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Energia pulita dal sottosuolo

Geotermia profonda, inizia la Caccia Grossa all’energia del sottosuolo

Per adesso Enel Green Power ha dovuto sviluppare i suoi progetti di cattura del calore nel profondo sottosuolo negli Stati Uniti. E in Italia?
 
08/06/2016 di  cristina bellon
 

Dove trovare energia infinita, pulita, a basso costo? Se vogliamo parlare seriamente di nuove possibilità per il futuro dell’energia, cominciamo a pensare sotto i nostri piedi. “La Terra è una palla calda dentro” spiega l’astrofisico Giovanni Bignami “l’interno del nostro pianeta è alla temperatura di molte migliaia di gradi, a causa del calore originale del sistema solare e del decadimento radioattivo di elementi pesanti, come uranio e torio, abbondanti vicino al centro”. Il sogno è di catturare un po’di questo calore e usarlo per creare energia pulita. 

 

La caccia è iniziata con entusiasmo. Lo conferma il decimo Rapporto Globale delle Nazioni Unite sugli investimenti in energie rinnovabili. Proprio nel 2015 si è registrato un incremento delle rinnovabili rispetto ai combustibili fossili. Ma c’è di più: il rapporto spiega che l’aumento complessivo degli investimenti è avvenuto soprattutto grazie alle scelte di nazioni in via di sviluppo, come la Cina, che ha investito 103 miliardi di dollari, pari 36% del totale mondiale.  

“Il nostro Gruppo” dice Ernesto Ciorra, responsabile Innovazione e Sostenibilità ENEL “è leader mondiale nella geotermia e continua ad ottenere importanti risultati, da Larderello a Stillwater, pluripremiato impianto ibrido in Nevada, grazie a soluzioni innovative che i nostri tecnici con esperienza pluriennale continuano ad applicare.” Enel Green Power ha fatto un eccellente lavoro in Toscana, a Larderello, sfruttando, per ora, l’acqua termale che si trova a modeste profondità: 34 impianti producono il 26% del fabbisogno regionale annuo. Ma per fare geotermia profonda, EGP è stata costretta ad attraversare l’oceano, alla ricerca di luoghi deserti, in Nevada, Utah e Cile, amministrati da politici che meglio comprendono i vantaggi di un settore innovativo, ad alto tasso di crescita e di occupazione. 

 

In Europa è già iniziato il cammino verso il sogno. Il primo impianto di geotermia profonda operativo è stato costruito, vent’anni fa, a Soultz-sous-Fôrets, in Alsazia. Anche Enel Green Power ha preso parte al progetto, ma solo come membro del comitato scientifico e, tra il 2000 e il 2005, come contractor per la perforazione dei pozzi. Qui, infatti, sono stati scavati quattro buchi profondi dai 3600 ai 5000 metri. Si immette dell’acqua che poi viene restituita alla superficie sotto forma di vapore. Il vapore attiva una turbina che genera elettricità da distribuire in rete. Un progetto ambizioso ed elementare. L’impianto è costato 80 milioni di euro, spalmati in un ventennio: 25 milioni da Francia, 25 da Germania e 30 dall’Unione Europea. “Ma, al momento” continua Ciorra, “la tecnologia alla base del progetto non è ritenuta sufficientemente matura per uno sviluppo industriale e quindi non rientra tra le nostre priorità.” 

La geotermia può essere il futuro per il pianeta, in un momento in cui abbiamo capito che bruciare carbone, metano e petrolio ruba ossigeno all’umanità. Un errore che ha un prezzo alto da pagare, visto che i composti del carbonio generati dalla combustione rimangono nell’aria per più di cento anni. Tuttavia, in Italia, l’impresa di costruire centrali di geotermia (profonda o no) è ancora ostacolata da una politica spesso poco lungimirante, attratta dal profitto immediato, soprattutto ora che il prezzo del greggio è notevolmente sceso. 

 

E per il futuro? “Abbiamo avviato un nuovo progetto in Germania” conclude Ciorra “e stiamo valutando ulteriori opportunità di business in Indonesia, America Latina e Africa. L’innovazione gioca sempre più un ruolo fondamentale nel massimizzare il rendimento degli impianti. Continueremo a realizzare impianti ibridi che associano alla risorsa geotermica altre fonti rinnovabili e ad investire nella ricerca, orientata alla realizzazione di impianti non convenzionali che sfruttino risorse supercritiche o a bassa temperatura.” 

 

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