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Vitamina C per il sistema immunitario: serve anche per il caso Covid-19?

L’importanza della Vitamina C per il sistema immunitario: serve anche per il caso Covid-19?
 

Gli esperti non sono concordi sull’efficacia della vitamina C nella lotta al virus, sebbene negarne la funzione significherebbe ignorare buona parte della letteratura scientifica in merito. Il consiglio è sempre e comunque quello di agire secondo coscienza o seguendo i consigli del proprio medico.

Tra le notizie apparse in chat e che hanno fatto il giro del mondo c’è anche quella di un possibile coinvolgimento della vitamina C nel curare e prevenire l’infezione da Coronavirus. E’ falso, si sono affrettati a dire esperti del mondo scientifico. Ma intanto le farmacie sono state prese d’assalto e gli scaffali con la vitamina C si sono svuotati. Ma che cosa c’è di vero in questa “news” che viene ritenuta falsa? Vediamo con l’aiuto di alcuni esperti che adottano la vitamina C e ne promuovono l’utilizzo che cosa c’è alla base di queste dichiarazioni.

Il decreto – L’arma primaria contro il Coronavirus è sicuramente evitarne la diffusione e mettere in pratica le regole suggerite dalla comunità scientifica internazionale e fatte proprie dai governi, come lavarsi le mani, non abbracciarsi, tossire e starnutire in fazzoletti o nella piega del gomito, ma soprattutto attuare l’isolamento generale, stando in casa per evitare il più possibile i contagi. Ma la gente si domanda cosa si può fare per prevenire l’esplosione del coronavirus nel proprio corpo. Sicuramente un sistema immunitario equilibrato potrebbe mettere alla porta Covid 19, come succede anche per altri virus. Perché milioni di persone si ammalano a causa dei virus e altri no? Perché si ammalano più facilmente gli anziani già colpiti da altre malattie croniche rispetto ai giovani adulti e perché i bambini appaiono più forti di fronte ai virus? La risposta non è semplice, ma è evidente che il sistema immunitario, se compromesso come accade negli anziani, favorisce l’attecchimento del virus. E allora come possiamo supportare il nostro sistema immunitario? Come e quali sono le sostanze che possono rafforzarlo? Secondo alcuni medici c’è una parola che tutti conosciamo, vitamina, seguita da una lettera dell’alfabeto, la C, che potrebbe rivelarsi l’arma incredibile nella lotta al virus Covid 19.

Animali immuni – Ce lo spiega nel suo blog il dottor Gino Franco Caletti che ha deciso di illustrare cosa si possa fare per proteggersi dal coronavirus, sulla base degli effetti protettivi della vitamina C descritti dal dr. Andrew Saul e in base alle indicazioni del dottor Bill Sardi, esperto di vitamine, nel cui sito si trova un articolo che riguarda il mondo animale. Così spiega il blog del dottor Caletti: “Mentre gli esseri umani in tutto il mondo si chiedono se la specie umana stia per subire un massiccio abbattimento da parte di un coronavirus inarrestabile e recentemente mutato contro il quale nessuno ha anticorpi (tranne gli individui che sono già stati infettati), un fatto sorprendente è che gli animali, selvaggi o domestici che siano (roditori, pollame, cani, gatti, maiali) ospitano abitualmente questo coronavirus respiratorio ma non sviluppano polmonite né soccombono ad altre infezioni… Esistono prove scientifiche che i mammiferi selvatici mostrano immunità da coronavirus e da virus in generale perché la maggior parte degli animali produce Vitamina C”.

L’integrazione – Poiché i nostri corpi non producono Vitamina C per un deficit enzimatico, ci si deve affidare al cibo che non è mai sufficiente per raggiungere nemmeno la dose consigliata dall’OMS, e quindi si vede necessaria l’integrazione con supplementi di qualità. Sostiene infatti il Dr. Caletti che “l’OMS e gran parte della comunità medica considerano l’Acido ascorbico una mera vitamina da dosare a livelli infinitesimali, necessaria dunque a solo scongiurare l’apparizione dello scorbuto. In realtà la Vitamina C è molto altro, è un bene prezioso che dovrebbe essere utilizzato a scopo terapeutico in mega dosi, ovvero in decine di grammi e nei casi gravi attraverso infusione endovenosa. Il Dott. Klenner negli anni ‘40 guarì 60 casi di poliomelite, ancora oggi ritenuta malattia incurabile, attraverso infusione endovenosa di Vitamina C appunto, ma pare che si voglia ignorare le prove di chi la ha utilizzata, scegliendo di seguire il pensiero di chi preventivamente ne preclude la possibilità di utilizzo in tal senso, senza mai averne sperimentato l’utilizzo e la conseguente efficacia. I casi della storia che provano la funzione terapeutica sono casi in cui i medici, comprovata l’inesorabile morte imminente del paziente, hanno ceduto alle richieste di un ultimo tentativo attraverso infusione endovena di Vitamina C, capovolgendo le sorti del malato moribondo sotto gli occhi increduli degli esperti. Ma a volte la luce crea dolore agli occhi rimasti a lungo nel buio e quindi si preferisce richiuderli”.

La qualità – A questo punto quindi, se la differenza è data dalla dose, è certamente necessario utilizzare una Vitamina C di qualità elevata, assorbibile completamente. “Per ottenere un vero effetto terapeutico – dice il dottor Caletti -, visto che l’assunzione di alimenti che contengono Vitamina C non è sufficiente e oltretutto la grande quantità di zucchero in essi contenuto (frutta), incidendo sulla glicemia, ne vanificherebbe il potenziale effetto terapeutico-preventivo, bisogna optare per un prodotto di alta qualità e alta biodisponibilità, altrimenti la maggior parte dell’acido ascorbico passerà semplicemente attraverso il corpo senza essere assorbito, dando la famosa diarrea da Vitamina C (questo è il caso della stragrande maggioranza dei prodotti a base di Vitamina C ed è il motivo per cui molti non ottengono i benefici delle vitamine che assumono)”. E’ bene, quindi, che ciascuno si affidi al proprio medico per avere le opportune indicazioni. La vitamina C è un elemento molto importante per la funzionalità degli organi e forse presto la scienza medica si accorgerà degli effetti negativi della carenza di vitamina C, così come è accaduto con la vitamina D, oggi dispensata anche al Servizio sanitario pubblico.

Edoardo Stucchi

 


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