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Chi salverà l’Europa?

Risposta: la Cultura!

La cultura umanistica, quella che ci dà gli strumenti per capire gli altri e vivere insieme.

Questo è il cuore dell’interessante conferenza che, il 2 aprile scorso, il prof. Giorgio Del Zanna* ha regalato al Decanato S.Donato-S.Giuliano, su impulso della Diocesi di Milano, in vista delle Elezioni Europee del 26 maggio.

Il titolo “Paure e potenzialità del dialogo tra gli europei” parla già da sé… Noi ci sentiamo europei (come rivelato anche dal sondaggio online proposto, a inizio serata, dai giovani organizzatori dell’incontro), ma è evidente una certa freddezza nei confronti dell’Europa, che non è più percepita come una Comunità, quale era pensata dai fondatori: si è sciolto, infatti, in questi anni, il concetto di Comunità Europea perché si è sciolto il concetto di “corpi collettivi”, colpevole la globalizzazione sregolata che, dagli anni ’70 in poi – racconta il Professore – ha avuto la tendenza a sottolineare l’importanza del Mercato sugli Stati e dell’individuo-consumatore sulla società, che si è fatta “liquida”, per dirla con Bauman, dove è sempre più difficile dire “noi”. Da qui l’imperare dell’individualismo, accompagnato dal sovranismo, che impedisce, appunto, delle forme aggregative o consente solo quelle che si pongono “contro”.
E’ così che l’io, al contrario del noi, fa esperienza di un vuoto che è colmato solo dalla paura, madre di quell’odio che riempie i talk show, i social e non solo.
Inoltre, spiega il Prof. Del Zanna, si pensa che la sovranità sia sinonimo di indipendenza, ma non è così: nel quadro globale, le dinamiche sono sovranazionali ed è questo che garantisce la sovranità degli Stati, perché nel mondo conta più l’Unione Europa del singolo Stato.
Insomma, il nostro continente non è più il fulcro del mondo e gli europei si sono un po’ intiepiditi, ma l’Europa resta sempre – conclude il Prof. – “il pezzo di mondo migliore”: chi viene qui sa di trovare democrazia, pace, diritti, salute, cultura, persino benessere, anche se la povertà non riguarda pochi…
In sostanza, la nostra Europa dipende da noi, da quanto ci facciamo coinvolgere dall’altro, nel tentativo di capirlo e conoscerlo, per cui è importante leggere, confrontarsi, ragionare insieme. Un approccio, dunque, umanistico, umano, che è anche cristiano.
E’ questa la Storia che i cittadini Europei sono chiamati a costruire, in primis i giovani, che tanto possono ricevere dall’Europa e alla quale tanto hanno da donare. Come? “Pensandosi europei, pensandosi insieme!”

Il prossimo appuntamento è per il 7 maggio, presso l’oratorio di Zivido, con il prof. Mauro Magatti che ci parlerà di “Unione Europea: tra Burocrazia e difesa dei diritti”.

Per Recsando Cristina Vitali

* Professore associato di Storia Contemporanea e Storia dell’Europa Orientale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 


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