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Il Pratone avvelenato


IL PRATONE AVVELENATO

Apprendiamo solo dal Cittadino, perché il nostro accesso agli atti non è stato ancora evaso su questo specifico aspetto, che gli inerti portati sul Pratone non solo erano difformi da quelli previsti dal capitolato di gara, ma  erano anche inquinati!
Questa volta il Sindaco Andrea Checchi non può nascondersi dietro ai tecnici, o a qualche appaltatore “cattivo”. Fu lui a dichiarare al “Il Giorno”, il 4 giugno 2019 che:
«Il sopralluogo ha appurato che il materiale non era conforme al capitolato, ma non era certo materiale inquinante …. È stato detto di tutto, perfino che c’erano tracce di amianto, tutte illazioni infondate. Non esistono segnalazioni alla magistratura, è tutto nella norma».
Ci chiedemmo subito come potesse fare un’affermazione così perentoria. Aveva una sfera di cristallo nella quale ha evidentemente visto male, o aveva ricevuto (da chi?) assicurazioni rivelatesi infondate?
Ci parse del resto già allora inspiegabile e scandaloso che il nostro Sindaco, la massima autorità cittadina che rappresenta tutti noi, garante della legalità, di fronte a un’azienda che operava su un bene pubblico e che faceva lavorare sul cantiere un’altra impresa in modo illegittimo, con lavoratori non registrati sul libro giornale minimizzasse il tutto dicendo
«Non c’è stato nessun subappalto sospetto: le imprese edili sono spesso un groviglio di società collegate tra loro, è accaduto che la società Ma.Mi. abbia mandato al Pratone un lavoratore che assunto da una società collegata»,
così dimostrando di non tenere in alcun conto le più elementari regole in materia di appalti pubblici, poste a tutela dei lavoratori e per evitare il rischio di infiltrazioni mafiose nei lavori pubblici.
Ma non basta.
Perché almeno dal 24 maggio 2019 il Comune sapeva che quel materiale non conforme era stato portato sul nostro Pratone da altra impresa diversa dall’appaltatore, precisamenteda un subappaltatore non autorizzato, proprietario della merce conferita presso il cantiere. E ciò in violazione di norme e regolamenti che sottopongono a enorme attenzione tutta la materia delle attività di fornitura e trasporto di terra e materiali inerti.
Insomma, mentre suonava ogni possibile campanello d’allarme, il Sindaco si premurava di tranquillizzare la città dicendo «è tutto nella norma»!
Ciò non è accettabile: mentre l’Amministrazione Comunale promuove, a parole, l’ambiente, nei fatti  lascia sversare veleni in un prato al centro della città a un passo dalla Casa Comunale.
Ci rivolgiamo alla maggioranza, dopo le fidejussioni bulgare mai riscosse (3.498.000 Euro), i ripetuti disastri amministrativi sul Mattei, che lasciano sulle spalle dei cittadini una causa da 9,5 milioni di Euro e la censura dell’Autorità Anticorruzione, pensate che sia ancora dignitoso e rispettoso nei confronti della città continuare a sostenere questo Sindaco e le sue azioni?
Quando sentiremo la vostra voce?
Quando qualcuno tra di voi troverà la forza ed il coraggio di prendere le distanze da questi disastri?
Chi tace acconsente. Ricordatevelo.
Noi anche su questo andremo fino in fondo, ci rivolgeremo a tutte le autorità competenti e raccoglieremo le firme per una mozione di sfiducia. A voi della maggioranza la scelta: firmarla e consentirne la discussione in Consiglio Comunale (perché senza almeno qualcuna delle vostre firme il Regolamento non consente neppure il deposito della mozione) o essere per sempre ricordati come complici di questo disastro amministrativo.
San Donato Milanese, 28 giugno 2019.
 

INSIEME PER SAN DONATO                                  SAN DONATO MILANESE CI PIACE
 

Interrogazione urgente. Riqualificazione leggera del Pratone. Inadempimenti contrattuali

 

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