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La raccolta delle firme a San Giuliano Milanese per richiedere più Forze dell’Ordine e l’esercito
Per garantire la sicurezza a San Giuliano Milanese, basta una firma? E poi?
La questione sicurezza sta a cuore a tutti i cittadini, che si vedono messi in discussione nella loro incolumità. Ma bastano più carabinieri e il commissariato e l’esercito?
Davvero pensiamo che militarizzando le nostre città si riesca a garantire sonni tranquilli ai nostri cittadini? Non che le Forze dell’Ordine non servano. Anzi, io stesso ho firmato la petizione. Ma non mi stancherò di dire che è necessario rivedere i canoni della convivialità a San Giuliano Milanese. Occorre capire come sia possibile che si prendano carico del problema le Autorità Comunali con una serie di iniziative di impatto culturale e sociale e soprattutto gli stessi cittadini.
Perché demandare la soluzione dei problemi alle sole Forze di Sicurezza di per sé segna una sconfitta della politica amministrativa che non è capace di affrontare e risolvere le ragioni che mettono in pericolo la quiete pubblica e la serenità degli abitanti. Non credo sia una questione di destra o di sinistra, di maggioranza o di opposizione.
Credo che ognuno in quanto cittadino e responsabile debba dare il suo contributo per la soluzione: per es. incentivando la partecipazione dei cittadini alle scelte di carattere urbanistico, sociale e culturale, promuovere attività ludiche e di passatempo, far diventare gli spazi pubblici luoghi di vitalità e di creatività.
Insomma occorre fare del tessuto sociale non un organismo inerte che subisce e che ha bisogno di tutela, ma uno strumento propulsivo di rigenerazione sociale e culturale. Se non si fa questo, non solo a San Giuliano, ma in tutta Italia, la situazione resterà passiva e le lamentele giuste non troveranno ragionevole accoglienza e modalità risolutive. Perché l’Amministrazione non prova a coinvolgere i cittadini e le opposizioni sia nella raccolta di firme ma anche nell’elaborare modalità di coinvolgimento nella vita quotidiana da parte dei cittadini nell’individuare i problemi e nel definire programmi di intervento per risolverli? Bisogna uscire dal torpore e avanzare attività e modelli dove ogni categoria e ogni ceto e ogni età trovi lo spazio per esprimersi, ovvero farsi comunità in una convivialità delle differenze.
(Articolo pubblicato su il Cittadino del 14 Novembre 2023)
Paolo Rausa, Fare Comunità
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