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Studenti polacchi in difesa del PRATONE di SAN DONATO MILANESE

La Terra non appartiene all'uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra

Nell’arco dell’ultimo anno abbiamo forse finalmente capito che non siamo noi i padroni di questo Pianeta, che ne siamo una piccola parte fragile e delicata, come lo sono gli alberi, gli animali ed ogni forma naturale che sia parte della vita sulla terra.  Quando si soffre, è più facile accorgersi che, intorno a noi, anche altre forme di vita stiano soffrendo, che bisogna guardarsi intorno per accorgersi che non ci siamo solo noi sulla terra.  Bisogna cambiare prospettiva, cominciare a guardare con altri occhi la natura che ci circonda, che ci nutre e che ci dona ossigeno, non chiedendo nulla in cambio.

La protezione della natura e il ragionamento pro ecologico mi è sempre stato a cuore.
Sono una docente di lingua inglese, nell’Istituto comprensivo dell’istruzione elementare in Polonia, a Breslavia. Ho sempre portato avanti progetti pro ecologici e culturali insieme ai miei alunni, i miei colleghi insegnanti ed i genitori. Quest’anno è stato più difficile per tutti noi, sia come l’organizzazione delle lezioni stesse, sia per portare avanti i vari progetti scolastici (per ovvi motivi, nell’obbligo della didattica a distanza).
In tutta l’ Europa all’improvviso noi insegnanti ci siamo accorti che sia necessario  rimodulare e rinnovare tutte le modalità dell’insegnamento, e ci siamo accorti che le tecnologie telematiche che abbiamo a disposizione sorprendentemente ci sono venute incontro. Questo mi ha fatto venire in mente di creare un progetto interamente telematico.

Nella scuola dove insegno da alcuni anni, viene celebrata la Giornata Internazionale della Terra.  Ogni anno facciamo una bella esposizione dei lavoretti artistici, sottotitolati in inglese, pensati e creati dai ragazzi nei laboratori artistici, sul tema della protezione ambientale. I miei alunni ne sono entusiasti. Quest’anno ho deciso di creare un progetto particolare, in lingua inglese, per festeggiare la Giornata della  erra online.
Ho scelto un tema speciale. La protezione del suolo. Un tema si direbbe poco conosciuto, perciò, prima di iniziare il progetto vero e proprio, insieme alla prof di biologia abbiamo dato inizio di un percorso didattico, sotto forma di una ricerca in inglese, chiedendo agli alunni quale pericolo per l’uomo  potrebbe portare un esagerato consumo di suolo.  Il progetto ha preso nome “Save the Earth’s Soil Project”.
Per capire se i ragazzi conoscessero il significato della nozione di “consumo di suolo” gli ho chiesto di pensare a quello che si trovava nel loro vicinato. Dovevano indicare gli esempi del consumo di suolo e dare le loro testimonianze. Abbiamo cosi scoperto che nei quartieri di Breslavia (circa 700 mila abitanti) molti posti verdi sono stati asfaltati per fare i parcheggi.  Tutti erano d’accordo che gli dispiaceva moltissimo quando invece di un grande posto verde, dove giocavano, si sono trovati di fronte ad un parcheggio asfaltato.

Durante le presentazioni multimediali da me create, gli studenti  di 6E e 7D (in Polonia la scuola elementare dura 8 anni) hanno potuto conoscere la storia della difesa di un piccolo luogo verde del nord Italia, vicino a Milano, nel comune di San Donato, chiamato “il Pratone”.
Hanno scoperto che ci sono persone di un’organizzazione ambientale chiamata RecSando, che si battono da anni per lasciare intatti e proteggere gli spazi verdi incontaminati della città, e che lavorano continuamente per frenare il consumo di suolo. I miei studenti hanno subito chiesto cosa sarebbe stato costruito in quel luogo verde, e quando hanno scoperto che ci sarebbero state più case lì e che il luogo sarebbe stato completamente cementato, sono rimasti sorpresi , domandando se  non c’erano altri posti dove costruire. Esatto, ho pensato, ma non potevo rispondere a quella domanda, poiché la questione era irrisolta.

Abbiamo deciso perciò, che il nostro progetto avrebbe sostenuto i difensori delle aree verdi di questa piccola organizzazione

Il progetto voleva dare una nostra voce per poter contribuire nel lavoro di salvare almeno quella piccola parte di terra dall’essere annullata sotto il peso del cemento. Il nostro progetto mirava a trasmettere le idee ecologiche e sensibilizzare tutti quelli che ne erano coinvolti, attirando l’attenzione verso la comprensione dei problemi legati alle azioni pro ambientali. Così attraverso tutte le azioni  previste nel progetto i ragazzi hanno potuto acquistare e sviluppare le competenze necessarie per comprendere le questioni ecologiche, per poter in futuro salvaguardare l’ambiente e prima di tutto saperne parlare

“Se sento -dimentico, se vedo – ricordo, se faccio – capisco”.  Si tratta di un vecchio proverbio che costituisce un metodo istruttivo sempre funzionante.

Dopo aver ascoltato le mie presentazioni audiovisive, i ragazzi hanno deciso di creare le opere artistiche che sviluppavano gli slogan ambientalistici legati a limitare il consumo di suolo. Ognuno poteva scegliere la tecnica e la modalità che descriveva al meglio lo slogan scelto. Alcuni hanno optato per il programma insegnativo nel computer, altri hanno impugnato le matite, i pennelli e il nastro adesivo e si sono espressi a mano libera. Ogni opera artistica doveva includere una frase nella lingua inglese che rappresentasse un pensiero pro ecologico. Il risultato tangibile  da noi ottenuto si racchiudeva in una presentazione spontanea dei lavori sullo schermo  del mio computer in un  programma scolastico di DAD. Le attività, che hanno portato al risultato desiderato, si sono svolte per alcune settimane, sia durante le lezioni, sia sotto forma di compiti da svolgere a casa. 
La parte più impegnativa era una presentazione  degli elaborati attraverso le webcam degli alunni sullo schermo. Difficoltà tecniche permettendo, siamo riusciti nell’intento, e ci è stato anche un grande applauso da parte dei ragazzi che hanno visto il loro lavoro. Abbiamo visto che, realizzandosi artisticamente e lavorando insieme si possono ottenere risultati grandiosi

I miei alunni hanno imparato molte nuove idee durante il progetto, si sono posti domande difficili, hanno scoperto che ci sono sempre più spazi verdi in città, come prati oppure parchi, che necessitano della protezione e sui quali non si dovrebbe costruire nulla, perché formano i cosiddetti “polmoni della città”. Ci siamo detti alla fine che ovunque ci possa essere un “il Pratone” da proteggere, dobbiamo solo prendere coscienza di quanto ne abbiamo bisogno.

Ania , Docente di lingua inglese  nell’ Istituto Comprensivo nr20, Wroclaw, Polonia

Traduzione in lingua originale

Ziemia nie należy do człowieka,

to człowiek należy do Ziemi

(Przysłowie indiańskie)

W ciągu ostatniego roku być może w końcu zrozumieliśmy, że nie jesteśmy panami tej planety, że jesteśmy jej małą kruchą i delikatną częścią, podobnie jak drzewa, zwierzęta i każda naturalna forma  życia na Ziemi. Kiedy cierpimy, łatwiej jest zdać sobie sprawę, że wokół nas cierpią również inne istoty, dopiero musimy się rozejrzeć, aby zdać sobie sprawę, e nie jestesmy sami na ziemi. Musimy zmienić perspektywę i zacząć patrzeć na otaczającą nas przyrodę innymi oczami, jako na te ,która nas żywi i użycza tlenu, nie prosząc o nic w zamian.

Ochrona przyrody i myslenie proekologiczawsze były mi bliskie.

Jestem nauczycielem języka angielskiego w  Zespole Szkol Podstawowych we Wrocławiu. Od zawsze wspólnie z moimi podopiecznymi, innymi nauczycielami i rodzicami realizowałam projekty proekologiczne i kulturowe. Ten rok był dla nas wszystkich trudniejszy, zarówno pod względem samodzielnej organizacji lekcji, jak i realizacji różnych projektów szkolnych (majac z oczywistych względów obowiązek uczenia na odległość).

W całej Europie nagle my, nauczyciele, zdaliśmy sobie sprawę, że konieczne jest przemodelowanie i odnowienie wszystkich metod nauczania i  zrozumielismy, że technologie telematyczne, które mamy do dyspozycji, niespodziewanie mogą nam pomoc. To sprawiło, że pomyślałam o stworzeniu całkowicie innowacyjnego  projektu .

W szkole, w której od kilku lat uczę, obchodzony jest Międzynarodowy Dzień Ziemi. Co roku robimy piękną wystawę prac artystycznych na temat ochrony środowiska, z napisami w języku angielskim, zaprojektowana i wykonana przez dzieci na warsztatach artystycznych.  Moi uczniowie zawsze są do tego  entuzjastycznie nastawieni. W tym roku postanowilam stworzyć specjalny projekt w języku angielskim, aby uczcić Dzień Ziemi  online.

Wybrałam specjalny temat projektu. Ochrona gleby. Temat wydaje się mało znany, dlatego przed przystąpieniem do właściwego projektu rozpoczęliśmy wraz z nauczycielem biologii ścieżkę dydaktyczną w postaci badań w języku angielskim, pytając uczniów, jakim niebezpieczeństwem dla ludzi jest przesadna konsumpcja, czyli zużycie ziemi .. Projekt przyjął nazwę „Save the Earth’s Soil Project”.

Aby zrozumieć, czy dzieci znają znaczenie pojęcia „zuzycie ziemi”, poprosiłam je, aby zastanowili się, co jest w ich sąsiedztwie. Musieli wskazać przykłady nieprawidowego  zużytkowania ziemi i opowiedziec o tym problemie. W ten sposób odkryliśmy, że w dzielnicach Wrocławia (ok. 700 tys. Mieszkańców) wyasfaltowano wiele zielonych miejsc  zamieniajac je na parkingi. Wszyscy zgodzili się, że jest  im przykro, gdy zamiast dużego zielonego miejsca, na którym się bawili, nagle wyrasta asfaltowy mparking .

Podczas przygotowanych przeze mnie prezentacji multimedialnych uczniowie klas 6E i 7D (w Polsce szkoła podstawowa trwa 8 lat) mogli zapoznać się z historią ochrony przed zniszczeniem małego zielonego miejsca w północnych Włoszech, niedaleko Mediolanu, w gminie San. Donato, zwanym „il Pratone” – wielkim trawnikiem.

Moi uczniowie w ten sposob odkryli, że istnieja ludzie z organizacji ekologicznej RecSanDo, którzy od lat walczą o niezagospodarowywanie i ochronę naturalnych terenów zielonych miasta i którzy nieustannie pracują nad ograniczeniem użytkowania gruntów. Dzieci od razu zapytay, co zostanie zbudowane w tym zielonym miejscu, a kiedy odkryli, że będzie tam więcej domów i że to miejsce będzie całkowicie zabetonowane, byli zaskoczeni, pytając, czy nie ma innych miejsc do budowy. Zgadza się, pomyślałam, ale nie mogłam odpowiedzieć na to pytanie, ponieważ  kwestia nie jest jesszcze rozwiązana.

Dlatego zdecydowaliśmy, że nasz projekt wesprze zwolenników ochrony terenów zielonych  z tej małej organizacji ekologicznej . Chcielismy aby projekt był naszym wkładem w dzieło uratowania przynajmniej tej niewielkiej części gruntu przed zniszczeniem pod ciężarem betonu.

Nasz projekt miał na celu przekazanie idei ekologicznych i podniesienie świadomości wszystkich zaangażowanych, zwracając uwagę na zrozumienie problemów związanych z działaniami prośrodowiskowymi. Dzięki wszystkim działaniom przewidzianym w projekcie, dzieci mogły zdobyć i rozwinąć umiejętności niezbędne do zrozumienia zagadnień ekologicznych i ochrony środowiska w przyszłości, a przede wszystkim umiejętności mówienia o tych kwestiach.

„Co slyszę zapominam ,co  widzę – pamiętam, co  robię rozumiem”. To stare przysłowie jest wciąż działającą metodą edukacyjną.

Po wysłuchaniu moich prezentacji audiowizualnych  uczniowie zdecydowali się stworzyć prace artystyczne, które wykorzystywaly hasła ekologiczne związane z ograniczaniem użytkowania ziemi. Każdy mógł wybrać technikę i sposob , który najlepiej opisywałby wybrane hasło. Niektórzy zdecydowali się na program  komputerowy , inni chwycili ołówki, pędzle i klej  i dzialali odręcznie. Każde dzieło sztuki musiało zawierać zdanie w języku angielskim reprezentujące myśl proekologiczną. Namacalny efekt, jaki uzyskaliśmy, zawarty był w spontanicznej prezentacji prac na ekranie mojego komputera, w programie oferowanym przez szkołę.  Aby prace przyniosły pożądany efekt,musialy trwać  kilka tygodni, zarówno na zajęciach, jak iw formie zadan domowych.

Najtrudniejszą częścią była prezentacja dzieł plasycznych za pośrednictwem kamer internetowych .  Zgrabnie omijając trudności techniczne, udało się nam osiagnąć zamierzony efekt,  czego dowodem były gromkie brawa ze strony moich uczniów,  podziwiajacych własną ich  pracę na ekranie. Widzieliśmy, że realizując się artystycznie i pracując razem, można osiągnąć wspaniałe rezultaty.

Moi podopieczni nauczyli się wielu nowych sposobow mysleniapodczas projektu, zadawali sobie trudne pytania, odkryli, że w mieście jest coraz więcej terenów zielonych, takich jak trawniki czy parki, które wymagają ochrony i na których nie powinno się niczego budować, bo tworzą tak zwane „płuca miasta”. Na koniec powiedzieliśmy sobie, że „il Pratone”  -zielony teren do ochrony, moze stnieć  wszędzie  , po prostu musimy sobie uświadomić, jak bardzo go potrzebujemy.

Ania, Nauczyciel języka angielskiego w Zespole Szkół nr 20 we Wrocławiu

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