Non poteva mancare sui temi di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, Energia per la vita“, l’omaggio ai braccianti, ai contadini che nel secolo scorso in terra di Lombardia, in Italia e nel mondo intero hanno con la loro pazienza e dedizione arato, seminato, scrutato il tempo per leggere i segni favorevoli o funesti per il lavoro dei campi. Questa mostra fotografica, suddivisa in percorsi tematici (il lavoro, la vita, l’agricoltura nel mondo, la modernizzazione e le lotte per i diritti) nasce dalla collaborazione di diversi enti fra cui il Comune di Milano, il Palazzo Moriggia-Museo del Risorgimento e l’Archivio del Lavoro di Sesto San Giovanni.
Soprattutto dal ventre di questo istituto è stato possibile estrarre le suggestive foto di Silvestre Loconsolo, che illustrano nelle fogge e nei portamenti uomini e donne, quasi dei soldati della terra, dalle cui figure emerge la dignità del lavoro e la consapevolezza del ruolo insostituibile per alimentare la vita. L’importanza di questa mostra è innanzitutto antropologica perché viene introdotto, per così dire, un cursus honorum dei braccianti che vivevano in strutture rurali complesse, le cascine. Si presentano famigli, bargamini, cavallanti, braccianti e mondine, che si organizzano per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, che lottano per i diritti, che esprimono solidarietà a chi se ne va e trasloca a S. Martino, l’11 novembre, le poche masserizie su carri di fortuna. Un mondo non del tutto scomparso, ma in continua trasformazione a partire dagli anni trenta con l’introduzione prima discreta e poi massiccia della tecnologia e dei macchinari. Esempi della vita nei campi, dei drammi e dello stupore sono stati trattati ampiamente dal nostro cinema nelle pellicole del neo realismo, pensiamo a ‘L’albero degli zoccoli’ di Olmi, a ‘Novecento’ di Bertolucci’, a ‘Riso amaro’ di De Sanctis. Un mondo che ha usato e abusato di sostanze chimiche, antiparassitari, anticrittogamici, concimi, ecc. e che ora cerca il riscatto con il ritorno dei giovani all’agricoltura e soprattutto delle donne, in diverse parti del mondo. La documentazione esposta proviene in gran parte dall’Archivio del Lavoro di Sesto San Giovanni, ovvero dal Fondo del fotografo Silvestre Loconsolo e dalle carte della Federbraccianti-Cgil, e dall’Archivio storico Same Deutz-Fahr. Ingresso libero, orari: mart. – dom. 9-13 e 14-17.30; info: Archivio del Lavoro, +39 02 55025931, archivio@archiviolavoro.it, Museo del Risorgimento via Borgonuovo 23 Milano, +39 02 884 62330/45924, c.museorisorgimento@comune.milano.it, fino al 29 marzo 2015. Foto di Silvestre Loconsolo, Raccoglitrici di pomodori (1965), © Archivio del Lavoro.