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Comunicato congiunto Azione SDM e Italia Viva SDM sullo Stadio del Milan a San Donato Milanese
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Nelle ultime settimane la nostra città è stata protagonista delle cronache locali e nazionali a seguito dell’interessamento espresso dall’ A.C. Milan per un’area del nostro territorio al fine di svilupparvi il progetto del proprio stadio.

Sempre dalle cronache siamo venuti a conoscenza degli incontri intercorsi tra la società calcistica e l’attuale amministrazione Squeri, la quale è apparsa molto propensa a valutare positivamente una tale operazione di sviluppo sul nostro territorio.

Ad oggi non è ancora disponibile al pubblico alcun progetto specifico.

L’area interessata è quella conosciuta col nome “San Francesco”. Quest’area, di proprietà della ASIO srl, ha una superficie di 300.000 metri quadrati ed è collocata nel margine nord-occidentale del nostro comune. La stessa è oggi vuota di significati e funzioni e si distingue per dimensione, accessibilità sovralocale e per la completa separazione dalla parte residenziale e produttiva della città.

Su questa area la precedente giunta ha approvato un progetto, presentato dalla società Sportlifecity Srl (procuratore di ASIO), per lo sviluppo di un’area a vocazione sportiva con un’arena di 18.000 posti, un residence sportivo, un centro fitness, un liceo scientifico sportivo e altri campi coperti/scoperti.

In attuazione di una convenzione del 1993 con ASIO srl, precedente al progetto Sportlifecity, il Comune incassò in quegli anni più di 6 milioni di euro. In aggiunta a questi importi, la ASIO srl realizzò opere di urbanizzazione primaria (opere a favore della città) per altri 7 milioni di euro. Nonostante le opere eseguite e i contributi concessori versati, non fu realizzato nessuno degli edifici privati previsti dalla convenzione urbanistica. Pertanto, per l’attuazione del progetto Sportlifecity “non residua in capo al Soggetto Attuatore (Sportlifecity Srl, ndr) alcun obbligo di pagamento di somme a titolo di contributo di costruzione”, come stabilito nella relativa istruttoria tecnica.

Come Azione e Italia Viva crediamo che al fine di far emergere l’interesse generale in qualsiasi scelta amministrativa sia doveroso considerarne i benefici, diretti e indiretti, congiuntamente ai relativi costi (economici, sociali, ambientali, ecc..). Crediamo che tale approccio debba essere utilizzato anche e soprattutto in questo caso specifico. Pertanto, ad oggi, non essendo possibile operare questa analisi per la mancanza del progetto complessivo specifico, non possiamo esprimere una valutazione definitiva.

Siamo sicuramente consapevoli della magnitudo che tale progettualità avrebbe sul nostro territorio: problematiche di viabilità, sicurezza, inquinamento acustico, parcheggio e rifiuti. Dall’altro canto consideriamo di non poco rilievo alcuni possibili risvolti positivi, tra i quali:

  • Lo sviluppo di una migliore connessione della città (in particolare delle parti occidentali e, quindi, dei quartieri: Torri Lombarde ed attuali palazzi uffici Eni; Poasco; Via di Vittorio e Certosa) con Milano (ad esempio attraverso possibili collegamenti metropolitani/tramviari lungo l’asse oggi percorso dal solo passante S1);
  • La realizzazione di un collegamento diretto o comunque più veloce tra l’aeroporto di Milano Linate e San Donato con un potenziale collegamento M3,Stadio, M4;
  • Il miglioramento della viabilità del sud-est milanese, potenziando eventualmente le due statali principali (Via Emilia e S. Paullese);
  • La riqualificazione di un’area oggi degradata e priva di significato come è quella del San Francesco, e della fermata della stazione ferroviaria di San Donato;

 

  • La creazione di un nuovo centro della socialità cittadina, immaginando un progetto che non si limiti al solo campo di calcio;
  • Beneficiare dei maggiori oneri di urbanizzazione che potrebbero generarsi oltre a quelli già versati da ASIO srl e destinarli alla riqualificazione di altre aree della città o allo sviluppo di adeguati strumenti di mitigazione agli svantaggi evidenziati sopra;
  • Interrompere la tendenza negativa di fuoriuscita degli investimenti sul nostro territorio (magari a seguito della succitata migliore connessione di San Donato con Milano) e creare una nuova pagina nella storia reputazionale e d’immagine della nostra città, in via di

Qualsiasi progetto che non affronti i suddetti svantaggi né porti alcuno dei vantaggi elencati sarebbe totalmente inadatto per la nostra comunità. Così come sarebbe inadatto qualsiasi progetto che si inserisca in una San Donato immutata rispetto all’assetto odierno.

La scelta relativa al luogo più adatto per la localizzazione dello stadio dell’A.C. Milan dovrebbe coinvolgere le comunità e gli organi prima provinciali e poi regionali, i quali dovrebbero individuare l’area più adatta per ospitare il nuovo stadio oppure guidare le società calcistiche meneghine in altre opzioni se più opportune dal punto di vista ambientale (es. riqualificazione di San Siro, ove possibile). Se invece San Donato fosse lasciata sola, la nostra comunità non dovrebbe essere timida nel considerare l’opportunità di tale progetto.

Sulla vicenda, l’attuale maggioranza e l’attuale Sindaco Squeri stanno operando inadeguatamente e con profonde contraddizioni. Il silenzio di questi giorni sui confronti con la società e sulle loro posizioni politiche è irresponsabile. La recente lettera del Sindaco, corredata di affermazioni quantomeno dubbie, non aggiungendo alcuna novità, ha confermato questo silenzio. Ha fatto intendere che una convenzione sia già stata firmata e approvata dalla precedente amministrazione, in un chiaro tentativo di scaricabarile, quando in realtà ciò che è stata approvata è una “bozza” di convenzione, né compilata né firmata. E poi: come è possibile che il progetto di uno stadio possa essere realizzato “senza modificare le quantità edificabili già previste sull’area”? Nel caso lo stadio si facesse, l’attuale giunta ne sarebbe, nel bene e nel male, il primo responsabile.

La comunità sandonatese ha bisogno di essere informata sull’evoluzione dei confronti con AC Milan, su quale prospettiva potrebbe prendere il progetto, sulle tempistiche con cui una tale opera potrebbe aver vita. Ma, soprattutto, la città dovrebbe essere informata su quale sviluppo la sua giunta vuole dare all’area e alla città tutta: è lo sviluppo previsto dalla lista civica del sindaco (San Donato Futura) che solo pochi mesi fa voleva fare dell’area San Francesco “un’area dove le persone possano trasformarsi, riconnettersi con il senso del vivere in armonia e sviluppare un pensiero ampio e unitivo, realizzando ampi ponti pedonali tra innovazione e design in ottica Green” oppure vuole farci uno stadio? Quale è la visione di città a dieci anni che questa giunta immagina se si realizzasse uno stadio?

Questa schizofrenia politica non fa bene alla nostra città e denota l’inadeguatezza degli attuali amministratori.

In definitiva, siamo favorevoli a e proponiamo di:

  • aprire un dibattito pubblico formale e vincolante scevro dall’infruttuosa dialettica bipolare SI vs NO che confronti, davanti e insieme alla cittadinanza, vantaggi e svantaggi di tale scenario;
  • istituire una commissione consiliare preposta a consultare tutti gli atti amministrativi collegati ai confronti con le società interessate e agli eventuali progetti presentati;
  • iniziare al più presto un dialogo con Città Metropolitana di Milano, Regione Lombardia e i Ministeri preposti al fine di istituire un tavolo di confronto che vagli tutte le possibili operazioni realizzabili comprese quelle accessorie e/o di compensazione;
  • fare presente, a tutti i livelli, le carenze infrastrutturali e organizzative che San Donato avrebbe se uno stadio fosse inserito nell’attuale assetto urbanistico e amministrativo, cercando di cogliere qualsiasi proposta di intervento

 

CS:  Azione San Donato Milanese e Italia Viva San Donato Milanese

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