Oswald Pohl, capo dell’amministrazione economica delle SS (WVHA) nel cui ambito operava anche l’ispettorato che gestiva i Lager.
Pohl amministrava un apparato di proporzioni gigantesche: nella sola sede berlinese di Lichterfelde lavoravano oltre 1500 persone; altre centinaia che costituivano l’ispettorato che gestiva direttamente i Lager erano dislocate nella vecchia sede di Oranienburg. Pohl, attraverso l’organizzazione che si era creato gestiva i Lager con assoluta indipendenza, non si occupava del numero dei morti che quelle istituzioni producevano sinchè una ordinanza di… Himmler del 28 dicembre 1942 dal sintomatico titolo :” Il Reichsfuehrer ordina di far assolutamente diminuire l’indice di mortalità” non provvide a ridurre le morti per il crescente bisogno di forza – lavoro che angustiava l’industria bellica e di cui i Lager erano i maggiori fornitori.
Pohl divenne famoso anche per una sua circolare inviata ai comandanti dei Lager, oltre che ad altri uffici in cui , ritenendo responsabili i comandati dei vari Lager dell’organizzazione interna degli stessi -li invitava a tirare fuori da ogni deportato impiegato nei vari lavori, tutte le energie di cui lo stesso disponeva allo scopo di ottenerne il massimo rendimento, ribadendo quello che enunciava al paragrafo 1 della circolare, cioè che il comandante del Lager e ” solo lui è anche responsabile per la massima produttività delle attività economiche “! Nella circolare si prescindeva dalla durata del lavoro i cui orari dovevano esser stabiliti dal comandante e considerava che “tragitti e pause di mezzogiorno che portino via tempo solo per mangiare sono vietati “. Cioè viene scaricata con effetti disastrosi per i deportati la responsabilità del raggiungimento di certi obbietivi della produzione bellica sulle spalle di un ufficiale della SS che di produzione non capisce molto, ma che sa benissimo come usare la sua
truppa per stimolare, purtroppo, con ogni mezzo la produttività del lavoro dei deportati. Il direttore della fabbrica è solo “corresponsabile ” assieme al comandante del Lager di eventuali insucessi.
Il generale Pohl viene impiccato a Landsberg il 7 giugno 1951: a partire da quel giorno gli alleati non effettuerano più impiccagioni o fucilazioni.
Durante la sua detenzione, per Oswald Pohl, si muove mezza Germania, dal vescovo ausiliare di Monaco, Neuhaeusler[17], all’ammiraglio Hanse presidente di una Lega di ex combattenti, dall’Archivio legale di Norimberga che su richiesta della chiesa cattolica gli destina nel collegio di difesa uno dei grandi avvocati del tempo, il consigliere ministeriale Gawlik, come rappresentante dello Stato oltre ad un avvocato del calibro di G. Froeschmann anche lui dell’Archivio Legale di Heidelberg.
Pohl diventato in carcere un fervente cattolico, e se ci si fida delle parole del suo consigliere spirituale, è diventato quasi un santo, tanto che questo sacerdote ritiene opportuno stampare un volume su questa conversione dove viene descritto come un monaco in preghiera e penitenza e lo stesso deve essere considerato una vittima della giustizia.
Circolano ancor oggi in Germania due libri[18]scritti entrambi da capellani del carcere di Landsberg, dove Pohl attendeva l’impiccagione che ci presentano questo fior di criminale, che ha sulla coscienza la morte di centinaia di migliaia di deportati per bastonate, fame, tubercolosi, tifo petecchiale, cancrene, dissenteria ecc. ecc. quando non si tratta di assassini veri e propri, questi due preti, dicevo, ce lo rappresentano come un Santo, tutto dedito alla chiesa il quale viene incolpato di crimini che non ha commesso. “ non ho mai ucciso, perseguitato o ucciso un uomo……..il tribunale americano mi considera arbitrariamente responsabile di cose che non ho fatto…La sentenza che mi condanna a morte può considerarsi un vero e proprio assassinio. Essendo morto il mio capo, il Reichsfuehrer, viene incolpato un funzionario amministrativo quale io ero “!
Nelle sue memorie l’accusatore americano nei processi che si tennero a Norimberga, ricorda fra l’altro che esistevano degli avvocati uditori che si premuravano di istruire i testimoni avvicinandoli fuori del tribunale e che il collegio giudicante si meravigliava di scoprire che i testimoni sapevano già le domande che sarebbero state loro rivolte. Nello stesso libro egli esprime la sua meraviglia dicendo che non è mai riuscito a comprendere come la maggior parte delle petizioni rivoltegli riguardasse il capo dei campi di concentramento Oswald Pohl. Se il giudice Kempner, questo è il suo nome, avesse avuto l’accortezza di esaminare i bilanci delle grandi e piccole industrie tedesche che durante la guerra hanno sfruttato la mano d’opera concentrazionaria, come indicato dalla Circolare Pohl, avrebbe compreso il motivo di tutte quelle agitazioni, chiesastiche e non, in suo favore.
d) I processi contro gli aguzzini, il personale di custodia ed i comandanti dei Lager.
Si ebbero tutta una serie di processi che si svilupparono lungo un arco di tempo durato un ventennio e che vanno dai processi di Dachau, per arrivare a quelli di Duesseldorf, Francoforte , Hagen ecc. che videro alla sbarra una parte dei custodi dei Lager che generalmente furono dei veri aguzzini ed assassini.
Anche in questo caso, come del resto in tutte le ricostruzioni che vengono effettuate su particolari casi o categorie che riguardino il regime nazista, i dati sono sempre difficili da reperire. Ci dobbiamo avvalere delle dichiarazioni riportate da un grosso esponente delle SS[19]sl processo di Norimberga il quale raccontò che nel giugno 1944 le SS comandate in servizio alla custodia dei Lager erano 25.000. Questa cifra mi fa pensare nella mia qualità di deportato, che per quanto si tenti di scremare, di ridurre, il numero degli aguzzini, almeno 7-8.000 avrebbero dovuto essere le SS, dei “Totenkopf Verbande “, inviate sotto processo e non solo le poche centinaia che furono processate ed in gran parte assolte.
Non sembrava vero alle autorità delle due chiese di poter intervvenire a difesa di questi poveri giovani “distaccati, senza che venisse richiesto il loro parere, come soldati al servizio nei Lager, dove hanno dovuto eseguire degli ordini”. Inoltre come prosegue una nota vescovile “ tra le sentinelle si trovavano molte persone più anziane, in parte anche più giovani, comunque non abili per il servizio del fronte; esse sono state arruolate nelle SS e destinate al servizio dei campi di concentramento. Tra di loro vi erano molti onesti fedeli delle diverse chiese, anche un diacono.” Nessuno ha contestato a costoro che l’arruolamento nella divisione Totenkopf, quella adibita alla custodia dei Lager, era volontario.
A metà ottobre del 1948 vengono impiccati, assieme a degli uccisori di aviatori americani salvatisi dall’abbattimento del loro aereo, due degli aguzzini del Lager di Flossenbuerg e si preannunciano altre dieci condanne a morte da eseguirsi entro la fine di ottobre. I vescovi evangelico uno, cattolico l’altro (Wurm e Neuhaaeusler) esprimono la loro forte protesta con un telegramma che inviano al ministro della guerra statunitense ed un’altro vescovo, il Winkien, propone di interessare il Santo Padre “ che già un’altra volta è intervenuto”. Winkien, in tutte le sue manifestazioni tese all’aiuto dei criminali di guerra, checchè lui ne dica, tali erano, non ne azzecca una: interviene presso il Cardinale Frings[20]in difesa del comandante del Lager elogiando l’opera che questi aveva compiuto, l’organizzazione dell’orchestra di Dachau, la fornitura di paramenti per l’altare e del vino per la messa e coglieva pure l’occasione per affermare: “ sono convinto che alcuni dei condannati a morte sono totalmente innocenti: Sono dichiarati colpevoli sulla base di confessioni estorte con mezzi illegali.”
Tra questi aguzzini dei Lager, ai cui processi come affermano dei pastori e dei sacerdoti “ elementi criminali sono stati usati come testimoni di professione “ come ho accennato sopra, e “ vengono violate tutte le norme del diritto pregiudicando così il lavoro del collegio di difesa,” come affermano le chiese e per questa ragione ci saranno dei condannati alla pena capitale che non sapranno il motivo per cui vengono mandati a morire[21]. Nei primi mesi del 1950 il consiglio della chiesa evangelica,di cui fanno parte personalità che godono di grande considerazione in Germania ed all’estero, basti citare il vescovo Dibelius, il pastore Niemoeller, il vescovo Meiser, il dr Heinemann che nel futuro sarà anche presidente della Repubblica Federale tedesca, con l’aiuto finanziario delle grandi industrie, pubblica in un numero limitato di esemplari un memorandum in cui la chiesa sente il bisogno di appoggiare nel loro lavoro i difensori degli imputati. Questo memorandum, che doveva restare pressochè segreto viene consegnato al generale Mc Cloy da una delegazione di consiglieri evangelici che approfittano dell’incontro per intavolare con l’Alto Commissario una discussione sulle domande di grazia e sui processi in corso. L’infelice frase del vescovo Dibelius secondo il quale “tutto ciò che si è svolto durante i processi, procedure, chiamate di testimoni ecc. è da considerarsi fuori da ogni forma di legalità, irrita non poco Mc Cloy che risponde per le rime al vescovo elencando processo per processo tutto quello che lo confortava sulla serietà ed equità manifestata dai giudici,
Durante il 1947 vengono emesse gran parte delle condanne che riguardano i custodi, ovvero gli aguzzini dei campi di concentramento.
Già nel mese di gennaio termina il processo Flossenbuerg con quindici condanne a morte, a maggio quello riguardante l’Aussenkommando Muehldorf di Dachau con cinque condanne a morte e nell’agosto dello stesso anno quello che vede incriminati gli aguzzini di Buchenwald con ventidue condane a morte[22], fra le quali anche quella di Hermann Pister, ultimo comandante del Lager che si suiciderà in cella,e molte condanne all’ergastolo, fra le quali anche il principe Josias zu Waldeck -Prymont condannato in quanto comandante la divisine SS acquartierata a Buchenwald e quindi diretto responsabile di quello che avveniva nel Lager. Questo principe ereditario ( Erbprinz) era stato la prima recluta di sangue blu di Himmler. Per lui si muovono tutte le chiese e la nobiltà tedesca, tanto che già nel 1950 il principe può tornare libero a vivere nel suo castello. In quel processo viene condannata all’ergastolo anche la cosidetta “jena di Buchenwald” Ilse Koch, moglie del predecessore di Pister al comando di quel Lager che poi venne giustiziato, sembra per ordine del principe nel 1944. La Koch è passata alla storia dei Lçager perchè era stata la promotrice della produzione, con la pelle dei deportati coperta di tatuaggi, dei paralume e degli astucci portasigari e per occhiali da regalare agli ufficiali della SS e a dignitari nazisti. La Koch, liberata nel 1949, sollevando scandalo e scalpore nell’opinione pubblica e sulla stampa di tutto il mondo, verrà nuovamente arrestata e si suiciderà in prigione nel !967.
Un altro processo che destò indignazione fu quello celebrato nel 1945, forse il primo in ordine di tempo, contro gli aguzzini di Dora (Nordhausen). Questo Lager è passato alla storia non solo per gli oltre 22.000 morti di fame, di stenti, di maltrattamenti, per il numero impressionante di fucilazioni ed impiccagioni collettive, ma anche per le produzioni che nelle gallerie di quel Lager venivano effettuate, cioè le famose armi cosidette della rappresaglia o della vendetta, le V-1 e le V-2 progettate da Werner von Braun che nel dopoguerra assieme a centinaia di suoi collaboratori verrà portato negli Usa dove continuerà a progettare razzi che andrano sino sulla luna.
Le condanne per i crimini commessi in quel Lager si risolsero in una burletta. Gli imputati erano appena una quindicina di persone ed il processo si concluse con una condanna a morte , sette ergastoli e meno di una decina di imputati vennero condannati a parecchi ani di carcere. Così in genere si svolsero tutti gli altri processi; solamente il primo processo di Dachau pronunciò delle condanne più severe che si conclusero con 28 impiccagioni effetuate a fine maggio 1946.
Nella sostanza dei fatti, possiamo dire che non ci sia stato criminale nazista, aguzzino di Lager, sterminatore di ebrei (si rifletta sul fatto che anche Adolf Eichmann riuscì a riparare in Sudamerica grazie all’intervento della Chiesa) o esponente politico di una certa importanza al quale non sia stato concesso fuor di ogni decenza aiuto ed assistenza dalle chiese e dalle organizzazioni di soccorso nate nel dopoguerra per proteggere gente di quella risma.
Non ricordo, nè ho ritrovato in tutta la vasta letteratura soprattuttp tedesca, che durante il nazismo fossero sorte delle analoghe organizzazioni per dare aiuti materiali, morali, giuridici e religiosi alle persone, anche loro tedesche che incappavano nelle maglie della Gestapo e finivano nei Lager. Come abbiamo veduto queste persone facevano parte, secondo alcuni vescovi e sacerdoti della schiuma della terra. Quando si presentano a testimoniare in quei processi, “contro quei bravi cristiani”, contro “quegli uomini pii” vengono definiti – e si noti bene, da un loro compagno di Lager, il vescovo cattolico Neuhaeusler di Monaco di Baviera- “ omosessuali, stupratori di bambini, ruffiani, comunisti e criminali di professione “! D’altra parte nemmeno la nobiltà tedesca che protesterà di essere stata anche lei vittima delle rozzezze “di quegli uomini in camicia bruna “ non mi sembra abbia mai partecipato a proteste e nè suoi esponenti nè quelli delle grandi industrie tedesche (quelli che davano il denaro a Fritz Thyssen quando questi faceva il collettore di oboli per il partito nazista) mi risulta abbiano mai partecipato alle dimostrazioni o alla raccoltà di firme che l’emigrazione tedesca faceva per esempio per la liberazione di un nobile , Carl von Ossietzky che premio Nobel per la pace finirà i suoi giorni nel Lager di Flossenbuerg.
Terminiamo questo racconto con cose di casa nostra. Assieme ad altri avvocati viene interessato ad occuparsi del caso Kappler anche l’avvocato Aschenauer, che noi abbiamo già incontrato come difensore di molti nazisti, di Dietrich Allers e dello sperimentatore di Buchenwald, dr. Hoven. Secondo l’ambasciatore tedesco Rolf Lahr, che lo visitò e che riferisce di questa sua visita al governo federale, Kappler è ………il tipo del cieco nazista…. e secondo l’ambasciatore che non fa certo un ritratto simpatico del suo compatriota, “ Egli non merita compassione “…….
L’anno precedente a questa visita, un gruppo nutrito di alti prelati della chie cattolica ed evangelica si rivolgono al presidente della repubblica Saragat per ottenere la grazia per Kappler.
Come si vede le chiese prendono sul serio, troppo su l serio il fatto di dover difendere questi criminali, anche quando come Kappler sono da decenni usciti dal grembo della chiesa.
Non è possibile trarre una morale da queste vicende che purtroppo sono lastricate di torture, stermini, fame, maltrattamenti e stragi. Possiamo solo rilevare che le chiese con questa difesa ad oltranza, anche di chi non era difendibile per la nefandezza dei crimini di cui si era macchiato, hanno finito per tradire non solo la comunità che le seguiva, ma anche la memoria di tutti quei frati, preti e pastori che hanno sacrificato la loro vita nelle prigioni naziste e nei Lager per difendere i loro parrocchiani e la loro fede.
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[1]Clemens von Galen, arcivescovo di Muenster che sarà nominato cardinale nel dopoguerra, pronunciò tre violenti sermoni contro l’operazione T4 nel duomo di Muenster. Riportiamo alcune frasi significative. “ A quanto apprendo… anche nei ricoveri e negli istituti di cura della Vestfalia sono stati preparati elenchi di persone ritenute improduttive che dovranno essere trasferite per essere soppresse a breve scadenza. Questa settimana il primo trasporto è partito da Mariental….Mi è stato riferito che nel ministero degli Interni, come pure nell’ufficio del capo dei medici tedeschi, dottor Conti, non si fa alcun mistero del fatto che molti malati di mente sono stati eliberatamente uccisi e molti altri saranno ancora uccisi nel futuro…”Von Galen fu punito dalle autorità naziste solo con gli arresti domiciliari. Dei responsabili di questa operazione,alcuni si suicidarono come il dottor Conti,altrisi resero irreperibili, ma purtroppo gran parte dei medici che parteciparono a quella operazione continuarono nel dopoguerra la loro professione come se nulla fosse accaduto. ..
[2]La principessa von Isenburg, la granduchessa Elisabeth von Oldenburg, la principessa Ingeborg zu Schaumburg-Lippe, ecc.
3Possiamo definirlo come un’associazione dei migliori avvocati tedeschi che il barone Hodo von Hodenberg riunisce a Heidelberg e che ha come scopo “un coordinamento degli sforzi volti ad ottenere giustizia”. Mi sembra inutile precisare che all’attività di questo archivio partecipano tutti i grandi difensori dei criminali nazisti. [3]
[4]Il Papa, PioXII, interviene più volte di persona, sollecitato da dignitari ecclesiastici: Interviene affinchè non vengano rimandati in patria gli appartenenti alle SS ucraine che si erano macchiate di orribili delitti come guardiani nei campi di sterminio, interviene ancora a favore di Arthur Greiser, Gauleiter della Wartegau(Polonia) regione in cui vennero sterminati gli ebrei nel Lager di Chelmec ed in altre occasioni con aiuti finaniari.
[5]Vedi il “diario della sezione ricerche” dell’Istituto per l’Igiene e le ricerche scientifiche (!) del blocco 46 di Buchenwald, conservato in quell’archivio storico:
[6]Neinrich Wienken, vescovo fi Fulda.
[7]Lettera del vescovo di Colonia, datata 17 ottobre 1948 al Governatore americano del III C.I.C.
[8]Fu l’allora presidente del Parlamento federale (Bundestag), Hermann Ehlers a capeggiare quella delegazione.
[9]Th. A. Schwartz- Die Begnadigung deutscher Kriegsverbrecher.John J. Mc Cloy und die Haeftlinge in Landsberg in Vierteljahrshefte fuer Zeitgeschichte, 3/1990 pag..394.
[10]Quest’episodio ricordato da B.B. Ferencz che fu uno degli accusatori in uno dei processi di Norimberga e anche riportato nel suo libro, Lohn des Grauens, Francoforte -New York ,1986.
[11]Fra gli impiccati vi è anche Hans Frank, il governatore, il boia della Polonia. il suo vice, il barone Otto von Waechter ricercato dalle autorità polacche, ebraiche ed alleate era riuscito a fuggire e riparare a Roma dove il vescovo Hudal dapprima conl’aiuto di sacerdoti cattolici lo nasconde sotto falso nome con l’intenzione di farlo espatriare in Sud America, poi aggravandosi la malattia del Waechter, lo ricovera in un ospedale romano dove lo raggiunge la morte. Hudal non si farà mai scrupolo di negare l’aiuto prestato, anzi menerà il vanto di averlo fatto suscitando uno scandalo nella stampa di quei tempi.Ricordiamo che fu sempre il vescovo Hudal che nel 1948, prima procura alloggio e denaro a Franz Stangl, uno dei peggiori boia del nazismo che dopo aver partecipato all’operazione T4 venne inviato in Polonia a comandare i campi di sterminio degli ebrei di Sobibor e Treblinka, poi gli procura un passaporto della Croce Rossa Internazionale perchè posa emigrare e sottrarsi così alle ricerche delle polizie di tutta l’Europa., .
[12]Vengono processati i responsabili della clinica di Hadamar per l’uccisione di molti ricoverati.
[13]A Dachau vennero istruiti e condotti i processi, conclusisi con parecchie condanne a morte, riguardanti i crimini compiuti in vari Lager (Dachau, Flossenbuerg, Muehldorf, Nordhausen e Buchenwald
[14]Questo processo riguarda i crimini perpetrati nel Lager di Treblinka dove vennero sterminate centinaia di migliaia di ebrei.
[15]Jochen Peiper Standartenfuehrer (colonnello) delle SS. Comandante di un reggimento corazzato si era già distinto in Italia nel cuneense, dove il reparto da lui comandato aveva incendiato la cittadina di Boves ed aveva ucciso numerosi civili.Accusato e ritenuto responsabile delle uccisini di prigionieri americani e di civili in Belgio, viene condannato a morte il 16 luglio 1946. Liberato nel 1957
venne ucciso da due sconosciuti nella sua casa in Francia dove si era ritirato a vivere nel 1976.
[16]Eugen Gerstenmaier a fine anni sessanta venne eletto persidente del Bundestag. A lui vennero spedite milioni di cartoline e lettere da tutto il mondo tendenti ad ottenere l’abrogazione della legge tedesca che prevedeva la prescrizione dei crimini commessi dai nazisti.
[17]Il vescovo Neuhaeusler già deportato a Dachau, ,che assieme al vescovo territoriale del Wuertenberg,Th. Wurm,che era stato anche lui con Martin Niemoeller un fiero avversario del nazismo,tanto da essere anche per un tempo incarcerato e che non cessò mai di denunciare pubblicamente i delitti del nazismo e che nel 1943 scrisse una protesta contro i crimini razziali. divenne uno dei più tenaci difensori dei criminali nazisti.,
[18]Don Karl Morgenschweis Credo Mein Weg zu Gott. Von General der Waffen-SS a. D. Oswald Pohl. Landshut, 1950
.- Oscar W. Koch- Dachau- Landsberg: Americas Schande. Band 1. Witten,1974.
[19]Guenter Reinecke, capo della sezione giudiziaria delle SS(IMT XX, pag 371)
[20]Il Cardinale di Colonia, Frings, si distinguerà in parecchie altre intercessioni in favore di criminali detenuti a Landsberg. Interverrà appoggiando a nome dell’episcopato per ottenere la liberazione di Kurt Hans che oltre ad aver ucciso a Dachau dei piloti inglesi era stato il comandante del Reparto Speciale 4a che seminò il terrore in Ucraina durante il 1941 e fu incaricato della fucilazione di oltre 30.000 ebrei a Babi-Yar. Kurt Hans, grazie alle intercessioni in suo favore uscì dal carcere nell’autunno del 1954.Sempre per l’eccidio di Babi-Yar viene impiccato Paul Blobel, il quale si è limitato dire che lui era un fedele e disciplinato soldato e che non era vero ch vennero massacrati 33.771 uomini, donne e bambini. Forse non erano neanche la metà.
Per il pastore Ermann,bisogna che il vescovo territoriale Meiser protesti contro la deformazione della verità avvenuta durante questi processi.Non dimentichiamo di citare il cardinale Faulhaber, di Monaco, che oltre ai suoi vari interventi un giorno ha motivo di esprimere le sue doglianze perchè, dice: “ l’odio contro le SS è senza limiti…”.
[21]Paul Ginschel, un ex kapò di Flossenbuerg che aveva ucciso dei deportati ed Emil Pleissner Rapportfuehrer a Buchenwald che nell’ottobre 1941 partecipò nella scuderia delle SS all’uccisione degli 8.483 prigionieri di guerra sovietici al ritmo di uno al minuto.
[22]In quetso processo. troviamo anche il nome di Martin Sommer che a Buchenwald i deportati chimavano “il boia” per i numerosi assassini che aveva compiuto e per le sevizie con cui affliggeva i prigionieri di quel Lager. Venne in un primo tempo condannato a morte. Di lui Eugen Kogon nel suo libro già citato scrive:” Non puo esser definito altro che una belva dalle sembianze umane”! Anche per lui si mobilita la chiesa e morirà di morte naturale nel 1989 in un ospizio evangelico..