Anche quest'anno un gruppo di giovani sangiulianesi, accompagnati dal vicario della parrocchia di San Giuliano Martire don Alessandro Lucini e dal vicario della parrocchia di Zivido don Emanuele Kubler Bisterzo, ha partecipato al Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra, organizzato dalla Comunità cristiana monastica ecumenica di Taizé, fondata da frère Roger nel 1940, che riunisce in una città Europea sempre diversa, migliaia di giovani provenienti da ogni parte del Vecchio Continente, nei giorni che vanno dal 28 dicembre al Primo giorno del nuovo anno. 5 giorni di preghiere, confronto e dialogo. Ed è toccato alla città spagnola di Valencia accogliere questa festosa e fiduciosa invasione. Pellegrinaggio di fiducia sì, ma anche pellegrinaggio di speranza nei giovani, affinchè possano essere "il sale del mondo" e portatori di Pace. Arrivederci a Riga, in Lettonia il prossimo anno
Grazie a Elisa, che con la sua testimonianza ci fa ben sperare che un futuro migliore può esserci. Basta volerlo.
"Per il secondo anno consecutivo ho deciso di dedicare gli ultimi giorni dell'anno e i primi giorni di quello nuovo staccandomi dalla frenesia e dagli impegni di tutti i giorni per riflettere su me stessa. Mi sono messa in viaggio con il gruppo di giovani della PGC (Pastorale Giovanile Cittadina) di San Giuliano Milanese e sono partita alla volta di Valencia. Sono partita per prendere parte al pellegrinaggio di fiducia organizzato dalla comunità di Taizé, e rispetto all'anno scorso (che era stato il primo anno per me), quest'anno sapevo a cosa stavo andando incontro, a cosa avevo deciso di partecipare. Ma, come spesso dicono in molti, Taizé riesce sempre a stupirti. Quest'anno è stato un Taizé particolare, forse complice anche il calore che ho sentito appena scesa dal pullman rispetto al freddo di Milano, ma ha saputo trasmettermi davvero una gioia e un calore che non mi sarei aspettata. Sono stata accolta da una parrocchia di Picanya, un paese vicino a Valencia, insieme ad altri quattro miei amici, e ciò che mi ha colpito di più appena siamo arrivati è stato il sorriso che tutti avevano in volto. Ogni bambino, ragazzo, adulto che abbiamo incontrato sulla nostra strada ha saputo regalarci un sorriso. Io sono rimasta affascinata da quanta gioia loro riuscivano a trasmettere nel vederci arrivare, quanta gioia provavano per la nostra presenza lì. Ognuno di loro ha aperto le porte a noi pellegrini. Ci è stata donata la loro ospitalità, la loro pazienza nell'aspettare svegli che noi tornassimo a casa dalla preghiera e meditazione della sera, il loro impegno e il loro amore nel prepararci la colazione o il pranzo. Ogni loro piccolo gesto mi ha fatta sentire davvero importante, mi ha fatto capire che il bene dell'altro spesso può rendere anche te felice.
Taizé è anche e soprattutto questo: è un viaggio, una continua scoperta. Ti fa provare sentimenti contrastanti, grazie al suo tipo di preghiera per noi "particolare" riesce a farti porre delle domande. Ha messo in cammino migliaia di noi pellegrini, ognuno con la propria storia, ognuno spinto ad essere lì per una motivazione e un desiderio diverso. Ognuno di noi era unico, speciale, ma di tutte queste strade è stato capace di indirizzarci in una sola. Ci ha fatto incontrare, ci ha donato la gioia di essere amati per davvero. Io per prima sono stata fortunata: mi sono sentita davvero amata, anche nei momenti di sofferenza. Questo viaggio ha messo al mio fianco le persone giuste nei momenti giusti, mi ha insegnato quanto bene c'è nel mondo e di come spesso sia io che molte persone non riusciamo a coglierlo, perchè troppo concentrati su altro. La parola che ci ha accompagnati in questo cammino è stata Misericordia. Una parola con un significato secondo me difficile da cogliere nella sua interezza. Durante quei giorni ho provato a riflettere su questo termine cercando di attribuirgli dei significati: amore e perdono, entrambi molto importanti. E ho aperto gli occhi: consapevole delle vicende che colpiscono il mondo, delle guerre, del terrore in cui vivono alcuni paesi ogni giorno, non mi sono stupita di ritrovarmi circondata da così tanto amore e da così tanta speranza. Bisogna imparare a volgere lo sguardo verso il bene piuttosto che verso il male. E Taizé in quei giorni ha saputo insegnarcelo. Un piccolo semplice gesto di amore, fraternità, amicizia può fare la differenza e cambiare davvero la giornata di qualcuno. Bisogna partire dalle piccole cose per cambiare quelle grandi e io ho capito che ognuno può fare la propria parte. Sembra tanto un'utopia è vero, ma io credo nelle persone. Credo che in ognuno ci sia il bene e il male e bisogna imparare ad apprezzare i pregi e perdonare i difetti. E' anche vero che questo traguardo non è facile da raggiungere, tutti noi siamo in un costante viaggio, ma aprendo i nostri cuori possiamo esserne capaci proprio come il Signore ci ama. Taizé ha sciolto un nodo del mio cuore. Mi ha insegnato che bisogna accettare le sfide, che si può cadere perchè non è facile raggiungere la propria felicità e i propri obbiettivi, ma che ci si può rialzare anche più forti di prima. Il ritorno a Milano non è la fine di un viaggio, ma è l'inizio. Vorrei ringraziare Taizé per molte cose, ma mi sento ora che il miglior modo di dire grazie è sorridere e portare il suo insegnamento nella mia vita di tutti i giorni.