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Sicurezza e degrado urbano: L’Associazione Culturale Orizzonte A.P.S. lancia un appello per affrontare il problema con uno sguardo più ampio

Finimondo di notte in via Bramante, quartiere Serenella, San Giuliano Milanese!
Il recente dibattito in Consiglio Comunale ha riportato al centro dell’attenzione il tema della vivibilità di uno dei quartieri periferici della città, spesso descritto con toni drammatici, quasi fosse un luogo senza speranza. Ma è davvero così? È diventato davvero così difficile vivere “di qua della ferrovia” e “di là del Redefossi”, quel canale oggi in gran parte tombinato che una volta segnava un confine naturale?
Secondo l’Associazione Culturale Orizzonte A.P.S., prima di cedere a narrazioni catastrofiste, è necessario comprendere l’entità e la natura del fenomeno. “Chi sarebbero i responsabili del presunto finimondo?” si chiedono i rappresentanti dell’associazione. “Si parla genericamente di giovani, stranieri, adulti… Ma quanti sono? Cosa fanno esattamente? In quali aree si concentrano i disagi?”
Per l’associazione è prioritario definire con chiarezza gli aspetti salienti del degrado urbano, evitando di ricorrere a semplificazioni che rischiano di alimentare paura e stereotipi. Allo stesso tempo, Orizzonte propone un approccio strategico che non si limiti alla sola repressione, ma che preveda un’analisi profonda delle cause del disagio sociale.
Già in passato, la stessa associazione aveva avanzato una proposta concreta: l’istituzione di due figure di mediatori socio-culturali, una dedicata alla comunità araba e una alla comunità latinoamericana. Professionisti in grado di agire come ponte tra le comunità locali e l’Amministrazione Comunale, facilitando il dialogo e prevenendo l’isolamento culturale e sociale.
La visione dell’associazione non si ferma alla gestione del disagio, ma si apre alla trasformazione degli spazi pubblici marginalizzati: “Occorre trasformare i luoghi dell’abbandono e dello spaccio in spazi vivi, destinati a eventi culturali, musica, socialità e intrattenimento. Solo restituendo dignità e funzione sociale a queste aree, potremo realmente contrastare il degrado”.
Non si tratta solo di ordine pubblico, ma di una sfida collettiva che coinvolge cittadini, istituzioni, associazioni e forze dell’ordine. “Per questo – concludono da Orizzonte – non lasceremo soli né gli abitanti del quartiere né l’Amministrazione Comunale. La sicurezza va affrontata da più angolazioni: prevenire, reprimere quando necessario, ma soprattutto agire sulle radici del disagio, seminando relazioni, convivenza e nuovi modelli di cittadinanza attiva”.
Redazione RecSando

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