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Al Troisi film per non dimenticare: riflettori sugli orrori del “secolo breve”

Il Comune di San Donato celebra le ricorrenze della Memoria (27 gennaio) e del Ricordo (10 febbraio) con la rassegna intitolata “Wstawac”, dedicata alle minoranze perseguitate

“Wstawac!” Alzarsi! Era questo, in polacco, il comando che risuonava dalle voci delle guardie nelle baracche gelide del lager di Auschwitz. Ce lo ha ricordato, in due occasioni, anche Primo Levi, dedicandovi una poesia e citando quest’espressione nelle pagine de La tregua, uno dei suoi capolavori sull’orrore della Shoah. “Wstawac” è un comando terribile, un risveglio brutale, uno sprone imposto con violenza per rendere schiavi, abbruttire, spesso condurre alla morte, ma è anche una parola, che molti ebrei fecero proprio, traducendola come anelito di resistenza, forza, vitalità, speranza. Ed è stata intitolata così – sottotitolo Tornare, mangiare, raccontare. Sopravvivere alla Memoria e al Ricordo – la mini-rassegna cinematografica organizzata al cinema-teatro Troisi di San Donato per celebrare le Giornate della Memoria (27 gennaio) e del Ricordo (10 febbraio).

La kermesse, curata dal critico Fabio Francione di Lodi Città Film Festival per conto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di San Donato, è nata dall’idea di allargare la riflessione ad altre “minoranze” (anche politiche) perseguitate nella storia: non solo ebrei, non solo a opera delle dittature nazista e comunista; di qui l’attenzione puntata anche sui campi di prigionia della Corea del Nord e sul caso degli “infoibamenti” nelle zone di confine della ex Jugoslavia da parte dei partigiani di Tito.

«Con questa rassegna – spiega l’Assessore alla Cultura Chiara Papetti – intendiamo compiere un passo in più rispetto alla doverosa necessità di fare memoria degli orrori del secolo scorso, superando gli steccati ideologici (e politici) che troppo spesso si innalzano fra la tragedia dell’Olocausto e quella delle foibe e toccando anche altre pagine di storia (in questo caso quella dei campi di prigionia in Corea del Nord) in cui l’umanità tutta è uscita sconfitta. Quello di quest’anno è il primo passo di un cammino che si svilupperà negli anni a seguire, andando a coprire i drammi vissuti dalle tante minoranze finite stritolate tra nazionalismi e altre aberrazioni».

Si parte lunedì 27 gennaio con la proiezione (alle 21) del nuovissimo e coraggioso film di Roberto Faenza (Anita B) cui seguirà, il 28 gennaio, quella della pellicola biografica Hannah Arendt diretta da Margarethe Von Trotta (sempre alle 21); la rassegna prosegue quindi giovedì 6 febbraio con due film: alle 18.30 Sobibor. 14 ottobre 1943, ore 16, opera del 2001, regia di Claude Lanzmann, con Yehuda Lerner, protagonista della celebre rivolta dei prigionieri del campo di sterminio polacco (ingresso libero); alle 21 toccherà quindi a Camp 14. Total Control Zone, film-cartoon del 2012 diretto da Marc Wiese, con Shin Dong-Huyk, e incentrato sui campi di lavoro e prigionia in Corea del Nord. Grande chiusura lunedì 10 febbraio alle 21 con La città dolente, film storico (è stato girato nel 1949) di Mario Bonnard sull’esodo giuliano-dalmata e le vittime titine delle foibe, con Luigi Tosi, Constance Dowling e Elio Steiner.

Tutte le pellicole saranno presentate al pubblico sandonatese, con il conforto di materiali documentali inediti, dal curatore della kermesse Fabio Francione.

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