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Coronavirus: Intervistiamo il Sindaco di Scanzorosciate, Davide Casati

Il valore aggiunto dell’informazione di NOI – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

INTERVISTA AL SINDACO DI SCANZOROSCIATE, DAVIDE CASATI

DOMANDA:

1 ) Sindaco Casati, il Comune di Scanzorosciate è pressoché attaccato al Comune di Alzano Lombardo, ormai ritenuto per antonomasia il luogo simbolo in Italia di ciò che si è rivelato essere l’epicentro della pandemia di CoronaVirus. Proviamo a tornare con la memoria a quel maledetto 23 febbraio 2020, la fatidica data divenuta il simbolo temporale della deflagrazione del contagio della patologia Covid-19 nella zona del bergamasco. Domenica 23 febbraio, nel pomeriggio, due giorni dopo lo scoppio del primo focolaio di Codogno, vengono accertati due casi positivi di Covid-19 all’ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, almeno uno di loro passa dal pronto soccorso, un luogo angusto e affollato. L’ospedale viene immediatamente “chiuso”, per poi riaprire – inspiegabilmente – alcune ore dopo, senza che ci sia stato “nessun intervento di sanificazione e senza la costituzione nel pronto soccorso di triage differenziati né di percorsi alternativi”, come denunciano due operatori sanitari che chiedono l’anonimato.Vuole dirci come ha vissuto quei tragici momenti, come bergamasco ma soprattutto come uomo delle istituzioni, primo cittadino di una comunità a un passo dal baratro ?

RISPOSTA:

Ho vissuto questi tragici momenti con molta preoccupazione perché intravedevo ciò che poteva succedere e le prime morti stavano purtroppo avvenendo. Ma soprattutto vivevo un senso di impotenza in quanto mi sono trovato di fronte ad uno scenario mai vissuto e da Sindaco senza alcun poter di decisione è ancora peggio perché sei in attesa di decisioni di enti superiori che non dipendono da te. E non sai cosa rispondere a chi ti chiama o scrive. Puoi ascoltare, accogliere, capire ma non decidere.
 
DOMANDA:

2 ) Il Comune di Scanzorosciate è ubicato in un’area fortemente industrializzata. Ora è il momento della coesione e i prodromi delle vicende che hanno portato a registrare nella vostra zona, a partire appunto da quel maledetto 23 febbraio 2020, picchi mai visti di morti causati dal CoronaVirus, andranno valutati in seguito. Ma quanto hanno influito, in tutta questa immane sciagura, le pressioni evidenti di un distretto industriale che conta 376 aziende per complessivi 850 milioni di euro annuali di fatturato ? Siamo palesemente davanti all’economia che schiaccia la cosa più preziosa che abbiamo come esseri umani, mi riferisco alla vita stessa, o forse questa valutazione può essere considerata un’esagerazione ?

RISPOSTA:
 
In merito a questo tema credo ci sia stata una forte ideologizzazione o comunque molta demagogia. “Io politico” quando decido lo faccio nell’interesse di una comunità intera che rappresento e “valgono” di più, sotto tutti gli aspetti, il bisogno e l’aspettativa della stra grande maggioranza delle persone a differenza di qualche decina di imprenditori. Quindi a mio avviso la polemica rischia di essere una polemica fine a se stessa. Nel mio territorio ci sono diverse grosse aziende e ho parlato con molti dei loro titolari coi quali c’è un rapporto di stima e collaborazione e che erano comprensibilmente erano preoccupati come lo eravamo tutti: erano in primis preoccupati della loro salute, di quella dei loro dipendenti e giustamente erano anche preoccupati dei problemi economici che un’eventuale chiusura avrebbe comportato. Non c’è nulla di strano. Ma se un’istituzione (in questo caso la Regione in prima battuta) ha deciso di non chiudere Alzano – Nembro non credo l’abbia fatto per le “pressioni” degli imprenditori ma piuttosto per un errore di valutazione e di non comprensione di quanto stava avvenendo.

DOMANDA:
 
3 ) Torniamo a trattare più nello specifico i focolai ove il dramma delle morti premature nella zona del bergamasco è andato via via perdendo i caratteri dell’umana mortalità per assumere i contorni della tragedia. Ci riferiamo, ovviamente, alla casa di riposo di Scanzorosciate, della Fondazione Pia Piccinelli, controllata dalla Curia di Bergamo: una struttura con 195 posti letto accreditati e circa 220 ospiti in tutto, con un piano extra per i sacerdoti. Nel solo mese di marzo i decessi sono stati 73, contro una ventina, in tutto, degli anni precedenti: 39 erano pazienti che risiedevano in paese, 34 invece dai Comuni limitrofi, o preti. Leggere le parole dette ai media da don Mario Carminati, presidente della Fondazione ed economo della Curia, lasciano senza fiato. D’ora in avanti sarà la magistratura a prendersi in carico gli oneri di provare a capire cosa sia ivi realmente accaduto, ma vorremmo provare a chiederLe un’opinione, forse più legata ai fattori umani ed emozionali che a quelli giurisprudenziali che verranno o meno acclarati, speriamo, in un prossimo futuro. Cosa significa per una comunità arrivare a contare in così poco tempo una tale quantità di perdite ? Come si ricostruisce o si tenta di ricostruire una visione di sana costruzione del futuro senza però perdere il contatto con il presente e soprattutto, ci spingiamo a dire, con la ferrea determinazione di non dimenticare per alcun motivo ciò che è stato ?

RISPOSTA:
 
Anche se si tratta di una struttura privata sono molto “legato” emotivamente e umanamente a tutta la RSA. Ai direttori (generale e sanitario), ai membri del CDA, alle suore, ai dipendenti, agli ospiti, ai volontari. Ho sofferto molto nel sapere ogni giorno di numerosi decessi. E sono dispiaciuto perché conoscendo come è gestita questa struttura sono certo del massimo dell’impegno con cui il personale ha lavorato e si è adoperato di fronte a questo dramma. Da una situazione del genere la comunità ne esce impaurita, disorientata, impotente. Ma credo sarà fondamentale ripartire da qui per costruire un futuro diverso, imparando dagli errori commessi, comprendendo che la prossimità è fondamentale e quindi serve rivedere l’assetto istituzionale del nostro Paese, semplificandolo e prevedendo con chiarezza i livelli di responsabilità delle decisioni. Per quanto mi riguarda i due livelli fondamentali sono lo Stato ed in Comuni e da qui bisogna ripartire.

Redazione N>O>I – Network Organizzazione Innovazione – FM-Staff

  L’immagine della veduta di  Scanzorosciate  presente nella copertina realizzata da N>O>I è tratta da Wikipedia, e concessa in licenza d’uso Creative Commons ( Di DansOpera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento )


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