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Notizie dal mondo

Coronavirus: intervistiamo il Dott. Collivadino Paolo, Ortopedico, Medico Chirurgo

Il valore aggiunto dell’informazione di NOI – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

INTERVISTA AL DOTT. COLLIVADINO PAOLO, ORTOPEDICO, MEDICO CHIRURGO

DOMANDA:

1 ) Buongiorno Dott. Collivadino, partiamo da un dato sicuramente positivo e questo può essere detto senza fare alcun test: c’è un imprenditore in provincia di Milano, più precisamente a Tribiano, di nome Paolo Ferraresi, che ha deciso spontaneamente di sottoporre a test rispetto al Covid-19 i dipendenti della propria azienda, la Niinivirta Trasporti SPA, e per fare ciò ha chiesto il suo aiuto. Lei è un medico ortopedico operante ormai già da più di 20 anni, legato anche alla città di San Donato Milanese in quanto ha anche lavorato presso il nostro ospedale sino al febbraio scorso, e che possiamo dire a buon diritto, abituato a interventi talmente specifici tale da essere annoverato in un ristretto numero di chirurghi. Cosa l’ha spinta a reinventarsi relativamente a questa innovativa metodologia di screening?

RISPOSTA:

Esattamente. Davvero una bella iniziativa. Soprattutto utile, perchè queste ultime settimane ci stanno facendo sempre più capire che, oltre al lockdown e al ferreo regime da seguire, vale a dire quello che giustamente ci impone di restare a casa attuando una fondamentale rarefazione sociale, si sta facendo scorrere il tempo senza una chiara visione su quale metodologia di campionamento adottare. Sono chirurgo ortopedico da ormai oltre 20 anni e da un giorno all’altro ho dovuto sospendere la mia attività per dare seguito ai divieti giustamente imposti dalle autorità politiche e sanitarie. Ecco allora che, assieme alla mia équipe, ho pensato a un modo alternativo di rendermi utile. Un qualcosa che sto notando avere successo e che sicuramente mi spingerà a riflettere circa degli interventi implementativi per allargare la schiera di chi, assieme a me, sta portando avanti questo intervento volontario di screening sul territorio.

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Il Rotary Club Milano Borromeo Brivio Sforza dona 5000 mascherine alla Croce Bianca


Il Rotary è un associazione mondiale di imprenditori e professionisti, di entrambi i sessi, che prestano servizio umanitario, che incoraggiano il rispetto di elevati principi etici nell’esercizio di ogni professione e che si impegnano a costruire un mondo di amicizia e di pace. Il Rotary Club Milano Borromeo Brivio Sforza, fondato nel 1990, fa parte del Distretto Metropolitano Milano 2041 del Rotary International. Presta la sua opera nei territori comunali di San Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Melegnano e Peschiera Borromeo.
In questo periodo, in coordinazione con il Distretto Rotary 2041 ha consegnato 5000 mascherine chirurgiche alla Croce Bianca di San Giuliano Milanese e alla Croce Bianca di Melegnano.

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Coronavirus: Intervistiamo il Prof Giorgio Alleva, economista e statistico italiano

Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare.
Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

INTERVISTA AL PROF. GIORGIO ALLEVA, Professore ordinario di Statistica Dipartimento di Metodi e modelli per l’economia, il territorio e la finanza (MEMOTEF) Facoltà di Economia, Università Sapienza di Roma

DOMANDA:

1 ) Prof. Alleva, Lei è stato Presidente dell’ISTAT tra il 2014 e il 2018 e, assieme a un altro presidente Istat, vale a dire il Prof. Alberto Zuliani, unitamente ad altri tre colleghi (Giuseppe Arbia, Piero Falorsi e Guido Pellegrini), ha recentemente avanzato la proposta, recapitata all’indirizzo del ministro Roberto Speranza e a quelli di Walter Ricciardi, il rappresentante italiano presso l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità,  e Silvio Brusaferro, l’attuale presidente dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità, di procedere a testare con il tampone un vero campione statistico, che comprenda sintomatici e asintomatici.
L’obiettivo dichiarato è quello di uscire dal grande marasma dei numeri forniti ogni giorno dalla Protezione Civile o dalle Regioni e sempre più vagamente indicativi, anzi addirittura ritenuti ormai quasi una mera fotografia di una imprecisata «punta dell’iceberg».
Ciò detto, Prof. Alleva potrebbe meglio chiarirci in tale ottica il senso profondo del Vostro agire di statistici e la Vostra ferma convinzione che occorra ormai improcrastinabilmente stimare con precisione i principali parametri epidemiologici dell’epidemia di coronavirus in corso, sia per prevedere l’evoluzione del contagio che per suggerire scelte concrete alle autorità sanitarie ?

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Luis Sepúlveda …Vola solo chi osa farlo (04/10/1949- 16/04/2020)

Luis Sepulveda è morto. A dare la notizia il quotidiano spagnolo El Paìs. Lo scrittore cileno, nato il 4 ottobre 1949, nella città cilena di Ovalle, è deceduto a causa del coronavirus.
La notizia sta facendo il giro del mondo, come un’onda, un tam tam di notizie che rieccheggiano sui social, nelle chat, stralci dei suoi racconti e del suo pensiero sta contagiando tutto il world wide web.
L’autore de “La gabbianella e il gatto”, di cui nelle settimane scorse si era tornato a parlare proprio a causa del fatto che aveva contratto il virus e sviluppato il Covid-19, con tanto di fake news circolate sulla possibilità che si trovasse in coma, non ce l’ha fatta.

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Se Gianni Rodari fosse ancora vivo, cosa racconterebbe di questo Coronavirus ?


 

Sono già passati 40 anni.

Gianni Rodari moriva a Roma il 14 aprile del 1980, pochi giorni dopo il suo ricovero per un intervento alla gamba sinistra a causa di un’occlusione di una vena, avvenuto il 10 Aprile.

Un’operazione che sembrava banale, si rileva invece più difficile del previsto, i medici si accorgono che Gianni Rodari presenta un grosso aneurisma, l’intervento dura circa sette ore e sopraggiunge un collasso cardiocircolatorio. Muore così uno tra i più grandi scrittori e intellettuali della nostra storia, all’età di 59 anni. Gianni Rodari, all’anagrafe Giovanni Rodari nasce a Omegna, sul lago d’Orta il 23 ottobre 1920, è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e tradotto in molte lingue.

All’età di 16 anni nel periodo Maggio 1936 — Dicembre 1936, sul Settimanale “Azione Giovanile”, il settimanale associativo dell’Azione Cattolica di Milano, pubblica otto racconti. Durante la seconda guerra mondiale fu esonerato dal servizio militare a causa della sua salute cagionevole e vinse un concorso come maestro per insegnare come supplente nelle scuole di Uboldo ( Varese ). Dal giugno 1946 al Marzo 1947, assume la direzione del periodico di impronta politica “ Ordine Nuovo”  e collabora con il Corriere Prealpino di Varese pubblicando numerosi racconti sia a proprio nome, sia utilizzando degli pseudonimi.

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Coronavirus: Intervistiamo il Sindaco di Alzano Lombardo, Camillo Bertocchi

Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

INTERVISTIAMO IL SINDACO DI ALZANO LOMBARDO, CAMILLO BERTOCCHI

 

1) Buongiorno  Sindaco Bertocchi, un domani, quando volgeremo la nostra testa e la nostra attenzione al passato e potremo ripensare a tutto ciò che è successo dal 23 febbraio 2020 in poi, oltre all’immenso senso di vuoto che porteremo per sempre dentro di noi, la prima domanda che sempre ci accompagnerà sarà rivolta al cercare di capire come mai Codogno divenne subito zona rossa mentre in maniera totalmente opposta nei territori di Alzano Lombardo e Nembro tale specificità Non venne adottata. Lei, che tante volte si è chiesto e ha chiesto a gran voce il perché circa questa non decisione, è riuscito a costruirsi una sua verità, partendo altresì dal fatto che ora sappiamo esserci stato anche un parere scientifico a riguardo, poi non seguito ?

Tra il 4 ed il 7 marzo la zona rossa era data per certa da tutti, visto la presenza dei militari, lo svolgimento dei rilievi per le chiusure, i turni di guardia per i varchi, le conferme avute dalle forze di Polizia e anche noi come amministrazione avevamo predisposto tutti gli atti per gestire la chiusura. Noi sindaci abbiamo vissuto per 4 giorni sospesi nella convinzione che da un momento all’altro si sarebbe chiuso (alle 19 di ogni sera era prevista la chiusura). Avevo chiesto al Prefetto di essere avvisato almeno un attimo prima e mi era stato assicurato che sarei stato convocato prima della chiusura per la definizione dei dettagli. Non sappiamo ad oggi quale sia stato il motivo che ha poi fatto cambiare strategia al Governo e nemmeno sappiamo quale fosse l’estensione di tale zona rossa. Si parla di Nembro e Alzano, ma fin da subito comuni come Villa di Serio, Albino, Pradalunga, Gazzaniga e Zogno (valle Brembana) erano interessati da diversi casi, come pure la stessa città di Bergamo

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Coronavirus: Intervistiamo il Sindaco di Nembro, Dott. Claudio Cancelli

Il valore aggiunto dell’informazione di NOI – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto. Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare. Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

 

INTERVISTA AL SINDACO DI NEMBRO , DOTT. CLAUDIO CANCELLI

 

1 ) Sindaco Cancelli, nel ringraziarLa per aver accettato il nostro invito, le chiederemmo subito di fare un passo indietro. Nembro, pensiamo di essere tra il 3 e il 9 marzo scorso, cosa è successo veramente in quei maledetti giorni ? Quali i perché della mancata istituzione di una zona rossa nella provincia di Bergamo, tra Alzano e Nembro, quando i numeri del contagio (partito dall’ospedale di Alzano da quanto ricostruito finora) erano già maggiori rispetto ad altre zone della Lombardia ? Per la cronaca, ricordiamo che il primo caso di contagio registrato a Nembro lo si è scoperto il 23 febbraio 2020, quindi a poche ore dal primo caso nazionale ufficiale dichiarato a Codogno, ove subito dopo la zona rossa invece fu istituita.

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Coronavirus: Intervistiamo il Prof. Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e professore di igiene

Il valore aggiunto dell’informazione di N>O>I – RecSando è sempre stato il territorio. Nel mondo di oggi, globalizzato e totalmente interconnesso, il discutere di ciò che ci accade accanto è davvero un plus spesso dimenticato. Ma viviamo giorni veramente difficili, nei quali l’informazione che ci giunge dall’altra parte del mondo può essere facilmente assimilata a quella della porta accanto.

Partendo da questo assunto, abbiamo ritenuto di compiere un’operazione importante andando a intervistare esperti e personalità che nella crisi sanitaria, economica, politica e sociale attuale hanno ognuna qualcosa da dire e da dare.
Crediamo, sempre dicendolo modestamente, di esserci riusciti. Ma a Voi la parola finale. Buona lettura.

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Cortina non si ferma e guarda avanti: nuova funivia verso le 5 Torri

Un’opera da quasi 15 milioni di euro: impianto strategico per il territorio dolomitico. Lunga 4,5 chilometri, la cabinovia Leitner ropeways sarà pronta per i Mondiali 2021. Il sindaco Ghedina: «Impianto atteso da anni, ci aiuta a reagire»

Uno spiraglio di sole nei tempi bui del Coronavirus: assegnati i lavori per la nuova funivia di Cortina. Con l’amarezza e la delusione ancora da smaltire per l’annullamento delle finali di Coppa del Mondo che sarebbero dovute andare in scena ai piedi delle Tofane e che invece, così come moltissime altre manifestazioni sportive, sono rimaste vittime della pandemia che sta sconvolgendo la vita di milioni di cittadini nel mondo, Cortina non interrompe il suo cammino di avvicinamento ai Mondiali del febbraio 2021. E così in un’Italia pressoché paralizzata dall’emergenza sanitaria e con un preoccupante panorama economico, le notizie che arrivano da Cortina costituiscono uno spiraglio per una nuova vita.

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