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E’ tempo di aiutare la vita


È tempo di aiutare la vita

La scienza dice che il nostro corpo è costituito per il 60% di acqua. Shakespeare dice che siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni; e il mondo, a parer mio, può essere reso un sogno bellissimo (non un incubo come in molti vogliono farci credere).
Qualche anno fa, sopra la porta di camera mia, ho appeso un quadro raffigurante un cardiochirurgo al cui fianco c’è un uomo che gli appoggia una mano sulla spalla. Quest’uomo altri non è che Dio (Dio, Allah, Zeus, chi volete e chi credete…).
Lo appesi perché mi rinnovasse ogni giorno la certezza che i miracoli esistono davvero; non è una questione di religione né di filosofia… è semplicemente un dato di fatto.
Non sto dicendo questo perché sono al mondo grazie a un uomo che mi ha salvato la vita, lo dico perché mi sono bastate 53 diapositive proiettate su uno schermo bianco e presentate da due voci differenti per convincermi di questa cosa.
Ora vi racconto…
Giovedì 29 novembre 2018, presso l’Abbazia di Mirasole, si è tenuta la Cena di Gala Cuore&Sogni organizzata dall’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo.
Prima dell’inizio vero e proprio della cena (servita dagli studenti e dai docenti della Galdus Formazione che hanno pensato, realizzato e servito il menù della serata) i professori Silvia Cirri e Alessandro Frigiola hanno riassunto in pochi minuti tutto ciò che l’associazione fondata da loro nel 1993 ha realizzato.
Non sono qui per farvi una relazione “scolastica” e “schematica” di quanto presentato (per fare questo, mi basterebbe mandare via mail la presentazione e far vedere a voi il tutto), voglio -invece- accompagnarvi per mano attraverso le emozioni che hanno travolto e stravolto (in senso positivo, intendetemi…) i presenti di quella sera.
Sapete qual è il numero di bambini con cardiopatie congenite nel mondo in attesa di intervento? Sei milioni… e il numero di bambini cardiopatici che nascono ogni anno? Due milioni… il numero di bambini senza speranza di vita, invece, è di un milione e mezzo.
Queste cifre, che avrei preferito non riportare se soltanto non le ritenessi eclatanti, vengono combattute sin dal 1993 da équipe di cardiochirurghi che hanno il sogno di salvare la vita a tutti questi bambini.
Il primo intervento dell’Associazione risale a quel lontano 1993 che vi ho riportato prima e si è tenuto al Cairo, in Egitto.
Da questa missione ne sono partite altre 435 in ben ventisette Paesi del Mondo appartenenti a Centro e Sud America, Europa, Asia e Africa.
Adesso vi prego di visualizzare mentalmente un qualsiasi planisfero che possa aiutarvi a farvi un’idea della vastità di questo progetto.
Ci riuscite? Se vi è venuta la pelle d’oca non preoccupatevi, vi garantisco che è normale…
L’Associazione, intanto, cresce.
Si arriva ad avere, con la collaborazione dell’IRCCS Policlinico San Donato,ben 339 borsisti provenienti da ben ventun Paesi, e i fondatori danno vita ai primi centri di cardiochirurgia pediatrica dell’Africa e del Medio Oriente: nel 2009 a Shisong e nel 2011 a Damasco.
Ma non ci si ferma qui!
Quando interviene il professor Frigiola (tutte le cose dette prima ci sono state riferite dalla professoressa Cirri) veniamo a conoscenza dei progetti di Bambini Cardiopatici nel Mondo
Il primo è il “Progetto Romania”, che prende vita nell’ospedale pediatrico Marie Curie di Bucarest, dove attualmente il centro opera circa 100 congeniti all’anno (con una mortalità di circa 3,7%) ed effettua 70/80 procedure interventistiche.
Il secondo progetto è il “Progetto Egitto”, dove si prevedono quattro sedi di ambulatori periferici e due centri di formazione. In questo progetto sono coinvolte cinque università: Cairo University, Ain Shams University, Tanta University, Mansura University e Minia University. Il progetto è ancora in corso e durerà tre anni, durante i quali verranno formati circa venti medici e operati un centinaio di bambini e valutati più di duecento pazienti nelle varie cliniche.
Ho riportato questi due progetti per fornirvi un esempio di quelle che sono le intenzioni dell’associazione.
Infatti ci sono altri piani come questi: il “Progetto Nigeria”, il “Progetto Marocco a Casablanca” e il “Progetto Senegal” sostenuto dai partner CHU Hospital FANN, Chaine de l’Espoir, European Heart for Children e IRCCS Policlinico San Donato (il centro ospedaliero da cui tutto ha avuto inizio…).
Bene, vi ho riportato dati, date, sedi, progetti e accenni di statistiche.
Ora tocca a voi immagazzinare tutte queste informazioni e, una volta fatte vostre, “umanizzarle” in vite salvatee in vite che possono salvare.
E le vite che possono salvare (economicamente e umanamente) siamo anche noi che non siamo cardiochirurghi ma possiamo fare del bene in ogni situazione e pensare ogni tanto alla guerra che ogni giorno milioni di bambini combattono non contro Paesi nemici o sovrani spregiudicati, ma contro la più crudele delle forze oscure: la Morte.
E tenete a mente una delle frasi più belle del Talmud: Chi salva una vita salva il mondo intero.

Redazione RecSando – Federica Perdoncin


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