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L’Expo e il cambiamento della vita quotidiana

E’ il titolo con cui è stato presentato,  giovedì primo ottobre presso il Salone Giovanni Paolo 2° dell’Oratorio San Luigi in Piazza della Vittoria, l’incontro con don Roberto Davanzo, Direttore della Caritas Ambrosiana, con delega alle Caritas Lombarde, davanti a un centinaio di persone.
Una premessa: L’incontro è stato organizzato dal Comitato delle 7 Parrocchie, con il Patrocinio del Comune di San Giuliano Milanese,  nell’ambito della Festa della Città, che quest’anno ha come titolo    “Cosa nutre l’uomo?” . 

Quando il Comitato ha iniziato a organizzare gli eventi di questi giorni, si  iniziava a parlare sempre più spesso dell’inizio di Expo. Dunque è sembrata un’opportunità unica collegare il tema della Festa a questo importante appuntamento, che come titolo ha “Nutrire il Pianeta-Energia per la Vita”.  Ed ecco allora le iniziative nascere a poco a poco. La prima è la grande Mostra allestita nella Sala esposizioni  Tapia Radic, Inaugurata sabato 26 settembre “Con le nostre Mani ma con la Tua Forza” – le opere nella tradizione monastica benedettina -.  Mostra aperta fino all’11 ottobre.
L’ultimo  sarà il 6 ottobre nella splendida Abbazia di Viboldone, dove la Badessa del Monastero, Madre Ignazia Angelini, farà da guida ad una serata di riflessione  dal titolo “Mi sazierò come a lauto convito” – la preghiera e la bellezza nutrono la vita – con una particolare attenzione agli affreschi appena restaurati della volta, con intermezzi musicali di arpa, flauto e violoncello.
 
Dunque giovedì, l’incontro con don Davanzo, per aiutare a rispondersi a una legittima domanda: quando finirà  Expo, Lascerà qualcosa dentro di noi? E quale impatto avrà avuto sulla nostra vita quotidiana,  nelle famiglie, nelle comunità parrocchiali?  Lui che in questi mesi ha portato l’Universo Caritas sul territorio e in Expo con conferenze,  risponde con chiarezza e passione di un argomento che tocca tutti. Cambierà qualcosa nelle scelte quotidiane?
“E’ la prima volta che vengo invitato a parlare e riflettere  sul dopo Expo , a un mese dalla sua chiusura esordisce don Roberto, dopo i saluti e i ricordi dei trascorsi in questa  zona VI (addirittura in San Giuliano Martire fu ordinato diacono dall’allora Cardinale Martini, ha ricordato il prevosto don Luca Violoni, nel suo saluto iniziale). Il rischio che si sta correndo è quello di trasformare  e ricordare questo evento alla stregua di una grande fiera, come quella che si andava a visitare anni fa, la fiera campionaria, dove si potevano gustare gratuitamente assaggini negli stand gastronomici. Mentre  in Expo è tutto a pagamento…  Come Caritas, come Chiesa di Milano,  siamo convinti di aver offerto un valore in più, un po’ di anima, un po’ di contenuto. Le domande sorte in tanti visitatori  sono di dubbio sul reale motivo della presenza di taluni padiglioni, che danno più l’impressione voler vendere i loro prodotti in esposizione o d’invitare  nei paesi  di provenienza  per turismo, che di restare sul tema – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita –( che rispetto ad altri Expo, sembrava aver fatto un salto di qualità),  piuttosto che indurre riflessioni sul come i loro Paesi  affrontano questo argomento.“ 
Prosegue don Roberto “Essendo presenti con il padiglione della Santa Sede  e l’edicola  della Caritas, avendo promosso una serie di iniziative formative e culturali in Expo e fuori,  nelle parrocchie, negli oratori o nelle scuole, ci stiamo chiedendo come far fruttare questa esperienza nel dopo Expo. Perché  sarebbe triste tutto si esaurisse in questi sei mesi, invece che lasciare almeno l’inquietudine di fondo , la consapevolezza che il mondo è in grado di nutrire i suoi abitanti, e offrire una vita dignitosa. Non fosse che studi di grandi organizzazioni internazionali come ONU O OCSE, dicano che l’80% della popolazione mondiale abbia a disposizione il 4% della ricchezza mondiale  (l’1% della popolazione mondiale detiene il 46% della ricchezza mondiale  – il 19% della popolazione detiene il  50% della ricchezza). Facendo noi parte del fortunato 20%…. quanto siamo disposti  a mettere in discussione l’attuale sistema di distribuzione  dei beni,  causa primaria dei  flussi migratori verso l’occidente di cui ci lamentiamo?  Quanto siamo disposti a cambiare le nostre abitudini alimentari? (Pensare che con gli scarti d’occidente, si potrebbero nutrire 12 miliardi di persone – Studi FAO-).  Quanto siamo disposti a condividere? Si pensi al brano del Vangelo dove Gesù NON  chiede ai suoi discepoli di comprare cibo per la moltitudine di gente che lo segue, ma di CONDIVIDERE  quanto loro già hanno.  A che serve produrre sempre di più, che poi si scarta, piuttosto che condividere quanto già c’è?"
L’occasione per verificare quanto si è  in grado di “condividere”  nel decanato San Donato/San Giuliano, composto da 13 Parrocchie,  arriva con l’annuncio del decano  Don Luca Violoni,  che dopo averne discusso con il clero  e i consigli pastorali, annuncia la decisione di accogliere la richiesta del  Santo Padre  alle parrocchie d’Italia, di  ospitare  una famiglia  di profughi per ciascuna di esse, mentre la Caritas Ambrosiana sosterrà  la loro gestione formale e giuridica. L’annuncio è stato dato domenica a tutte le celebrazioni con un volantino  dove vengono spiegate le modalità di adesione oltre a tante informazioni  che è bene sapere.

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Redazione RecSando Angela Vitanza – Foto Luigi Sarzi Amadè
 

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