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Arooj Aftab e il fascino di “Night Reign”

NIGHT REIGN
Arooj Aftab e il fascino di “Night Reign”
 
Negli ultimi anni, la scena musicale internazionale ha conosciuto un’artista capace di ridisegnare i confini tra generi e culture: Arooj Aftab. Cantautrice e compositrice pakistana di nascita, cresciuta tra Riyad e il vasto universo musicale globale, Aftab ha saputo trasformare le sue radici urdu in un linguaggio universale che attraversa il jazz, il soul e l’indie. Con “Night Reign”, il suo ultimo album, dimostra ancora una volta una sensibilità fuori dal comune e una capacità di creare atmosfere che trasportano in una dimensione intima, quasi sacra.
 
Un viaggio notturno tra Oriente e Occidente
La notte, musa per eccellenza di poeti e musicisti, è il filo conduttore di questo disco che si configura come un concept album dal sapore unico. Aftab intreccia la malinconia del jazz da club con la profondità della poesia sufi, regalando al pubblico un’esperienza immersiva. “Night Reign” non si accontenta di evocare emozioni: le scolpisce con precisione, fondendo il misticismo orientale con influenze occidentali di artisti come Leonard Cohen o Donald Fagen. Il risultato è un equilibrio perfetto, un’atmosfera sospesa che, pur osando, non rischia mai di cadere nell’eccesso.
 
 
Il viaggio inizia con “Aey Nehin”, un’apertura che cattura immediatamente l’ascoltatore. Qui, una chitarra morbida e percussioni leggere disegnano un paesaggio sonoro simile all’ingresso di un tempio in penombra. Il chiaroscuro si fa protagonista, aprendo le porte a un album profondamente notturno.
 
“Na Gul” spezza questa delicatezza iniziale con una marcia dai toni trionfali, dove i fiati illuminano una scena che preannuncia l’alba. È un pezzo che dimostra come Aftab sappia dosare tensione e rilascio con eleganza.
 
Il cuore pulsante dell’album è però “Autumn Leaves”, un brano che sintetizza perfettamente lo spirito dell’intero lavoro. Jazz, indie ed etno si intrecciano in una sinfonia chiaroscurale, arricchita dagli assoli di James Francies al piano. È una danza di emozioni che richiama l’autunno, con le sue ombre e i suoi colori caldi.
 
Segue “Bolo Na”, una sinfonia oscura e pop, dove la voce di Aftab guida l’ascoltatore attraverso un universo fatto di battiti soul e poesia. La collaborazione con Moor Mother e Joel Ross aggiunge una dimensione ancora più stratificata, confermando la capacità dell’artista di dialogare con linguaggi diversi.
 
In “Saaqi”, la magia prosegue con l’intervento di Vijay Iyer al pianoforte, che accompagna la voce di Aftab in un viaggio sempre sospeso tra ieraticità e sogno. Questo pezzo rappresenta uno dei momenti più alti dell’album, chiudendo un ciclo sonoro che incanta per coerenza e raffinatezza.
 
Con “Last Night Reprise” torniamo ai toni jazz da club, dove il contrabbasso domina in apertura e crea un’atmosfera nostalgica e notturna, ma con una personalità indipendente rispetto al brano originale.
 
Il climax dell’album si raggiunge con “Raat Ki Rani”, un capolavoro che sembra consacrare Arooj Aftab come l’erede asiatica di Sade. La voce, profondamente evocativa, scivola sui versi urdu con una grazia senza pari, creando un connubio perfetto tra tradizione e modernità. È qui che l’album tocca il suo zenit: un mix di culture e generi uniti sotto il segno dell’eleganza.
 
L’epilogo si presenta con “Whiskey” e “Zameen”. Il primo è il momento di convivialità finale, quel “bicchiere della staffa” che chiude una lunga serata con un sorriso e un briciolo di malinconia. Il secondo è un inno alla nuova alba, dove la voce di Aftab si fa simbolo di una quiete raggiunta, ma carica di emozioni vissute.
 
 
“Night Reign” è un album che richiede attenzione, un ascolto meditativo, lontano dalla frenesia delle playlist moderne. È un’opera che celebra il potere della musica come arte, capace di unire epoche e geografie diverse.
 
Con questo disco, Arooj Aftab non solo consolida il suo posto tra i grandi nomi della scena indie contemporanea, ma ci invita a un viaggio unico, in cui la notte diventa teatro di poesia, sogni e riflessioni.
 
Se cercate qualcosa di nuovo, profondo e raffinato, lasciatevi conquistare da “Night Reign”. La notte non è mai stata così luminosa.
 
Simone Sollazzo – N>O>I
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