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Notizie dal mondo

Traversate sicure per Sardegna e Corsica

Traversate “sicure” per Sardegna e Corsica

Si è aperta la stagione delle vacanze e anche i collegamenti con le isole Sardegna e Corsica sono stati avviati con procedure di sicurezza per i passeggeri. Corsica Sardinia Ferries ha messo in atto tutte le misure igienico-sanitarie per far viaggiare in serenità, osservando i protocolli anti-contagio e ha già attuato tutte le misure impartite dalle Autorità Governative, Sanitarie e Marittime.

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Coronavirus: Intervista al al Prof. Guido Forni

Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>IRecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto.

Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

Intervista al Prof. Guido Forni, Immunologo dell’Università degli Studi di Torino e dell’Accademia Nazionale dei Lincei

DOMANDA:

1 ) Buongiorno  Prof. Forni, alla fine ci siamo arrivati, la famigerata Fase 2, quella della ripresa, è ormai iniziata. Abbiamo vissuto momenti davvero difficili, situazioni che hanno portato l’Italia nella maggiore crisi dal dopoguerra, coinvolgendo sia aspetti sanitari, che sociali ed, in ultimo ma altresì per molti mesi a venire, economici. Secondo Lei possiamo davvero dire o almeno ipotizzare che abbiamo davanti a noi un reale spiraglio di luce nel buio del dramma Coronavirus ?

RISPOSTA:

Questa è una domanda a cui è impossibile rispondere, tranne che si sia in possesso di una palla di cristallo, ma di una palla di cristallo davvero molto efficace.
Perché è impossibile rispondere?
Perché conosciamo ancora troppo poco di questo virus, di quanto rimanga infettivo con l’elevarsi della temperatura e in un ambiente più secco. Ci sono esempi di epidemie, causate da Coronavirus abbastanza simili, che sono scomparse naturalmente col mutare delle condizioni ambientali.
Il Coronavirus responsabile della malattia COVID-19 è però molto evoluto, possiede raffinati meccanismi di controllo e di infezione per cui nessuno può escludere che tra qualche settimana si possa avere un ritorno dell’infezione o che l’infezione possa ritornare a diffondersi con l’arrivo del freddo e dell’umido dell’autunno.
Di fronte all’imprevedibilità del comportamento virale abbiamo però l’intelligenza umana, che permette di capire sempre meglio come prevenire l’infezione, come affrontare la malattia, come rendere meno drammatica un’eventuale ripresa dell’infezione.

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Orientarsi al buio. Essere leader nell’incertezza

Tra rischi (alcuni) e opportunità (tante)

La leadership è tra i temi più dibattuti negli ultimi 20 anni a causa dell’enorme cambiamento tecnologico, organizzativo e sociale che si è verificato in questo lasso di tempo. Per leadership noi generalmente intendiamo la capacità di prendere decisioni e guidare e far crescere le persone in un contesto che a sua volta evolve. La leadership assume declinazioni diverse a seconda che si tratti di azienda, sport, politica, medicina e così via ma non cambia nella sua sostanza.

L’emergenza Covid-19 ha introdotto un ingrediente “inedito” a questo contesto ovvero quello dell’incertezza che per noi significa perdere i punti di riferimento tradizionali, avere la sensazione di una mancanza di controllo sulla realtà e non potere fare piani a medio e lungo termine. L’incertezza impatta in maniera radicale anche sulla leadership che per definizione si basa, tra le altre cose, su un’attività di previsione, pianificazione e sulla definizione di una vision sul futuro.

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IoP nuova parola di Google: lanciata dal sandonatese Filippo Poletti

Abbiamo già avuto modo di parlare di questo nuovo libro in un articolo apparso sulla Rete Civica di San Donato Milanese e del Sud Est Milano, il 13 maggio scorso, forse tra i primi a parlarne.
RecSando ha portato indubbiamente una grande fortuna al libro di Filippo Poletti, cittadino sandonatese.

Ora vogliamo chiudere il cerchio, orgogliosi di aver contribuito atraverso il nostro portale a far conoscere in Italia, il libro del “cambiamento”

IoP è un acronimo che mi piace molto.  Mi viene in mente il film “L’attimo Fuggente”, che senza ombra di dubbio ha lanciato al mondo un nuovo messaggio; “Carpe Diem”, cogli l’attimo.
Lo so, non si dice proprio cosi nel film ma a N>O>I, piace storpiare il termine.
IoP è un urlo, un “barbarico urlo al mondo.  … E risuona il mio barbarico yawp sopra i tetti del mondo.
E’ da qui che bisogna ripartire, e chi meglio della Rete Civica, nata per mettere in rete le persone e creare realzioni e scambi di conoscenze e di saperi, non possa essere in linea con il pensiero di Filippo Poletti. 
E’ proprio crendo relazioni, scambi di conocenze, creare una rete di persone la chiave per ripartire, cogliere il segnale lanciato da questa epidemia per mettere al centro di tutto le persone.

Le foto presenti in questo articolo sono state scatatte dal fotografo sandonatese Alessandro Tintori, che in accordo con Filippo Poletti, ha rilasciato i diritti per la diffusione.

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Castel Lebenberg tra passato e presente

Castel Lebenberg tra passato e presente
  Uno dei castelli più belli e grandi in Alto Adige visto con gli occhi della sua proprietaria e visitabile da aprile a ottobre, coronavirus permettendo. Il visitatore potrà anche rendersi conto di come si vive in un castello e di quali benefici si possono ottenere in termini di salute e benessere.
 

Non è certamente uno dei castelli più noti dell’Alto Adige, ma senza ombra di dubbio è uno dei più belli e meglio conservatiarredamenti interni compresi. Si trova a Cermes, una località nei dintorni di Lana, nella zona del meranese, troneggia a 505 metri sulla collina morenica da cui prende il nome, “Monte Leone”“Lebenberg” in tedesco. Con le sue mura del colore della terra, l’imponente costruzione si staglia nel verde delle vigne e si riconosce già da lontano grazie al suo torrione alto 24 metri. Castel Lebenberg ha una storia antica che risale al 1200 circa. Nei secoli è passato nelle mani di diversi proprietari, dai signori di Marlengo alla famiglia Fuchs, fino a realizzare il sogno di Adrian van Rossem van Sinoutskerke, un nobile olandese desideroso di stabilirsi nella zona del meranese, territorio molto in voga all’epoca come meta internazionale di villeggiatura per le persone più facoltose, che nel 1925 acquistò il maniero.
 
Adrian van Rossem era il nonno dell’attuale proprietariaAnouschka van Rossem, la nipote che ha deciso di tornare a vivere nel castello quando il suo primo figlio aveva tre anni, dopo essersi laureata a Trento in lingue e letterature straniere. La sua è stata una scelta dettata dall’affetto che Anouschka ha sempre provato per la “casa” in cui è cresciuta, quel luogo insolito in cui abitare che le ha permesso di vivere delle avventure meravigliose, anche con spregiudicatezza alle volte. 

 

 

 

Anouschka ha frequentato la scuola elementare di Cermes, ha invitato gli amichetti al pomeriggio a fare i compiti nella sua “straordinaria” casa, che ha esplorato in ogni suo angolo più recondito. Per Anouschka, infatti, Castel Lebenberg non ha segreti ed è stato il teatro dei suoi giochi infantili, pieni di fantasia e di immaginazione, senza paura, perché “…se vivi in un castello non puoi averne paura, sei abituato al buio e ai rumori di ogni tipo, agli scricchiolii del pavimento di legno, ai versi degli animali fuori, come lo stridere dei falchi che vivono nella torre” afferma Anouschka, quasi sorpresa che si possa pensare il contrario.

 

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