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Enrico Mattei, il sogno di una città giardino per chi costruiva il futuro
San Donato Milanese, 27 ottobre 2025 — Ogni anno, il ricordo di Enrico Mattei torna a illuminare la città che più di ogni altra ne porta l’impronta. Non solo nelle pietre e nei viali del centro direzionale, ma nello spirito di una comunità nata dal suo progetto visionario: costruire non semplicemente un’azienda, ma un villaggio umano, un luogo in cui lavoro, dignità e benessere convivessero in equilibrio con la natura.
La giornata di commemorazione si è aperta, come da tradizione, con la Messa in suffragio nella chiesa di Santa Barbara, patrona dei lavoratori del petrolio. La presenza viva e curiosa degli alunni della scuola Maria Ausiliatrice ha dato il segno più concreto della continuità del ricordo: un ponte tra generazioni, fra chi ha conosciuto Mattei e chi oggi eredita, spesso senza saperlo, il paesaggio urbano e sociale che lui sognò.
Dopo la funzione religiosa, il corteo istituzionale ha raggiunto il busto di Mattei davanti al Primo Palazzo Uffici ENI, cuore simbolico della città. Qui si è svolto il momento di raccoglimento, accompagnato dagli interventi delle autorità civili e religiose, che hanno ricordato Mattei come uomo del progresso, costruttore di visioni e difensore della dignità del lavoro.
Ma San Donato Milanese non ricorda solo il fondatore dell’ENI. Ricorda l’architetto di un’idea sociale, di un modo diverso di concepire la città. Mattei non voleva quartieri dormitorio, ma un luogo di vita: con case immerse nel verde, scuole, spazi di incontro, percorsi pedonali e aree sportive, pensati per i dipendenti e le loro famiglie.
Il suo sogno — quello di un villaggio moderno, solidale e sostenibile — anticipava di decenni il concetto di città-giardino e le attuali riflessioni sulla sostenibilità urbana.
In un tempo in cui il lavoro spesso isolava, Mattei progettava comunità. Dove oggi vediamo palazzi e vie, lui aveva immaginato relazioni, servizi, qualità della vita.
Un’eredità oltre la storia
Il 27 ottobre 1962, il destino interruppe quel sogno nei cieli di Bascapè, nel Pavese. L’aereo su cui viaggiava Enrico Mattei precipitò al rientro da Catania, insieme al pilota Irnerio Bertuzzi e al giornalista americano William McHale.
Per molti anni la vicenda rimase avvolta nel mistero. Solo decenni dopo, nuove indagini rivelarono la presenza di tracce di esplosivo sui resti del velivolo, restituendo alla memoria collettiva l’immagine di una morte non casuale, ma legata ai conflitti che Mattei aveva osato affrontare: quelli con le grandi compagnie petrolifere internazionali, le cosiddette “Sette Sorelle”, e con un sistema economico che mal sopportava la sua idea di indipendenza energetica per l’Italia.
Quel destino spezzato non fermò però la sua visione.
Oggi San Donato Milanese continua a custodire l’eredità di Mattei come cittadino onorario e fondatore di un modello di sviluppo che univa industria, etica e territorio.
La città stessa, con i suoi spazi verdi, i percorsi pedonali e i quartieri pensati per la vita comunitaria, resta il monumento più vivo al suo pensiero.
Nel silenzio che accompagna ogni anno il momento del ricordo, il messaggio di Enrico Mattei resta chiaro:
la città non è solo un insieme di edifici, ma un ecosistema umano.
Un luogo dove il progresso cammina accanto al rispetto dell’ambiente, e dove l’impresa si misura nella capacità di prendersi cura delle persone.
A oltre sessant’anni dalla sua scomparsa, San Donato Milanese continua a respirare la sua visione: quella di un futuro costruito insieme, con lo sguardo rivolto al bene comune.
Chi era Enrico Mattei
Imprenditore, partigiano e fondatore dell’ENI, Enrico Mattei (1906–1962) trasformò l’Italia del dopoguerra in un Paese protagonista della scena energetica mondiale. Credeva in un’economia al servizio dell’uomo e in un modello industriale che integrasse lavoro, comunità e territorio.
A San Donato Milanese realizzò il cuore pulsante di quella visione, immaginando una città giardino moderna e solidale, costruita intorno alla dignità del lavoro e alla bellezza del vivere insieme.
Flavio Mantovani – N>O>I – Network Organizzazione Innovazione
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