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La LIPU scrive al Comune di San Donato Milanese in difesa del PRATONE
Alla cortese attenzione del Sindaco
Andrea Checchi
del Vicesindaco e Assessore con delega all’Urbanistica
Gianfranco Ginelli
e dell’Assessore con delega all’Ambiente
Andrea Battocchio
OGGETTO: progetto di edilizia residenziale presso l’area definita “il Pratone” – San Donato Milanese.
Spett.le Amministrazione
Vi contattiamo in merito al progetto di edilizia residenziale di trasformazione di una ampia area verde denominata “il Pratone” presso San Donato Milanese, ubicata tra le vie Gramsci – Martiri di Cefalonia, Comune da voi amministrato.
Il consumo di suolo (ISPRA, “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2021”), la trasformazione di vaste aree verdi, il degrado del territorio e la perdita delle funzioni dei nostri ecosistemi costituiscono oggi la più grave minaccia alla biodiversità nonché rappresentano una grave perdita di benefici per la collettività, gli stessi offerti dai servizi ecosistemici forniti dai territori trasformati. Le porzioni di territorio con il più alto gradi di trasformazione negli ultimi anni sono rappresentate dalle aree periurbane e urbane in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali con conseguente aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e/o verdi e/o naturali; ad esse si aggiungono tutte le aree nell’intorno del sistema infrastrutturale, più frammentate e oggetto di significativi interventi di artificializzazione, soprattutto se legate alla realizzazione di poli logistici e commerciali.
Si stima che, negli ultimi anni, quasi due metri quadrati ogni secondo di aree verdi siano stati sostituite da nuovi cantieri, edifici, infrastrutture o altre coperture artificiali, anche a causa dell’inefficacia del quadro normativo vigente o della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale. Le conseguenze di tali processi di trasformazione, oltre ad avere un grande impatto sulla biodiversità, sono anche economiche: i “costi nascosti”, dovuti alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo degli ultimi 8 anni, sono stimati in oltre 3 miliardi di Euro l’anno (ISPRA, “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2021”).
Come noto invece, i parchi, i prati, le aree verdi e gli ecosistemi urbani più in generale svolgono innumerevoli vantaggiose funzioni per la salute pubblica, la qualità urbana e la biodiversità, attraverso i relativi servizi ecosistemici (Bolund e Hunhammar, 1999; Chiesura, 2010; Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, 2013; Silli e Manes, 2014; Williams, 2016): tali servizi sono rappresentati da numerosi benefici che spaziano, per esempio, dagli aspetti funzionali relativi al miglioramento della qualità dell’aria, alla caratterizzazione del paesaggio, alla conservazione della biodiversità delle nostre città fino ai più semplici aspetti ricreativi e sociali.
Le superfici prative per esempio, le aree coperte da cenosi permanenti di graminacee con presenza spesso di fioriture spontanee, come noto rivestono un ruolo fondamentale sotto numerosi profili: da quello meramente ricreativo, alla riqualificazione urbana, al valore ambientale, ecologico, sociale, estetico ed economico. Il prato contribuisce ad incrementare la biodiversità nelle nostre città: la presenza di tappeti erbosi stabili infatti è essenziale per lo sviluppo di numerose comunità di invertebrati, utili riserve, insieme ai tanti piccoli semi, di cibo per numerosi uccelli, rettili e mammiferi che in queste tessere ambientali possono addirittura trovare le condizioni per riprodursi o ripararsi. Infine, i grandi prati, sono essenziali fissatori di gas climalteranti e contribuiscono di conseguenza alla mitigazione delle azioni dirette dell’uomo nei confronti del clima.
Anche la Commissione Europea e le Nazioni Unite hanno ufficialmente riconosciuto (2016) come la biodiversità e la natura nelle città producano numerosi benefici sia sociali che per la salute pubblica e come il miglioramento della qualità di vita all’interno di queste sia indissolubilmente legato anche allo stato di salute ed al potenziamento del verde urbano.
Alla luce di quanto sopra esposto e considerando i numerosi ed importantissimi servizi ecosistemi restituiti ai cittadini dal verde urbano in genere, quali, p.e.:
1. La riduzione dell’inquinamento atmosferico, ovvero la capacità di filtro della vegetazione che aumenta con l’incremento di copertura della vegetazione. Le aree verdi sono essenziali nel ridurre le polveri e le particelle generate dagli autoveicoli sulle strade (Givoni, 1991; Janhäll, 2015).
2. Miglioramento del microclima: le aree verdi urbane sono in grado di esercitare un’influenza positiva sia sul clima che sulla qualità dell’aria, attenuando l’effetto “isola di calore”, aumentando l’umidità e mitigando gli eccessi microclimatici (von Stülpnagel et al., 1990).
3. Riduzione dei gas climalteranti: la vegetazione, tramite la fotosintesi, contribuisce innegabilmente ad assorbire l’anidride carbonica (CO2). Il calcolo del sequestro di carbonio da parte degli ecosistemi urbani, in base alla percentuale di copertura arborea, può essere ottenuto in base alla formula di Rowntree e Nowak: CO2 (tonn sequestrate/acro/anno) = 0,00335 * (% copertura arborea) (Nowak, 1993; Tratalos et al., 2007).
4. Attenuazione dei rumori: la vegetazione in città è in grado di ridurre il livello e la percezione dei rumori generati dal traffico, dalle industrie e dalle altre attività umane. Uno studio europeo (progetto Hosanna 2013) ha messo in evidenza come sia possibile, con una combinazione di metodi che includono le barriere vegetali, abbassare notevolmente l’esposizione al rumore.
5. Protezione idrogeologica: nelle aree urbane, dove il costante consumo di suolo provoca la progressiva impermeabilizzazione dei terreni, le acque meteoriche che non vengono assorbite scorrono rapidamente in superficie, inducendo frequentemente gravi problemi idraulici, con allagamenti e inondazioni. La presenza delle piante rende invece i suoli in grado di assorbire una parte più consistente delle piogge.
6. Miglioramento del paesaggio: la presenza di aree verdi migliora le caratteristiche estetiche della città, rendendola più appetibile come luogo per vivere e lavorare, e il valore paesaggistico di un territorio, che è strettamente legato anche alla presenza della vegetazione.
7. Tutela della biodiversità locale: le aree verdi urbane sono fondamentali per il mantenimento della biodiversità locale, formata da una gamma di habitat popolati da numerose specie di piante e animali selvatici (Dinetti, 2009) svolgendo quindi un ruolo significativo nella conservazione della biodiversità globale, essendo di fatto dei mosaici di nicchie ecologiche che ospitano una importante diversità di specie (Heywood, 1996).
e in considerazione dei servizi alla persona (socio-culturali) che il verde urbano offre, quali p.e.:
1. Essere ottimi indicatori ambientali della qualità urbana: la biodiversità urbana e le aree verdi possono assumere anche il ruolo di indicatori ambientali, necessari affinché possa essere valutato il livello di sostenibilità di una città;
2. Benefici per la salute dei cittadini: il contatto con la natura rigenera l’organismo e riduce lo stress, tanto che anche una breve pausa trascorsa in un’area verde porta notevoli benefici al benessere fisico e mentale della persona: passeggiare tra gli alberi diminuisce per esempio l’ormone dello stress del 16% con effetti fisiologici misurabili già dopo 15 minuti di passeggiata (Commissione europea, 2016; Williams, 2016); vivere a contatto con la natura migliora la nostra creatività fino al 50% (Williams, 2016);
3. Benefici sociali: le aree verdi urbane apportano vantaggi di natura sociale che si ripercuotono positivamente anche come risparmio per le amministrazioni pubbliche e per i singoli cittadini. Tali cifre possono essere individuate nei costi evitati per il disinquinamento dell’aria, nel risparmio dei costi sanitari, nella promozione turistica dei territori ed attività indotte, quali la produzione florovivaistica e le attività ricreative, sportive, culturali e editoriali.
4. Incremento del valore immobiliare: è indubbio che i quartieri verdi siano quelli più appetiti come zone residenziali, così come è una costante vedere come venga valorizzata la presenza degli alberi nelle pubblicità delle agenzie immobiliari.
e preso inoltre atto che all’interno del Decreto del Ministero n. 63 del 10/03/20 (e successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 90 del 04/04/20) “Criteri Ambientali Minimi (CAM) per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde” nonché all’interno di numerosi regolamenti di tutela del Verde pubblico e privato in vigore in molte città si esprimono concetti chiari di tutela e valorizzazione di tutte aree verdi, tramite la presente si invita la spettabile Amministrazione di San Donato Milanese:
- a preservare l’integrità dell’area denominata “il Pratone” presso San Donato Milanese, ubicata tra le vie Gramsci – Martiri di Cefalonia, scongiurando il perseguimento di progetti di edilizia privata, dannosi spesso per la comunità e per l’ambiente;
- ad azzerare i processi di consumo e trasformazione del suolo, essenziale per la sopravvivenza dell’intera Comunità e per la mitigazioni degli effetti dei mutamenti climatici;
- a favorire la presenza di verde in città nonché la relazione costante delle persone con il verde urbano, quale elemento di ricchezza ambientale e naturalistica e di qualità della vita psicofisica delle persone;
- a tutelare, conservare, gestire e valorizzare la biodiversità urbana, ovunque presente;
- a porre al centro della pianificazione urbanistica il ruolo della rete ecologica urbana;
- a salvaguardare tutte le tipologie di verde urbano, le quali garantiscono funzioni ecologiche e protettive quali, p.e., il suddetto contrasto ai cambiamenti climatici e eventi meteorologici intensi.
Ringraziandovi per la cortese attenzione, cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.
Per LIPU Milano
Elia Mele
LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli ONLUS