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L’URGENZA DELLA CARITA’

La Parrocchia di San Carlo, a San Giuliano, mercoledì 22 gennaio 2014, ha ospitato don Roberto Davanzo, direttore di “Caritas Ambrosiana”, la cui riflessione, in un’epoca ormai individualista come la nostra, è suonata come la sveglia del mattino: alzati, è ora, sbrigati, è urgente!!!

E’ urgente ritrovare la nostra capacità di provare compassione, come cristiani e come uomini.E’ proprio la compassione che don Roberto ci consegna come il vero antidoto, la vera arma per sconfiggere l’individualismo. Arma potente, sia perché è un importante valore umano (“l’uomo intuisce che la propria felicità non può prescindere dalla felicità degli altri”), sia perché è virtù eminentemente cristiana (dice Gesù: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”).

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Arriva da lontano l’insegnamento della carità. La Storia della Salvezza è costellata di molte storie di compassione, a partire da Mosè, che, alle Querce di Mamre, corre incontro ai viandanti che lo “disturbano” nella quiete della sua casa; un esempio ancora più forte di servizio ci arriva da Maria, che, già in attesa del Figlio di Dio, si incammina in fretta verso Elisabetta, bisognosa di aiuto per l’avanzata gravidanza e l’imminente parto; ma è S.Paolo che, in 2Cor, suggella il criterio per cui la carità è urgente: “l’amore di Cristo ci spinge” (“urget nos”, nella traduzione latina).

L’amore (la latina “caritas”) come motivo unico che ci fa rinunciare ai nostri “comodi” per dare ascolto alle necessità degli altri. Ecco la parola chiave, ascolto: dare spazio al racconto dell’altro, accompagnarlo sulla strada della fiducia, fuori dalla solitudine.

E’ così che la carità, che ispira la Caritas Ambrosiana, sfugge alla logica dell’assistenzialismo per calarsi nella logica dell’educare ad uno stile di vita nuovo, che permetta a chi è in difficoltà di far fronte sì all’emergenza, grazie agli interventi assistenziali, ma, al contempo, ricevere quella iniezione di fiducia che gli consenta di rimettersi in piedi e continuare la propria strada.

Ma la carità deve poter contare, per questo, anche sulle risorse del territorio, su una rete che colleghi parrocchie, associazioni, enti locali. In questo senso, don Roberto vede un’occasione significativa nel prossimo Expo 2015, nell’auspicio che la Caritas possa essere uno dei fattivi protagonisti, perché l’evento non sia solo una bella vetrina milanese, ma un’opportunità per trovare risposte concrete e percorsi certi per risolvere il disagio.

Redazione RecSando – D.ssa Cristina Vitali

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