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Le Foibe

Le Foibe

 
 
Sta ritornando alla ribalta il tragico e luttuoso evento che nel dopoguerra ha colpito le popolazioni giuliane: le foibe. Poiché da molte parti su questo evento vengono inscenate speculazioni il più delle volte a carattere nazionalistico e poiché la stampa in genere ha effettuato sistematicamente un’opera di disinformazione, abbiamo pensato che per i giovani che seguono questa rubrica fosse necessario indicare come si sono svolti gli avvenimenti ed il contesto storico – politico che fu alla loro base.
 
Negli ultimi tempi, in una concomitanza certamente sospetta, è tornato alla ribalta il triste e tanto dibattuto problema delle foibe che aveva avvelenato nell’immediato dopoguerra gli animi delle popolazioni delle due etnie che compongono la Venezia Giulia e di quella triestina in particolare.
Il fatto strano della riesumazione da parte dei mass-media di questo angoscioso problema è dovuto indubbiamente alla sua concomitanza con l’apertura del processo al criminale nazista Priebke.
Infatti la stampa nazionale, scritta e parlata, riscoprendo le foibe (definite dal Devoto-Oli come depressioni carsiche, tipo di doline, sul fondo delle quali s'aprono delle spaccature che assorbono le acque) ed avallando, tranne lodevoli e consolanti eccezioni, una campagna reinnescata da destra dal processo Priebke (perché oltre al nazista non si processano anche gli “infoibatori”? si chiedevano i giornali conservatori ignorando i processi istruiti 50 anni fa) si è lanciata a tutto regime in una serie di denuncie e spiegazioni, cariche di notizie infondate o nei casi migliori largamente distorte e faziose.

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Resistenza e Costituzione. Tino Berti, 25 Aprile

Resistenza e Costituzione

Resistenza e Costituzione

25 Aprile

di Alberto Berti
 
 
Resistenza e Costituzione. Tino Berti, 25 Aprile
Questo è un discorso che voglio fare soprattutto ai giovani amici di RecSando sapendo che nelle nostre scuole certi problemi che dovrebbero contribuire alla loro formazione di cittadini di una repubblica democratica raramente vengono affrontati e se affrontati lo vengono con estrema superficialità dando loro scarsissima importanza.
Credo che pochissimi conoscano la nostra Carta Costituzionale e che ancora meno siano coloro che si rendono conto di vivere in un paese che ha una delle costituzioni più avanzate fra quelle esistenti.
In Austria, in Svezia, negli Stati Uniti, già in quelle che sono le ultime classi delle scuole elementari, i maestri cominciano a spiegare la Costituzione che regola i rapporti fra i cittadini ed i poteri dello stato in cui vivono. Negli Stati Uniti i ragazzi vengono educati a conoscere anche gli “emendamenti” della loro Costituzione e richiamarsi ad essi.
In Italia, fra qualche settimana, il 22 dicembre festeggeremo (?) i cinquant’anni dell’approvazione a grandissima maggioranza della Costituzione avvenuta nel lontano 22 dicembre 1947 da parte dell’Assemblea Costituente eletta dal popolo italiano il 2 giugno 1946 assieme al referendum che spazzava via la monarchia savoiarda.

Le chiese e i criminali di guerra

Tino Berti

Le chiese ed i criminali di guerra

Tino Berti

Una cosa di cui si è parlato troppo poco negli ultimi anni di questo dopoguerra è l’atteggiamento assunto dalle chiese, in particolare la cattolica e la confessione evangelica, nei confronti dei criminali di guerra nazisti.

Questo lavoro per l’argomento che tratta e per le persone, o meglio le personalità che via, via, citeremo e chiameremo in causa, risulterà  un lavoro decisamente a sfondo politico e diversamente non potrebbe esserlo dato l’argomento trattato. Non ci soffermeremo sulle infinite persone della società tedesca che in questo dopoguerra si sono adoperate per far amnistiare, far espatriare (o meglio far fuggire) molti dei criminali nazisti oppure hanno svolto un’attiva opera per fare commutare condanne a morte, riuscendoci, ai più feroci aguzzini di quel  barbaro regime. Accenneremo solo a qualche nome di avvocati, di nobili e di ecclesiastici delle varie chiese che più si sono prodigati in quest’opera certamente non meritoria, almeno nei confronti dei milioni di vittime sacrificate sull’altare della ferocia del nazismo, senza per questo dimenticare che, aiutati in questo lavoro continuo ed addirittura petulante rispetto ai comandi ed ai tribunali alleati da eminenti personalità, costoro, con le loro incaute dichiarazioni spesso  hanno fatto dell’apologia del regime nazista.
Infatti  una dichiarazione “ che i tribunali americani ci ricordano quelli nazisti”, che “i metodi adottati nella fase istruttoria dei processi di   sono metodi criminali e che violenze sono state usate contro gli imputati “!  che poi non risulteranoo vere, cosa altro non sono se non un’apologia del nazismo?
Persone, a suo tempo perseguitate dal nazismo, incarcerate e successivamente deportate nei Lager e che quindi avevano sperimentato sui loro corpi la ferocia e la barbarie di quel regime le troviamo nel dopoguerra fra i massimi protettori di carnefici, di responsabili di stragi, di sfruttatori di mano d’opera coatta e di quella della deportazione. Persino gli appartenenti all’operazione T4, come era chiamata la operazione eutanasia che cessò grazie all’intervento dell’arcivescovo cattolico di Muenster, von Galen[1], vennero difesi ed aiutati in tutti i modi da esponenti delle chiese a cui si unirono politici a suo tempo anche loro arrestati ed esponenti della nobiltà tedesca[2]che si mosse in modo particolare quando l’arrestato, il criminale incarcerato dalle potenze Alleate,  era un appartenente a qualche casato tedesco.

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