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“Il nostro striscione parla di storia, non di provocazione”

MEGLIO PORCO CHE FASCITA
Premessa

Nei giorni scorsi, Guido Massera ha sollevato una polemica pubblica attorno allo striscione esposto alla Casetta, portando la questione fino alle pagine del quotidiano Il Cittadino e annunciando addirittura un’interrogazione in Consiglio Comunale.

Una vicenda che, da un gesto simbolico e pacifico, è stata strumentalizzata e gonfiata, alimentando tensioni inutili.
Abbiamo ritenuto doveroso replicare, per riportare la discussione su un piano di verità e confronto civile. Tuttavia, la nostra risposta, , nviata a Il Cittadino nella persona della giornalista Giulia Cerboni, è stata pubblicata in modo incompleto, in particolare omettendo una parte che ritenevamo fondamentale. Inoltre, il mio nome è stato riportato in modo errato, a testimonianza di una superficialità inaccettabile, specie in un contesto così delicato.
Per rispetto della correttezza dell’informazione, della trasparenza verso i cittadini e della nostra stessa dignità, pubblichiamo qui di seguito la comunicazione originale e integrale, così come era stata inviata alla redazione.

Comunicato Stampa Integrale
Lo striscione è stato realizzato in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile che si sono tenute presso la sede della nostra associazione e richiama una frase tratta dal film d’animazione Porco Rosso, in cui il protagonista (trasformato in maiale) rifiuta la proposta di tornare a combattere per il regime.
La scelta di scrivere la parola “fascista” rovesciata è, ovviamente, un richiamo al vilipendio nei confronti di Mussolini compiuto dai partigiani nei giorni successivi alla Liberazione.
Abbiamo ritenuto che anche questo episodio, per quanto macabro, andasse commemorato poiché simboleggia il grado di rifiuto raggiunto dall’Italia, e da Milano in particolare, nei confronti del fascismo al termine della guerra. In questo rifiuto noi ci riconosciamo e riteniamo che chiunque supporti e lavori per la democrazia che è stata conquistata attraverso la Resistenza debba fare lo stesso.
 
Guido Massera ha pubblicato la foto del nostro striscione sul gruppo Facebook “Sei di San Donato Milanese se…” con il commento «Caro sig. Sindaco se all’interno di una struttura pubblica avessimo scritto “meglio porco che comunista” cosa avrebbe detto e fatto Lei ?».
Il Sindaco non è certamente responsabile di ciò che noi come associazione scriviamo all’interno della nostra sede (che è una struttura pubblica dataci regolarmente in concessione) e Facebook non è il luogo adeguato per un Consigliere Comunale dove rivolgere quesiti al Sindaco, per altro non presente sul social network.
 
Per concludere, vorremmo sottolineare una certa incoerenza da parte di Guido Massera, il quale pretende che il Sindaco, che non ha alcun legame con la nostra associazione, risponda in Consiglio Comunale della nostra presunta violazione del Manifesto del linguaggio inclusivo, quando pochi mesi fa lui stesso, in quanto capogruppo di Fratelli d’Italia, non si è assunto alcuna responsabilità politica nei confronti di una Consigliera del suo gruppo che, in un commento a un suo post nel medesimo gruppo, ha rivolto pesanti insulti sessisti nei confronti della Segretaria del PD.

di Mauro Rescigno – Presidente Associazione SandoCalling

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